Il Garante della Privacy indaga su Pornhub

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Il Garante della Privacy sta al momento indagando su Pornhub, chiedendo a MG Freesites Ltd, che si occupa del sito a luci rossi, delle informazioni sulla versione italiana. Tutto sembra essere partito da un reclamo di un utente, e ora la società è tenuta a fornire chiarimenti riguardo alla pratica di profilazione degli utenti, ovvero l’attività di raccogliere, elaborare ed analizzare i dati disponibili sulle persone che visitano il sito o l’ecommerce, al fine di suddividerle in sottogruppi di clienti tipo. Nel caso in cui la profilazione sia effettuata, la società dovrà specificare le modalità e le finalità con cui viene condotta.

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Del Garante della Privacy ormai si parla in diverse situazioni, ma in particolare quella che ha riguardato l’assurda lotta contro ChatGPT, che fortunatamente si è conclusa e anche in Italia abbiamo il piacere di sfruttare l’intelligenza artificiale più famosa in tutto il mondo. A marzo scorso, però, il Garante ne ordinò lo stop «finché non rispetterà la disciplina privacy». Il problema in quel momento era «la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali».

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Poi però il Garante ha fatto delle richieste a ChatGPT e la situazione si è chiusa lì, infatti a oggi possiamo utilizzare la piattaforma di intelligenza artificiale senza problemi anche in Italia. Ma adesso ha deciso di fare la guerra a un altro sito che è fin troppo amato, soprattutto se consideriamo quanto revenge porn ci sia al suo interno, incluso quello di donne minorenni. C’è da dire infatti che, sebbene negli ultimi anni siano state aggiornate le condizioni di fiducia e sicurezza, in realtà il problema sembra non risolversi mai. E adesso avrà qualcos’altro contro cui difendersi.

Garante della Privacy contro Pornhub: richiesta di chiaramenti

Nella giornata di ieri il Garante della Privacy «ha chiesto informazioni a MG Freesites Ltd, la società cipriota che gestisce il sito Pornhub, riguardo alla versione italiana del sito. Diversi i profili sui quali l’Autorità intende fare luce, dopo il reclamo di un utente». La società dovrà quindi fornire chiarimenti riguardo alla pratica di profilazione degli utenti, comprese le modalità e le finalità di tale trattamento. Inoltre, per quanto riguarda l’uso di cookie e altri strumenti di tracciamento diversi da quelli tecnici, la società dovrà indicare la base giuridica del trattamento per entrambe le categorie di utenti, ovvero quelli che hanno creato un account sulla piattaforma e quelli non autenticati.

Sarà inoltre necessario specificare la tipologia e la natura dei dati eventualmente raccolti, nonché le modalità tecniche per ottenere il consenso e fornire informazioni agli utenti. La MG Freesites dovrà fornire chiarimenti se i dati raccolti vengano comunicati a terzi, specificando gli eventuali destinatari e indicando se questa circostanza sia stata precedentemente comunicata agli utenti. L’Autorità ha anche richiesto informazioni sulle misure adottate da MG Freesites per verificare l’età dei propri utenti e per garantire che essi possano esercitare i propri diritti in materia di protezione dei dati personali.

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A partire da ieri, Pornhub ha 20 giorni per rispondere alle richieste delle Autorità. C’è da dire anche che l’operazione del Garante della Privacy potrebbe anche esser stata influenzata dalla campagna #StopDataPorn, partita proprio lo scorso mese e che è in collaborazione con molte realtà che si occupano di diritti digitali. Più nello specifico, la campagna mira a regolamentare un mercato molto vasto ma comunque privo di norme che tutelino realmente gli utenti.

In primis, gli attivisti si sono resi conto che Pornhub non richiede in alcun modo il consenso alla raccolta di dati sensibili come le preferenze e l’orientamento sessuale, ma condividerebbe anche i dati «con un numero non definito di terze parti». Altro punto è la profilazione degli utenti, che non è comunicata con trasparenza. Come finirà questa situazione? Il Garante della Privacy farà dire addio al sito pornografico più cliccato d’Italia agli italiani? O la situazione si risolverà?

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