Kim Kardashian non è la moderna Marilyn Monroe: la storia del vestito comprato e che non doveva mai più essere indossato

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Ormai da quando c’è stato il Met Gala non si parla d’altro che di Kim Kardashian che ha indossato il vero abito di Marilyn Monroe, soprattutto perché l’influencer in considerazione ha deciso di continuare a indossare altri abiti della grandissima persona, attrice e personaggio pubblico che è stata la Monroe. Viene lecito però chiedersi: com’è possibile che Kim Kardashian sia stata in grado non di acquistare in quando conosciamo quanti soldi possieda, ma di indossare un abito di tale importanza solo perché voleva?

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Le polemiche sono state diverse, non solo perché ha scelto di indossare un abito di così tanta importanza storica, ma anche perché ha affermato molto fieramente di aver dovuto perdere 7 kg per poter entrare in quel vestito, e già il fatto di dover dimagrire per un vestito è sbagliato, immagina farlo perché semplicemente non puoi accettare di indossare una replica. Anzi, sottolineiamo una cosa: la Kardashian ha indossato una replica per tutto il Met Gala, tranne nei 10 minuti in cui ha salito la scalinata. Quindi è dimagrita, si è sottoposta a un regime molto duro, per 10 minuti.

A dirle parole è l’attrice di Riverdale, Lili Reinhart, che si è detta «infuriata per il messaggio sbagliato» che una delle influencer più seguite al mondo ha lanciato. «Sfilare su un red carpet e rilasciare un’intervista in cui dici quanto stai morendo di fame perché non hai toccato carboidrati nell’ultimo mese, tutto per entrare in un cazzo di vestito? Decisamente sbagliato». «Ammettere di aver fatto la fame per il Met Gala quando sai che ci sono milioni di ragazzi che ti ammirano e ascoltano ogni tua parola è assurdo».

Si è poi rivolta al pubblico: «Per favore, smettete di sostenere celebrità stupide e dannose la cui immagine ruota attorno al loro corpo. Solitamente non sono una persona arrabbiata, lo giuro, ma la tossicità di questa industria a volte davvero mi fa infuriare». Non è tuttavia stata l’unica. Anche la giornalista di moda Amy Odell ha scritto su Twitter: «Se questo non è il messaggio regressivo da cui questo settore [quello della moda, ndr] ha cercato disperatamente di prendere le distanze, qual è?».

La storia del vestito di Marilyn Monroe

Quel vestito forse è uno dei più famosi indossati da Marilyn Monroe, e il fatto che lo indossasse una persona che è quanto più lontana dalla persona e dai messaggi che faceva trapelare l’attrice, ha fatto indignare quanto più possibile. Ma prima di parlare delle reazioni che hanno avuto le persone e di come Kim Kardashian sia riuscita a indossarlo, rivediamo la storia di quel vestito tanto importante.

Era il 19 maggio 1962 quando Marilyn Monroe ha indossato quello splendido abito disegnato da Bob Mackie e realizzato da Jean Louis mentre cantava Happy Birthday, Mr. President. L’abito le sarebbe stato cucito addosso per risultare il più aderente possibile e, proprio per questo motivo, è subito venuto lecito pensare: com’è possibile che Kim Kardashian ci sia potuta entrare dentro?

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Fonte foto: themarilynmonroecollection

Nancy Valentino disse che «le era impossibile indossare biancheria intima con quel tipo di vestito. Le era stato letteralmente cucito addosso, ed io penso che la cosa interessante è che lei voleva che fosse così attillato da dover essere tagliato e cucito direttamente sul suo corpo», mentre Jean Louis disse che era «un vestito che solo Marilyn Monroe avrebbe il coraggio di indossare», e sarebbe dovuto essere un vestito che solo Marilyn avrebbe dovuto indossare, per rispetto alla sua memoria.

Alla morte dell’attrice è stato messo all’asta e acquistato dalla collezione di Ripley’s Believe It or Not nel 2016, per circa 4 milioni e mezzo di euro. Il vestito è tempestato da 2500 cristalli cuciti a mano che splendevano mentre l’icona immortale dell’epoca d’oro del cinema mondiale cantava Happy Birthday, Mr. President per il quarantacinquesimo compleanno del presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzegarald Kennedy.

Come ha fatto Kim Kardashian a indossare l’abito?

Inutile ripetere che ha fatto una dieta molto severa. È una cosa sbagliata ed è vergognoso anche solo scriverlo. L’Hollywood Reporter, comunque, ha parlato con i dirigenti di Ripley’s Believe It or Not! che posseggono l’abito e con Julien’s Auctions, che ha gestito la vendita con Kim Kardashian, per comprendere come ha fatto l’influencer ad avere i permessi e la possibilità di indossare un abito di tale importanza storica non solo per l’America ma per tutto il mondo della moda e persino del cinema.

