Buon venerdì e bentornati nell’appuntamento settimanale con Riviviamo i classici della nostra adolescenza, con protagonista (per queste quattro settimane) Hunger Games. Nel primo episodio dedicato a questa saga abbiamo analizzato le metafore di cui è intrinseca, nel secondo abbiamo invece analizzato il carattere deltriangolo, ovvero di Katniss, Peeta e Gale, oggi invece, conosceremo meglio Finnick, Johanna, Effy e Haymitch.
Personaggi tutti diversi fra loro, tre sopravvissuti (e in modi completamente opposti) e una cittadina di Capitol City che ha sempre vissuto come tale e che quindi si trova ad affrontare una situazione diversa, ad affezionarsi ai suoi vincitori. Ognuno di loro ha un carattere e una personalità che, dopotutto, rappresenta un pezzo della nostra società, un’altra metafora sul mondo moderno.
In fin dei conti, come abbiamo visto nel primo articolo dedicato a Hunger Games, la saga di Suzanne Collins è colma di metafore sulla società, sul modo in cui non solo viviamo ma in cui facciamo noi stessi vivere altre persone, in cui diamo loro il poter di scegliere sulle nostre vite. Gli influencer, quelli che un tempo erano gli attori o le modelle.
Fatemi sapere, dopo aver analizzato bene o male tutti i personaggi principali (sebbene ci sarebbe qualcosa da dire anche su Rue, Snow, Prim, Cato e Coin, ma non abbiamo tutto questo tempo), qual è il vostro preferito e cosa ne pensate degli altri.
Personaggi secondari in Hunger Games
Li chiamiamo secondari, ma in realtà hanno comunque una grande importanza sullo schermo e noi siamo riusciti ad affezionarci a ognuno di loro e a ogni piccola sfumatura del loro carattere.
Haymitch Abernathy
Haymitch era l’unico vincitore del distretto 12 prima di Katniss e Peeta, l’unico a riuscire a sopravvivere agli Hunger Games ma con un grave problema dietro: nessuno sopravvive davvero agli Hunger Games e, infatti, lui si getta nell’alcool cercando di dimenticare quello che ha visto nell’arena e per non pensare alle proprie responsabilità che, tra l’altro, non sono altro che cercare di far vincere i nuovi tributi dei giochi.
Se dovessimo associare quindi Haymitch a qualcosa che riguarda la nostra vita, è sicuramente, e senza troppi sforzi, quello delle conseguenze ai traumi: lui non si dedica all’alcolismo per passione, perché gli piace, ma per non pensare, per scappare dal mondo che lo circonda. Tuttavia, come per gli Hunger Games, una volta che ci entri, non ne esci mai completamente e, i tuoi errori, la tua dipendenza, avrà anche impatto sulla vita di chi ti circonda.
Tuttavia, è un personaggio controverso, perché, durante gli Hunger Games, non ha minimante esitato a salvare la vita a Katniss e Peeta, vendendoli come gli “sventurati amanti del distretto 12”. Rappresenta quindi anche quello che i social ci fanno vedere. Sullo schermo tutte le persone ci sembrano felici, allegre, un fisico perfetto e un sorriso sempre smagliante, ma è davvero così o è solo perché qualcuno ci fa vedere che è così?
Effie Trinket
Effie è la rappresentante del distretto 12, colei che si occupa prima di estrarre i nomi dei tributi e poi di prepararli agli Hunger Games. È una ragazza sincera e sempre felice che, nella sua felicità, non si rende conto di come si viva nei distretti e neanche di quanto sbagliati siano gli Hunger Games. Lei vive la sua vita nel lusso, piena di trucchi, parrucche e vestite e accompagna le persone alla morte.
Se dovessimo paragonare Effie alla vita reale sarebbe forse una di quelle persone ricche che proprio non riesce a vedere oltre al proprio naso, che non si preoccupa minimamente di quello che succede alla vita di chi non possiede la sua ricchezza o, in genere, di qualcosa che non riguardi lei, che sia il cambiamento climatico, che sia il movimento Black Lives Matter o qualsiasi azione umanitaria.
Anche in questo caso, però, c’è un tuttavia: Effie vive quella vita perché non ha mai vissuto nei distretti, perché vede i distretti solo come a Capitol vengono mostrati, ma, quando si trova a conoscere e a essere amica con quelle persone che vivono nella miseria, quando diviene lei stessa unarifugiata, senza il lusso e vestita con colori per niente eccentrici, si renderà conto di cosa è importante nella vita: un team, una famiglia, l’affetto di chi ti vuole bene.
Finnick Odair
Uno dei preferiti dal pubblico, bello, coraggioso e altruista, ha fatto di tutto per salvare chi amava e per cui, chi ha letto il libro, deve ancora riprendersi per la morte. Due libri per amarlo, e mezza riga per farlo fuori. Finnick Odair è uno di quei personaggi che all’inizio guardi storcendo il naso, troppo bello e consapevole della propria bellezza e dell’effetto che ha sulla gente, tanto da approfittarsene, tuttavia, quando lo si conosce, si cambia subito idea.
Chi è Finnick, quindi? Finnick siamo noi, quei sopravvissuto che cercano solo di sopravvivere alla vita, approfittando di qualsiasi cosa per aiutare e tenere in salvo chi amiamo, per non ferirle e cercare di restare fuori dai guai, ma, allo stesso tempo, cercare di creare un futuro migliore per loro. È un po’ quello che fa Finnick: fa quello che Snow gli ordina di fare, ma non appena ne ha avuto l’occasione non ci ha pensato due volte per scendere di nuovo nell’arena ad aiutare la Ghiandaia Imitatrice.
Per far ciò, però, Finnick sacrifica se stesso, mette la vita di Katniss e della sua Annie (perché, sebbene non fosse presente, lo ha fatto soprattutto per lei), davanti alla propria. Mette il futuro di chi ama, davanti alla sua intera esistenza e lo fa senza rimurginarci sopra.
Johanna Mason
Ho scelto di parlare di Johanna invece di altri, perché, dal mio punto di vista, è lei la vera rivoluzionare, quella che sarebbe potuta essere la Ghiandaia Imitatrice al posto di Katniss, quella che ha davvero sacrificato tutto e non ha più nulla da perdere. Johanna non ha paura di dire ciò che pensa, di essere chi vuole, di sfidare Snow in tutti i modi possibili e, infatti, è stata l’unica durante l’intervista con Caesar a fare gli occhi dolci e cerca di aggrazziare il pubblico.
Johanna è la parte rivoluzionaria di tutti noi, quella che spesso dobbiamo sopprimere perchénon si può dire sempre ciò che si pensa, perchédobbiamo portare rispetto a chi ci è superiore. Johanna è la personificazione della rivoluzione, della rabbia, di chi non ha più paura, di chi ormai ha trovato se stessa e sa ciò che vuole, di chi vuole semplicemente essere libero. Un po’ quelle persone che non hanno il minimo dubbio su qualcosa che devono fare e che avrà delle conseguenze incisive sulla propria vita.
Ma, dobbiamo dire anche questo, spesso è importante tenere la Johanna in noi nascosta, perché bisogna trovare il giusto equilibrio tra l’essere se stessi e il riuscire a vivere in una comunità e, se la ragazza del Distretto 7 non avesse avuto degli alleati nell’ultima edizione degli Hunger Games, probabilmente non sarebbe riuscita ad andare molto avanti, nonostante il suo talento.
Questi erano altri personaggi degni di attenzione in Hunger Games, sebbene, ricordiamolo, anche gli altri non siano da meno. Voi quale preferite? Se volete fatemelo sapere su Instagram e su Twitter.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty