Good Omens: recensione della strepitosa seconda stagione [ALERT SPOILER]

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Meraviglioso, stupendo, ho urlato per quasi ogni episodio e personalmente per ogni reference a Doctor Who: Good Omens 2 è uscito oggi su Prime Video, ed è impossibile non divorare ogni singolo episodio grazie alla bravura attoriale di Michael Sheen e David Tennant che interpretano i protagonisti Aziraphale e Crowley. A dirla tutta, la trama in questa stagione gira un po’ intorno all’amore, con alcune sottotrame, ed è sicuramente meno avvincente della precedente, ma i flashback rendono tutto molto speciale ed emozionante. Ovviamente: alert spoiler!

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Good Omens

Partiamo dalla trama di questa stagione di Good Omens, dopo ben quattro anni dalla prima stagione che è stata un successone (e che prendeva ispirazione dal romanzo Good Omens di Terry Pratchett e Nei Gaiman). Aziraphale e Crowley sono riusciti a sconfiggere l’Apocalisse e sono tornati alle loro vite comuni… Finché l’arcangelo Gabriele non si presente alle porte della libreria di Aziraphale, completamente nudo e senza alcun ricordo, incluso quello sula sua identità. Quindi i due eroi si trovano a dover mettere in ordine i pezzi del puzzle per giungere alla verità, e non sarà ovviamente semplice!

Riguardo al cast, come già accennato, ritroviamo come protagonisti Michael Sheen e David Tennant, che interpretano rispettivamente Aziraphale e Crowley. Torna anche Jon Hamm come Arcangelo Gabriele, mentre il ruolo di Anna Maxwell Martin che era il demone Beelzebub nella prima stagione, è stato affidato a Shelley Conn. Dal lato umano abbiamo Maggie Service che interpreta Maggie e Nina Sosanya che interpreta Nina (semplice da ricordare, vero?), da quello dei demoni invece Miranda Richardson è Shax, un demone che prende il ruolo di Crowley dopo le sue dimissioni. In Paradiso abbiamo Gloria Obianyo come Uriel, Liz Carr come Saraqael, Doon Mackichan come Michele e Quelin Sepulveda come Muriel.

Tra l’altro… Un piccolo ruolo nella serie lo hanno avuto anche il figlio di David Tennant, Ty Tennant, che interpreta Ennon, e anche Peter Davison, ovvero suo suocero e anche ex-Dottore in Doctor Who (è stato il Quinto Dottore), che invece interpreta in Good Omens Alistair. E adesso parliamo di questa meravigliosa stagione (che non sappiamo se avrà un sequel, vi ricordiamo che di libri ne esiste solo uno e che questa seconda stagione era giusto un’idea).

Good Omens 2 funziona?

La trama è completamente diversa da quella che c’era stata nella prima stagione, per quanto dopo quattro anni sia stato anche abbastanza difficile ricordarla, ma è una cosa abbastanza evidente. Penso che a livello di trama quello che porta completamente avanti gli episodi sono i vari flashback, anche con personaggi storici che noi conosciamo bene (o comunque delle rivisitazioni), mentre nel presente più che altro troviamo, beh, delle coppie che lottano contro l’amore l’uno verso l’altro, che per carità, a noi piace, ma non ha niente a che fare con la prima serie.

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Good Omens

Ovviamente questo è dovuto proprio al fatto che in realtà la prima stagione seguiva il primo e quindi una trama ben precisa, mentre la seconda era solo un’idea che è divenuta realtà solamente con la serie tv e non (ancora, almeno) in un vero e proprio libro. Finita quindi la trama del giorno del giudizio, adesso la trama ha girato principalmente intorno alla storia di Gabriele, ma neanche troppo. Sul viaggio verso la scoperta del perché l’arcangelo ha perduto la sua memoria e la sua identità. Gli episodi sono comunque ancora diretti da Douglas Mackinnon, mentre alla scrittura si trovano Gaiman e John Finnemore, quest’ultimo scrittore di commedie (e si vede!).

Tralasciando la trama, però, la serie ci è piaciuta. Tutta la storia degli opposti che si attraggono, che vanno da Aziraphale e Crowley a Gabriele e Beelzebub, ma anche le due ragazze umane, è davvero bella e sicuramente c’è una bella morale. Il fatto che ci siano tantissimi flashback e quindi tanti scenari, tante epoche, tanti nuovi personaggi, un po’ ci riporta anche nel mondo di Doctor Who, che tra l’altro è persino stato citato, abbiamo sentito la musichetta del Tardis, e poi i tantissimi riferimenti neanche troppo impliciti.

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Good Omens

Questa stagione di Good Omens è fatta di sentimenti, di emozioni, di DTR – definire il tipo di relazione, ed è bellissimo con il demone riesca dopo secoli e secoli ad aprire davvero il proprio cuore nei confronti dell’angelo. Personalmente in alcune parti sembrava davvero una fan fiction: gli sguardi, le battutine, lo yin e lo yang, ma il dinamico duo composto da Sheen e Tennant ha davvero tanta chimica sullo schermo, dovuta ovviamente alla bravura e al talento dei due attori, e ci ha fatto emozionare e urlare non poche volte.

E il finale di Good Omens? Il finale lascia un po’ insoddisfatti… O meglio: ha senso. Ha senso che Aziraphale voglia provare a regnare, voglia provare a salvare tutti, voglia provare anche a riportare il suo Crowley sulla retta via, e ha senso anche che quest’ultimo resti sulla propria strada, un po’ anarchico, un po’ deluso sia dall’inferno che dal paradiso, ma speriamo comunque che le loro scelte li portino a intrecciarsi nuovamente, e magari a stare insieme. Proprio come Gabriele e Beelzebub (che personalmente: unexpected MA tanto apprezzato!). Adesso speriamo di non dover aspettare altri quattro anni per la nuova stagione.

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