Il 15 marzo è la giornata del fiocchetto lilla, o meglio la giornata nata per sensibilizzare e contrastare i disturbi del comportamento alimentare, quali anoressia, bulimia, binge eating, obesità e tanti altri ancora. Tantissimi giovani oggi, e soprattutto sono aumentati con il periodo pandemico che ci ha costretti a casa sui social a vedere le influencer con i loro corpi modificati da qualche app, ne soffrono in maniera anche grave. Solo in Italia sono tre milioni i giovani che soffrono di DCA: il 95,9% sono donne, il 4,1% uomini. Oggi, però, vogliamo parlare di storie di vip che hanno avuto uno di questi problemi, e sono riusciti a sopravvivere.
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La giornata del fiocchetto lilla è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’associazione “Mi Nutro di Vita” e come data è stata scelta quella della morte di Giulia, una ragazza di 17 anni morta a causa della bulimia. Il suo obiettivo non è tanto normalizzare questi problemi tanto diffusi, quanto più sensibilizzare e aiutare a riconoscerne i disturbi. Perché spesso ci beviamo un “non ho fame” oppure tendiamo a pensare che solo le persone estremamente magre soffrano di un disturbo del comportamento alimentare, e quindi ci sono davvero troppi luoghi comuni da abbattere.
«Il trauma della pandemia ha giocato un ruolo decisivo proiettando oltremisura le fragilità degli adolescenti con conseguenze evidenti per il corpo e la mente», ha raccontato in un’intervista a ilGiornale.it il dottor Leonardo Mendolicchio, psichiatra e responsabile del Centro dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione Auxologico. Chiara Sole Ciavatta, fondatrice di MondoSole, Associazione specializzata contro i dca, spiega come in Italia più di 3 milioni di persone ne soffrono, «e la Giornata del Fiocchetto Lilla è un’occasione per ribadire, ancora una volta, che si tratta di vere e proprie patologie. Sono malattie a tutti gli effetti e in quanto tali vanno trattate».
«I disturbi alimentari non hanno età, identità di genere, sesso, etnia e gruppo socioeconomico. Inoltre, tra i tanti, esiste un disturbo alimentare, anch’esso poco conosciuto, che si chiama NES, la sindrome da alimentazione notturna, che si manifesta con delle ‘crisi di abbuffate’ durante episodi di sonnambulismo. Le persone che ne sono affette, al risveglio, non ricordano neanche cosa e quanto hanno mangiato», ha aggiunto Chiara Sole Ciavatta, sottolineando quanto possa essere grave.
5 star che hanno sofferto di dca… e ne hanno parlato
Lady Diana
Possiamo iniziare solo con la triste storia di Lady Diana, che abbiamo visto nei vari documentari, serie tv o film dedicati alla figura della “principessa triste“. Veniva definita “paffutella“, lo stesso principe – oggi re – Carlo, abbracciandola dai fianchi per una foto, disse: «La mia futura moglie è un po’ cicciottella», e lei per tutta la sua vita ha lottato contro il disturbo legato al suo peso e al suo corpo. Lei stessa, nella famosa intervista rilasciata alla BBC nel 1995, diceva che non si piace e non riusciva a «far fronte alle pressioni».
Davvero triste è il suo racconto in una delle cassette-confessioni: «Ho cominciato a soffrire di bulimia una settimana dopo il fidanzamento, e ci sarebbero voluti quasi dieci anni per guarire. Mio marito mi ha messo una mano sul punto vita e mi ha detto ‘Siamo un po’ ingrassati qui, eh?’ e quella parole hanno fatto scattare qualcosa dentro di me, e poi c’era la questione di Camilla».
Demi Lovato
Altra star che è diventata il volto dei dca è Demi Lovato, che quando ancora era all’inizio della sua carriera, parliamo dei tempi di Camp Rock, ha sofferto di bulimia e anche di autolesionismo, problemi che tuttavia l’hanno accompagnata sin da quando era più piccola. Dopo essersi presa del tempo per se stessa e per guarire, dopo anni e anni di lotta in cui è stata aiutata da dei professionisti, la cantante e star Disney ha deciso di provare a dare una mano a chi ancora ne soffriva:
Zayn Malik
Ma non solo le donne. Abbiamo visto che i disturbi del comportamento alimentare colpiscono anche gli uomini, e uno di questi è l’ex star dei One Direction, Zayn Malik, che ne ha sofferto proprio nel periodo prima di abbandonare la band: «Ogni parte della mia vita era già programmata e incanalata, il cibo era l’unica cosa su cui mi sentivo di avere il controllo. Potevo dire: «No, quello non lo mangio», quindi per lui era un modo per controllare la sua vita ancora di più, o meglio… per avere il potere di controllarla almeno sotto un aspetto.
Fortunatamente il ragazzo è riuscito a superare questa difficoltà anche grazie all’aiuto della sua famiglia: «Sono tornato in Inghilterra e ho trascorso un po’ di tempo con mia madre. E il cibo preparato da lei ha restituito alla mia mente cose che pensavo di aver perso». Adesso, lancia un messaggio agli uomini che hanno problemi emotivi: «La gente ci considera forti e in più non si aspetterebbe mai questo da un ragazzo, ma piuttosto da una ragazza. E questo è assurdo, secondo me. Tutti noi siamo umani. Siamo fragili e possiamo esprimere emozioni».
Lily Collins
La star di Emily in Paris ma anche del film proprio sui dca “To the Bone – Fino all’osso“, Lily Collins, racconta di aver sofferto sin da giovanissima di anoressia, bulimia e binge eating: «Questa è la prima volta che ne parlo, ma è davvero venuto il momento, molte giovani donne ne soffrono e non deve esserci vergogna nel trattare questi argomenti. Il film invita a non rinnegare il passato e a capire che i disturbi di cui si soffre non definiscono chi sei, ma riguardano solo le esperienze che hai fatto».
Oggi l’attrice è guarita e quindi vuole aiutare anche chi come lei ha sofferto o soffre di disturbi del comportamento alimentare ad andare avanti, e ne parla anche nel libro Unfiltered-No shame, no regrets, just me: «È molto importante sentirsi internamente ed emotivamente sani, proprio come lo si è fisicamente. Oggi penso di avere una migliore comprensione di me in termini di immagine che ho del mio corpo e di come il cibo ne sia il carburante, e non più una punizione».
Taylor Swift
A Taylor Swift ne hanno sempre dette di tutti i colori, dalle critiche per niente costruttive alla sua musica “che parla sempre degli ex” da parte di persone che evidentemente la sua musica non l’ha mai ascoltata, a quelle sul suo aspetto. Troppo alta, troppo magra, non ha forme, ha passato letteralmente la sua vita e la sua carriera a lottare contro il body shaming, da parte di uomini come da parte di donne. Tuttavia, questo ha contribuito a farle avere un brutto rapporto con il suo corpo e con l’immagine che aveva di sé.
Nel suo documentario, Miss Americana, ha raccontato del suo disturbo del comportamento alimentare. Ricorda di quando vedeva le sue foto «in cui mi sembrava che la mia pancia fosse troppo grande, o che qualcuno ipotizzasse che fossi incinta… a quel punto dentro di me scattava solo “smetti di mangiare”, “muori di fame”». «La mia relazione con il cibo è stata esattamente la stessa che ho applicato a tutto il resto della mia vita: se mi veniva data una pacca sulla splla, la registravo come buona. Se mi arrivava una punizione, la registravo come pessima».
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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