Mindhunter 3: David Fincher spiega perché non ci sarà la terza stagione

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Ormai non avevamo tante speranze. Già nel 2020 gli attori di Mindhunter avevano detto che girare le scene era davvero straziante, in quanto portava a vivere «circa sei o sette mesi l’anno» a Pittsburgh, dove la serie è ambientata. David Fincher aveva anche detto che mentre scriveva l’ultima stagione che abbiamo potuto vedere si è «trovato a guardare quello che era stato scritto e giungere alla conclusione di non apprezzarne nessuna parte, gettando via tutto per ricominciare dal principio». E adesso, per la serie, è ufficialmente finita.

Ai problemi di salute mentale ma anche familiari degli attori, si aggiunsero anche i costi. Fincher ai tempi disse che avrebbe rimandato la decisione del futuro di Mindhunter alla fine della produzione di Mank, dicendo che «per gli ascolti che aveva era uno show davvero costoso. Abbiamo parlato e detto ‘Finiamo Mank e poi vedrai come ti senti’. Ma onestamente non penso che potremo farlo in modo meno costoso rispetto alla seconda stagione. E bisogna essere realisti: i dollari devono avere un corrispettivo negli spettatori», e ormai è arrivata la decisione ufficiale.

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Mindhunter: trama e trailer

Mindhunter è basato sul libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano, scritto da Mark Olshaker e John E. Dounglas. La prima stagione è composta da 10 episodi, la seconda da 9.

  • Prima stagione: «Nel 1977 Holden Ford, negoziatore frustrato dell’FBI, trova un’improbabile collaborazione nel navigato agente Bill Tench del reparto scienze comportamentali e nella professoressa Wendy Carr, con cui inizia a studiare una nuova tipologia di assassino, il cosiddetto “serial killer” e un nuovo metodo di indagine ed identificazione del colpevole chiamato “profilazione”, andando in varie prigioni degli Stati Uniti ad intervistare tutti i maggiori e famosi pluriomicidi che stanno scontando la loro pena.» (Fonte: Wikipedia)
  • Seconda stagione: «Holden e Bill continuano ad intervistare vari criminali statunitensi con l’aiuto di Wendy e Gregg; tra il 1979 e il 1981, Atlanta è lo scenario di inquietanti omicidi seriali, che contano tra le vittime bambini afroamericani, e Holden e Bill cercheranno di scovare il colpevole.» (Fonte: Wikipedia)

Mindhunter 3 non ci sarà

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«Sono molto orgoglioso delle prime due stagioni. Ma è uno spettacolo molto costoso e, agli occhi di Netflix, non abbiamo attirato abbastanza pubblico per giustificare un tale investimento», ha detto David Fincher in una recente intervista con la rivista francese Le Journal du Dimanche. «Non li biasimo, hanno corso dei rischi per far decollare lo spettacolo, mi hanno dato i mezzi per fare Mank nel modo in cui volevo farlo e mi hanno permesso di avventurarmi su nuove strade con The Killer. È una benedizione essere in grado di lavorare con persone capaci di audacia. Il giorno in cui i nostri desideri non saranno più gli stessi, dovremo essere onesti riguardo alla separazione».

Il regista Andrew Dominik, poi, ha detto che nella terza stagione di Mindhunter «i  personaggi protagonisti sarebbero finiti a Hollywood. Uno di loro si sarebbe ritrovato assieme a Jonathan Demme, mentre l’altro avrebbe avuto dei contatti con Michael Mann. Ed il tema centrale sarebbe stato il fatto che il fare profiling facesse parte di una specie di coscienza collettiva, uno zeitgeist del tempo. Sarebbe stata la stagione che tutti attendevano, con loro che uscivano fuori dalla cantina e iniziavano veramente il percorso».

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Nessuno degli autori ha risentimento nei confronti di Netflix, in particolare Fincher che ha diversi lavori sulla piattaforma. Ad esempio, è produttore esecutivo e regista di House of Cards, vincendo un Primetime Emmy per la miglior regia di una serie drammatica. Poi ha sempre continuato a dirigere Mank, un film in bianco e nero che racconta la storia dello sviluppo di Citizen Kane. Infine, l’ultimo progetto su Netflix è The Killer, basato su una graphic novel francese e che arriverà su Netflix il 10 novembre prossimo.

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