Ci siamo svegliati con una notizia tristissima. Le due ragazze investite da un Frecciarossa a Riccione erano due sorelle, di 15 e 17 anni: Giulia e Alessia Pisanu, originarie di Madonna di Castenaso nel Bolognese. Dalle prime testimonianze, sembra che l’una voleva salvare l’altra. Il treno le ha travolte intorno alle 6.40 del mattino, e le due giovanissime ragazze sono morte sul colpo. La Questura di Rimini diretta da Rosanna Lavarino oggi lavorerà su due diverse possibilità per ricostruire la dinamica dei fatti.
Sono notizie che non vorremmo mai leggere. Due ragazze con un’intera vita davanti, che tenevano l’una all’altra più della loro stessa vita. Una famiglia completamente distrutta, perché perdere due figlie in una stessa notte, per un incidente del genere, non è una cosa che si supera da un giorno all’altro. Tanti testimoni che hanno visto la vita di due sorelle spegnersi per sempre e un macchinista che si è trovato davanti Giulia e Alessia, e non hanno potuto fare niente per poterle salvare.
Allo stesso tempo, però, vorrei invitare a ragionare. Entrambe le ragazze erano minorenni, com’è possibile che fossero ubriache (a detta dei testimoni, una delle due barcollava e sembrava non essere in sé) in uno Stato in cui l’alcool non può essere venduto ai minori di 18 anni? Tutti noi siamo stati minorenni e sappiamo quanto, forse oggi più di prima, si cerchi sempre il proibito, si cerchi di bere per scappare dalla realtà. Ma qualcuno si è preso la responsabilità di vendere dell’alcool ad almeno una delle due minori, che poi è finita fra le rotaie dei binari.
Forse avrò un pensiero un po’ controcorrente, ma davanti alla morte di due minori per un incidente così brutale mi viene da pensare: cosa si sarebbe potuto fare per evitare una tragedia del genere? Non vendere l’alcool alle due ragazzine. Davvero i soldi vengono prima della sicurezza e della vita umana? Perché se d’inverno qualcuno fa i controlli delle carte d’identità, d’estate è ancora più raro perché bisogna fatturare, e spesso sono soprattutto i minorenni a cercare l’alcool.
Giulia e Alessia Pisanu: due sorelle travolte da un Frecciarossa
Giulia e Alessia Pisanu erano in vacanza a Riccione, come tantissimi loro coetanei e non solo. Giulia era la maggiore, 17 anni da compiere quest’anno, mentre Alessia era due anni più piccola, e giocava in una squadra di calcio femminile. Entrambe conoscevano bene la città, ci andavano ogni volta che era possibile e amavano ballare, la musica e le discoteca della Riviera. E le due ragazze erano proprio appena uscita da una discoteca. Erano circa le 6.40 del mattino quando il Frecciarossa le ha investite mentre si trovavano entrambe sui binari.
«Una sorella come migliore amica», scriveva la maggiore su Instagram. Alessia, invece: «a volte credo che mia sorella sia la mia unica ragione di vita». Fa male leggere queste parole, pensando che le due ipotesi su cui indagherà la Questura di Rimini è che l’una avrebbe cercato di salvare la vita dell’altra. Il Corriere della Sera infatti scrive che si pensa che una avrebbe tentato il suicidio fermandosi tra le rotaie e l’altra, cercando di salvarla, sarebbe stata coinvolta nell’impatto. L’altra ipotesi è che una delle due, ubriaca, non si fosse accorta del treno che arrivava, e l’altra avrebbe comunque cercato di salvarla.
I testimoni presenti alla morte di Giulia e Alessia, raccontano che una delle due barcollava, «non mi è sembrata molto lucida», ha detto il gestore del bar della stazione, ancora sotto shock in quanto lui ha parlato con quella ragazza, cercando di fermarla. «Erano le 6.40, indossava un vestito nero, era bellissima. Mi ha detto che era stata derubata, che le avevano portato via il telefonino e i soldi, che non aveva più nulla. Poi si è allontanata, l’ho seguita con lo sguardo, dopo un paio di metri l’ha raggiunta un’altra ragazza, indossava qualcosa di verde e aveva un paio di stivali in mano».
Continua: «Quella in nero è scesa sui binari, l’altra l’ha seguita. Le ho gridato di fermarsi, di non farlo, poi ho sentito il fischio, un colpo terribile e tutti che urlavano». Il macchinista, che ha visto prima l’una e poi, all’improvviso, anche la seconda, ha tentato di frenare, ma quei treni possono raggiungere anche i 200 chilometri orari, per cui non lasciano alcuno scampo. Terribile anche lo strazio per identificare l’identità delle due ragazze, mentre la notizia cominciava a essere pubblicata sui siti, sui social e nelle radio. Un barista racconta delle tante chiamate da genitori che non riuscivano a contattare le figlie.
«Un signore di Milano, responsabile di una comunità protetta, ha inviato la foto di una ragazzina che era scappata qualche giorno prima», ha raccontato il barista. «Bisogna dare un’identità alle vittime», ha detto la sindaca Daniela Angelini. La svolta c’è stata con il ritrovamento di un telefonino, molto danneggiato, lungo il binario. E da qui l’identità delle vittime: Giulia e Alessia Pisanu, due sorelle residenti a Castenaso, in provincia di Bologna. La polizia ha rintracciato il padre, a cui era intestato il cellulare.
«Ci è arrivata la conferma che non avremmo mai voluto. Le due giovani sorelle travolte da un treno a Riccione sono, purtroppo, nostre concittadine. Siamo senza parole davanti a questa tragedia così difficile da capire e da accettare e proviamo un dolore incolmabile. Giulia e Alessia, che la terra vi sia lieve. Siete volate via troppo presto», ha scritto sul sito del Comune di Castenaso il sindaco Carlo Gubellini, che descrive il padre come «una brava persona, un gran lavoratore».
Di vista, ricorda anche le due ragazzine: «Le incontravo ogni tanto per strada. I ragazzi hanno i loro luoghi d’incontro, si frequentano in gruppi di nove, dieci persone. Mi davano l’impressione di due ragazzine spensierate come possono esserlo a quella età. Hanno fatto la scuola a Castenaso fino alle medie perché da noi non ci sono le superiori». Tutta la comunità conosceva almeno di vista Giulia e Alessia, e oggi sono tutti sconvolti. «Mezz’ora fa c’erano sedute qua davanti alcune loro amiche, ho la pelle d’oca, non me la sento di dire nulla», ha detto un barista a La Repubblica.
Un ragazzo minorenne che lavora in un negozio di frutta e verdure e che è stato compagno di classe di Alessia alle medie, le ricorda con La Repubblica: «Sono dispiaciutissimo, siamo stati compagni di classe per tre anni, me la ricordo benissimo, ogni tanto la incrociavo anche adesso, erano sempre insieme, lei e sua sorella Giulia, andavano a ballare alle Grotte e in altre discoteche della zona. Erano molto unite». Le due ragazze avevano anche una sorella maggiore, figlia di una precedente relazione della madre.
Lo staff di Cup of Green Tea manda le sue più sincere condoglianze alla famiglia, agli amici e a chiunque volesse bene a Giulia e Alessia Pisanu, che possano riposare in pace.
Ci è arrivata la conferma che non avremmo mai voluto: le due giovani sorelle travolte da un treno a Riccione sono,…
Pubblicato da Comune di Castenaso suDomenica 31 luglio 2022
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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