Perchè i gatti neri sono figli di Satana? – Una Tazza D’horror #35

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Torniamo a parlare di gatti neri in questo episodio di “Una Tazza D’horror” dopo lo spiacevole speciale Halloween 2023 che denuncia la scomparsa di questi felini dal pelo corvino, impiegati in orribili sacrifici in onore di Satana. Ma perchè si crede siano figli del demonio?

Perchè i gatti neri sono figli di Satana?

La colpa risiede in special modo nel Cristianesimo, il quale si è orgogliosamente occupato di diffondere l’idea secondo la quale i demoni infernali potessero prendere forma tra i viventi come piccoli animali. In realtà questa possibile associazione trae spunto da radici ancora più remote, tra gli Assiri e i Romani. Non è un caso che i reperti sopravvissuti fino ai giorni nostri mostrino donne capaci di tramutarsi in uccelli o serpenti.

Però per i fedeli dell’Altissimo era più facile credere che le streghe ospitassero tali spiriti demoniaci nelle loro case: un cucciolo di gatto passava certamente inosservato rispetto a qualche strano essere dall’aspetto di un fauno, per darvi un esempio.

Questa terribile convinzione si prodigò nei secoli del Medioevo, tant’è che quando si etichettarono le cosiddette eresie, si pensò che questi nuovi ordini fossero presieduti da un demone sotto copertura con pelliccia e baffi, o con chissà quali tratti animaleschi. Dagli eretici alle streghe, però, fu un attimo.

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Fonte: Twitter

Si andava dicendo che quelle donne corrotte fossero sorvegliate notte e giorno da quei felini infernali, inviati da Satana in persona per raccogliere e controllare le sue famigerate serve. Già nel 1324 una presunta strega venne condannata con l’accusa di aver praticato riti oscuri accompagnata da un aiutante “domestico”, dalle sembianze prima di un gatto nero e poi di un cane, e poi ancora di un uomo, beh, dalla carnagione scura. In Irlanda, forse avrei dovuto specificare sin dall’inizio.

C’era chi credeva che fossero proprio i gatti dal pelo corvino a conferire la capacità di esercitare le arti oscure, oppure chi reputava che gli animali demoniaci servissero come mezzi di trasporto (lasciando poi in epoca tarda il posto alle celebri scope).

E queste credenze proliferavano, tutti guardavano con sospetto qualsiasi gatto, qualsiasi gufo, qualsiasi corvo, e qualsiasi rospo incontravano sul loro cammino. Non serve neanche ricordare quante donne persero la vita durante la caccia alle streghe, un abominevole massacro di gente innocente, sospettata non solo per i bizzarri capelli rossi e le erbe mediche possedute in casa, ma anche per i loro animali da compagnia.

Fonte: Vegan

Un’altra superstizione demenziale correlata è l’idea che i gatti neri portino sfortuna. Risale sempre al Medioevo tale idiota supposizione, ma nell’immaginario collettivo odierno pare ancora dura a morire. Infatti, trovare un micio dal caratteristico pelo, o ancora peggio vederlo attraversare il nostro cammino, sarebbe segno di sfortuna imminente. Magari fosse vero, per tutti coloro che ancora oggi ci credono. Questa credenza medievale si è diffusa tra gli uomini dell’epoca perchè non era insolito che un cavallo venisse spaventato dagli occhi di un gatto, visibili anche al calare della Luna. Ma non vi era nulla ad indicare segni di sventura.

Se in molti Paesi, come la Scozia e il Giappone, incontrare un gatto nero è fonte di gioia e prosperità, ahimè, in Italia siamo molto più stupidi, così come in Spagna e negli Stati Uniti. Non che questo fatto debba stupirci, eh.

La vera sfortuna, quindi, è solo quella che si è abbattuta su questi adorabili felini dalla pelliccia nera: i gatti neri sono i primi ad arrivare in un gattile, e gli ultimi ad andarsene, non sempre tra le braccia di un amorevole padrone. Sono i gatti meno adottati sul suolo italiano, come se il colore del pelo determinasse chi sono realmente. E non credo nemmeno che queste parole vi suonino nuove.

Fonte: Pazienti.it

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