Darren Julien, CEO di Julien’s Auction con sede a Los Angeles, ha detto di esser rimasti in silenzio «per due mesi, e sabato ho scoperto che era tutto confermato». La famiglia Kardashian, sia Kim che sua madre Kris Jenner, sono clienti di lunga data di Julien’s Auction, tanto che nel 2019 la Kardashian comprò una giacca in velluto appartenuta a Michael Jackson come regalo di Natale per sua figlia North che ai tempi aveva 6 anni. «Sono veri fan del processo d’asta e si eccitano sinceramente quando sono l’offerente vincente», ha raccontato Darren.

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Tuttavia, quando Kim ha chiesto se i proprietari dell’abito potessero prestarglielo per indossarlo al Met Gala, lui racconta che la prima reazione del proprietario quando gli ha fatto sapere questa richiesta, sia stata quella di comunicare che esiste «una replica del vestito» che avrebbe potuto indossare. Ma «Kim non indossa repliche», ha risposto Julien.

«Abbiamo persone che chiamano continuamente per chiedere di prendere in prestito cose e la risposta è quasi sempre no», ha raccontato Amanda Joiner, vicepresidente dell’editoria e delle licenze per la Ripley Entertainment, con sede a Orlando. «Siamo stati incuriositi dall’apprendere quali fossero i pensieri di Kim, ma non è mai stato un sì automatico. Molte conversazioni hanno avuto luogo una volta che ci è venuta l’idea». L’idea era quello di far indossare l’abito solo per salire i gradini tappezzati del Metropolitan Museum of Art, e l’abito non poteva essere in alcun modo alterato, né il trucco poteva essere truccato.

Inizialmente Kim Kardashian ha provato una replica con le stesse dimensioni della Monroe, per comprendere se il suo corpo sarebbe effettivamente entrato nell’abito, e l’abito si adattava ed era anche un po’ grande. D’altronde vi ricordiamo che l’ideale di bellezza della società per il corpo femminile è molto cambiato rispetto agli anni in cui viveva Marilyn Monroe. Poi, fra i punti concordati, c’era che «rappresentante di Ripley doveva rimanere con l’abito in ogni momento, mentre Kim ha anche chiesto che fosse una donna del nostro team che avrebbe lavorato con lei, soprattutto dato che la natura privata di provare il vestito».

Tuttavia, quando è arrivato il momento di indossare il vero vestito di Marilyn Monroe, ci si è resi conto che non si adattava a Kim, probabilmente perché la replica era sì la stessa taglia, ma era fatto di «un nuovo tessuto elasticizzato», tanto che Kim ha fatto sapere di non sentirsi a proprio agio con l’abito. Ma l’ha indossato comunque. E adesso subisce le critiche (non che sembra che le importi più di tanto) online, da professionisti e non.

Le critiche a Kim Kardashian

Il capo del Cleveland Museum of Art, Sarah Scaturro, ha raccontato al LA Times che «negli anni ’80, un gruppo di professionisti del costume si è riunito per affermare una risoluzione secondo cui i costumi storici non dovrebbero essere indossati. Quindi la mia preoccupazione è che i colleghi delle collezioni di costumi storici ora subiranno pressioni da parte di persone importanti per fargli indossare dei capi».

Kevin Jones, curatore del FIDM Museum al Fashion Institute of Design & Merchandising al Los Angeles Times, ha detto che l’abito di Marilyn «parla, è un veicolo di storia e danneggiarlo può avere conseguenze sulle future generazioni». La dottoressa Justine De Young, professoressa di storia della moda al Fashion Institute of Technology l’ha chiamata una «scelta preoccupante», ha detto al magazine People: «Kim Kardashian avrebbe potuto commissionare una replica che sarebbe stata indistinguibile dall’originale. Un pezzo così iconico della storia americana non dovrebbe essere messo a rischio di danni solo per una spinta dell’ego e una foto sul tappeto rosso».

Scott Forner, storico e collezionista di Marilyn Monroe, ha detto che «sebbene io comprenda il fascino di voler indossare un abito così iconico, non si può ignorare o trascurare che l’abito è stato realizzato su misura per Marilyn. Non è un indumento standard», sottolineando proprio che una sarta lo ha cucino addosso a Marylin per chiuderlo: «Kim Kardashian come ha fatto? Non ci ha fatto vedere come lo ha chiuso». Poi, comunque, si è visto che non è stato chiuso e che la pelliccia serviva proprio per non far notare questo dettaglio.

Nonostante tutte le critiche, comunque, Joiner ha fatto sapere che «la nostra priorità è sempre stata proteggere l’integrità del vestito. Ma abbiamo anche visto questa come un’opportunità per raggiungere una nuova generazione, per educare un pubblico più giovane e la base di fan [di Kim] su un momento storico della moda, che altrimenti potrebbero non conoscere. A questo proposito, abbiamo fatto il nostro lavoro». Julien è d’accordo, e pensa che «Kim creerà una nuova generazione di fan di Marilyn Monroe da quel momento». Ma sinceramente, da quel che abbiamo visto, i commenti positivi sono davvero pochi in relazione alle critiche.

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