Emanuela Orlandi è stata rapita “perché a conoscenza di cose che dovevano restare nascoste”

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Giancarlo Capaldo, il magistrato che ha dedicato più tempo all’indagine sulla scomparsa della quindicenne vaticana nel 1983, e il giornalista e saggista Ferruccio Pinotti, hanno collaborato nella stesura di un libro intitolato “La ragazza che sapeva troppo”. Quest’opera, edita da Solferino, approfondisce gli eventi legati alla misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta nel 1983. Il libro uscirà il 27 giugno e per l’occasione hanno ripercorso la storia e hanno rilasciato un’interessante intervista con Il Fatto Quotidiano.

Parliamo brevissimamente del caso di Emanuela Orlandi e di come sembrasse che Papa Giovanni Paolo II, o meglio il Vaticano, fosse coinvolto nell’insabbiamento del caso. Ancora oggi il nome di Emanuela è un po’ un tabù nel Vaticano, il primo Papa a pronunciare il suo nome è Francesco, che disse ai familiari che la ragazza è in cielo: «Dopo gli anni di silenzio di Ratzinger, soltanto sentire il nome di Emanuela pronunciato da un Papa è stata una cosa forte». Quando Papa Benedetto XVI morì, Pietro Orlandi disse che «Ratzinger, come il suo predecessore, è rimasto in silenzio fino alla morte».

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Emanuela Orlandi

Sul caso di Emanuela Orlandi ci sono state diverse ipotesi, dall’allontanamento volontario da casa all’attentato a Giovanni Paolo II, dallo scandalo IOR e il caso Calvi alla Banda della Magliana, finendo con la pedofilia. Tuttavia, non sappiamo quale di queste teorie sia quella che cela la verità. Il caso è stato anche collegato alla scomparsa di Mirella Gregori, una quindicenne scomparsa il 7 maggio dello stesso anno a Roma. Nessuna delle due è stata mai ritrovata. Ma per Papa Giovanni Paolo II la questione è ancora più complessa, perché è anche stato accusato di aver coperto degli abusi su minori da parte del clero polacco.

In più, ultimamente è anche attaccato a causa di un documentario investigativo e pubblicato da TVN emittente indipendente che non ha paura di criticare il governo conservatore polacco e tutte le sue discutibili scelte, in cui si sosteneva che il Papa polacco avesse coperto degli abusi sessuali su minori che coinvolgevano il clero nella sua nativa Polonia prima della sua elezione a pontefice. A ciò si aggiunge anche un libro di un giornalista olandese, Ekke Overbeek, in cui si affermano le stesse accuse. Si riuscirà mai ad avere giustizia per la scomparsa di una minorenne?

Emanuela Orlandi sapeva troppo?

Intervistati da Fqmagazine, Capaldo e Pinotti hanno spiegato che il loro libro è «un tentativo di spiegare quanto è accaduto e cercare una strada che porti finalmente alla verità. Abbiamo valutato oggettivamente le varie piste, ci sembra essenziale comunque l’importanza che qualcosa si apra dal Vaticano perché venga fuori la verità. Nonostante il pensionamento è come se avessi sempre avuto un debito verso la storia di Emanuela Orlandi. Dovevo consentire a chiunque di prendere maggiore consapevolezza di quanto è accaduto, lo ritengo un dovere morale anche per passare il testimone a chi farà emergere la verità».

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Il titolo, “La ragazza che sapeva troppo“, si riferisce proprio a una delle ipotesi per cui si ritiene che sia stata rapita Emanuela Orlandi, ovvero «perché era a conoscenza di qualcosa e che era opportuno non venisse fuori. Il motivo per ci è stata rapita potrebbe essere esattamente questo, lei era venuta, suo malgrado, a conoscenza di parti di realtà che dovevano restare nascoste». Nel loro libro si fa una sorta di selezioni sulle ipotesi e sugli «elementi reali su cui fondare le ipotesi più ragionevoli per spiegare ciò che è accaduto a chiunque voglia ragionare su questa storia».

«Il nostro tentativo è di dare a tutti gli elementi su cui riflettere in modo che ciascuno possa poi condividere quella che è stata la nostra conclusione. Era importante anche far conoscere dei profili del mondo Vaticano ancora sconosciuti perché rimasti fuori dalle indagini. Attraverso un’analisi tutte le testimonianze, abbiamo passato al microscopio tutte le possibili crepe e contraddizioni e ciò ci ha fatto comprendere come il filo rosso di questa indagine sia stato tutto un susseguirsi depistaggi proposti uno dopo l’altro. Tante piste sono state apparentemente inutili ma spiegano perché non si è arrivati alla verità, sono nate per impedire ai magistrati di capire la vicenda».

Un libro sicuramente interessante per chi ha seguito giorno dopo giorno, mese dopo mese e anno dopo anno il caso del rapimento di Emanuela Orlandi, ma sicuramente è anche importante per fare riaccendere ancor di più le luci sulla scomparsa di una minorenne di cui, quarant’anni dopo, ancora non si è fatta giustizia. Come può lo Stato dormire sereno sapendo che ci sono dei rapitori di bambini e di minorenni in giro?

La trama del libro

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Un quadro rivelatore di un’ambigua vicenda delittuosa, percorsa dal filo rosso della complessità sotto uno dei pontificati più politici della storia vaticana.

Nel pomeriggio del 22 giugno 1983, Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di quindici anni, esce di casa per recarsi a una lezione di musica. Non vi farà più ritorno e, in poco tempo, la sua sparizione si trasforma in uno dei misteri più terribili dell’Italia di sempre. In questi quarant’anni, mentre la famiglia ha inseguito una verità con la quale fare i conti, si sono accavallate sul caso ipotesi di ogni genere: dai legami con il crack del Banco Ambrosiano al terrorismo internazionale – con l’implicazione dell’attentatore di Giovanni Paolo II, Ali Ag˘ca –, dal coinvolgimento della Banda della Magliana a un festino pedofilo di alti prelati finito tragicamente.

In parte purtroppo solo ricostruzioni fantasiose, volte a depistare gli inquirenti e confondere l’opinione pubblica, già angosciata dai silenzi del Vaticano e da indagini senza esito. Ricostruendo minuziosamente lo scenario della scomparsa della «ragazza con la fascetta», Ferruccio Pinotti e Giancarlo Capaldo svelano i retroscena dell’affaire sullo sfondo degli ultimi scampoli di Guerra fredda: perversioni, ricatti e lotte di potere.

Dai sospetti su esponenti del clero all’opaco ruolo dei servizi segreti, dai depistaggi agli inattesi documenti sul possibile trasferimento di Emanuela a Londra e all’incredibile sepoltura in Sant’Apollinare di Enrico De Pedis, gli autori ricostruiscono – alla luce di testimonianze e documenti inediti – una ragnatela che si è fatta sempre più fitta, valorizzando alcune piste liquidate come inattendibili e aprendo nuove vie di indagine.

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