Hadith Najafi: uccisa un’altra ragazza in Iran

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Dopo la morte di Mahsa Amini, in Iran c’è una rivoluzione per mano di donne che si sono stancate del regime che le vede come degli oggetti, come delle madri, come qualcosa per cui vergognarsi. E dopo la 22enne originaria del Kurdistan, uccisa di botte mentre si trovava in carcere, arrestata per aver indossato non correttamente lo hijab, adesso si aggiunge un altro nome, quello di Hadith Najafi, di una giovanissima ragazza all’elenco delle morti: era divenuta il simbolo della rivoluzione scaturita da una morte.

Hadith Najafi-morta
Hadith Najafi

Da quando Mahsa Amini è stata uccisa, qualcosa è scoppiato nel cuore e nell’anima delle donne e degli uomini iraniani e non solo, tant’è che la polizia iraniana parla di “739 rivoltosi, tra cui 60 donne” solo nella provincia di Guilan. Nella battaglia, poi, sono intervenuti anche gli Anonymous, che hanno fatto sapere di aver hackerato più di 1000 telecamere di sicurezza in Iran. precisando di aver avviato un’offensiva contro il regime di Teheran denominata OpIran. Hanno anche bloccato il sito della tv di Stato iraniana.

E insieme a loro, anche gli Stati Uniti con Elon Musk, mossa che non è piaciuta troppo al regime iraniano. Il Ceo di SpaceX, con il via libera del governo degli Stati Uniti, ha attivato il servizio Internet satellitarie Starlink, in quanto il governo dell’Iran aveva bloccato l’accesso a internet in tutto il Paese, rendendo inaccessibili piattaforme come Whatsapp, Instagram e anche le due delle principali reti telefoniche sia nel paese iraniano sia in alcune aree del Kurdistan. Con Starlink le reti sono ripristinate in tutto il paese.

Il governo iraniano ovviamente ha contestato l’intervento degli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, citato dai media statali, ha dichiarato: «Minimizzando la gravità di una serie di blocchi imposti nelle comunicazioni nel Paese, gli Stati Uniti stanno cercando di portare avanti i loro obiettivi contro l’Iran». Ma adesso dovranno dare altre spiegazioni, perché Hadith Najafi è stata uccisa da sei proiettili.

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La morte di Hadith Najafi, simbolo delle proteste

Divenuta popolare grazie a un video in cui legava i suoi capelli biondi, pronta a fare la rivoluzione insieme alle sue sorelle, Hadith Najafi aveva solo 20 anni. Lo fa sapere su Twitter la cronista Masih Alinehad, che scrive che «sua sorella mi ha detto che aveva solo 20 anni ed è stata uccisa da 6 proiettili nella città di Karaj». La notizia è stata condivisa anche da altri attivisti e giornalisti locali, e non c’è stata alcuna smentita.

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Hadith Najafi

La ragazza, insieme a tutte le altre coraggiose donne che abbiamo visto nei giorni scorsi, era scesa in piazza per protestare contro la morte di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente l’hijab, e poi brutalmente uccisa. Secondo quanto riferito dagli attivisti, la polizia avrebbe scelti di sparare contro le manifestanti per sedare le rivolte e Hadith Najafi sarebbe morta proprio a causa di sei colpi di armi da fuoco.

Anche la sorella sui social ha denunciato la sua morte, dicendo che è stata colpita alla testa, al collo, al torace e all’addome. Ancora una volta, Hadith Najafi fa il giro del web con quel suo video in cui si lega i capelli con un elastico, pronta a manifestare contro lo stesso regime che le ha tolto la vita, che l’ha privata di un futuro. Le autorità parlano di 41 morti dall’inizio delle proteste, ma secondo Ong e attivisti sono almeno 54.

Intanto le autorità iraniane hanno convocato gli ambasciatori di Regno Unito e Norvegia in quanto non gradiscono le “ingerenze” negli affari interni della Repubblica islamica sul caso di Mahsa Amini. Il ministero degli Esteri di Teheran ha protestato con l’ambasciatore britannico a Teheran, Simon Shercliff, per gli atti di «incitamento alle rivolte e ai disordini» tramite stazioni televisive con sede a Londra. «Si tratta di un’ingerenza negli affari interni della Repubblica islamica dell’Iran e di un atto contro la sovranità nazionale del nostro Paese», ha precisato il ministero

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