Criptovalute: il ministero dell’Economia firma un decreto per regolamentarne l’uso

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Le criptovalute ormai sono divenute una realtà anche in Italia, sempre più persone decidono di investire in Bitcoin e in altre monete, per cui il governo si è dovuto muovere e ha preparato la prima riforma per monitorare il settore. Vi ricordiamo infatti che in paesi come la Cina o la Russia, le criptovalute sono vietate o esistono diverse proposte di legge per vietarle. In Italia, però, non si è arrivati a questo, ma semplicemente ci si dovrà registrare. Vediamo cosa ha deciso il ministero dell’Economia e della Finanze.

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Fonte: Pixabay

Facciamo un passo indietro, parlando prima del Bitcoin, ovvero dellamoneta virtualeistituita nel 2009 da uno (o più) hacker sotto lo pseudonimoSatoshi Nakamoto. Come funziona? A differenza di tutte le altre valute, dell’euro, del dollaro, della sterlina, della kuna, il Bitcoin non è gestito da una Banca centrali che la distribuisce, ma è basato solamente su due principi: un «network di nodi» e «una forte crittografia». Per utilizzarlo basta creare un portafoglio o un conto virtuale e poi accedere ai siti che offrono il Bitcoin in cambio di denaro.

Nel corso del 2021 ci sono state diverse notizie riguardo il Bitcoin e le criptomonete, proprio perché sempre più persone si sono avvicinate a questo mondo. Pensate che, addirittura, c’è uno stato che ha deciso di rendere il Bitcoin moneta legale insieme al dollaro (per saperne di più:El Salvador: primo Paese al mondo a rendere il Bitcoin una valuta legale). Poi c’è anche Elon Musk, che potrebbe essere considerato l’influencer delle criptovalute, proprio perché un suo singolo tweet influenza tutto il mercato.

Anche in Italia sono tante le persone che si sono avvicinate a questo mondo, che hanno iniziato a minare e a investire, per cui è stato necessario da parte del governo stabilire delle regole per far sì che la situazione sia gestibile dal punto di vista legale ed economico.

Criptovalute Italia: cosa ha deciso il governo

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Fonte: Pixabay

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha scritto un decreto per gli operatori e per le società di compravendita di criptovalute e monete digitale in Italia in cui impongono anche l’obbligo di trasmissione dei dati delle operazioni con cadenza trimestrale. Sarà quindi una sorta di censimento di tutti coloro che utilizzano le criptovalute, che dovranno iscriversi a una sezione creata ad hoc del registro dei cambiavalute tenuto dall’Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi.

Questa iscrizione non è opzionale: «la comunicazione di tali requisiti costituisce condizione essenziale per l’esercizio legale dell’attività da parte dei prestatori». Quest’organismo ha anche il compito di far chiarezza ed essere accessibile al pubblico riguardo i dati della sezione speciale del registro, e dovrà anche trasmettere al Ministero dell’economia e delle finanze una relazione semestrale contenente i dati relativi agli operatori che si sono iscritti. Più nello specifico leggiamo che i fornitori dei servizi dovranno comunicare:

  • Controvalore in euro, alla data dell’ultimo giorno del trimestre di riferimento, del saldo totale delle valute legali e delle valute virtuali riferibili a ciascun cliente;
  • Numero e controvalore complessivo in euro, alla data dell’ultimo giorno del trimestre di riferimento, delle operazioni di conversione da valuta legale a virtuale e da virtuale a legale riferibili a ciascun cliente;
  • Numero delle operazioni di conversione tra valute virtuali riferibili a ciascun cliente;
  • Numero delle operazioni di trasferimento di valuta virtuale in uscita e in ingresso da/verso il prestatore di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale riferibili a ciascun cliente;
  • Numero e controvalore in euro, alla data dell’ultimo giorno del trimestre di riferimento, dell’ammontare delle operazioni di trasferimento di valuta legale in uscita e in ingresso da/verso il prestatore di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, riferibili a ciascun cliente e suddivise per trasferimenti in contante e strumenti tracciabili (Fonte: La Repubblica).
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Ovviamente conosciamo tutti i rischi delle criptovalute, che non sono rintracciabili e permettono di fare pagamenti anonimi, per cui l’Oam ha l’obbligo di collaborare con le autorità di vigilanza, Guardia di Finanza, Polizia valutaria e con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo «per agevolare l’esercizio dei rispettivi compiti istituzionali, fornendo, su richiesta, ogni informazione e documentazione detenuta in forza della gestione della sezione speciale del registro». Questo registro dovrà essere istituito entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

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