
Caso Garlasco: le ultime novità sul femminicidio di Chiara Poggi
Il Caso Garlasco rappresenta uno dei più noti e complessi episodi di cronaca nera in Italia, caratterizzato da un lungo iter giudiziario e da numerosi colpi di scena. Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi, una giovane impiegata ventiseienne laureata in economia, fu trovata senza vita nella sua abitazione a Garlasco, in provincia di Pavia. Il suo fidanzato, Alberto Stasi, all’epoca studente di economia, fu il primo a scoprire il corpo e a dare l’allarme. Di recente, la giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha autorizzato la riapertura delle indagini nei confronti di Andrea Sempio, in quanto ci sono «degli elementi nuovi» che devono essere analizzati.

La mattina del 13 agosto 2007, Chiara Poggi fu trovata morta nella sua villetta a Garlasco. Il corpo giaceva sulle scale che conducevano alla cantina, privo di vita e con evidenti segni di violenza. Non c’erano segni di effrazione, suggerendo che la vittima conoscesse il suo assassino e gli avesse aperto la porta volontariamente. Alberto Stasi, fidanzato di Chiara, dichiarò di aver trovato il corpo e di aver immediatamente chiamato i soccorsi. Tuttavia, le indagini si concentrarono subito su di lui a causa di alcune incongruenze nel suo racconto e dell’assenza di tracce di sangue sulle sue scarpe e sui suoi vestiti, nonostante avesse camminato sul pavimento sporco di sangue.
Stasi fu arrestato il 24 settembre 2007, ma fu rilasciato quattro giorni dopo per insufficienza di prove. Il processo a carico del ragazzo fu lungo e complesso, caratterizzato da assoluzioni e condanne in diversi gradi di giudizio. In primo grado, il 17 dicembre 2009, Stasi fu assolto per insufficienza di prove. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltò la sentenza, condannandolo a 16 anni di reclusione. La Cassazione confermò la condanna il 12 dicembre 2015, rendendola definitiva.

Dopo la condanna definitiva, la difesa di Stasi presentò diverse istanze di revisione del processo, basate su nuovi elementi probatori. In particolare, nel 2016, fu presentata una perizia genetica che indicava la presenza di un DNA sotto le unghie di Chiara non appartenente a Stasi, ma compatibile con quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Questo portò a una nuova indagine nei confronti di Sempio, che fu successivamente archiviata nel 2017. Le richieste di revisione del processo per Stasi furono rigettate sia dalla Corte d’Appello di Brescia che dalla Corte di Cassazione. Fino alla decisione della giudice Daniela Garlaschelli che ha deciso di riaprire le indagini nei confronti di Andrea Sempio.
Le ultime novità sul femminicidio di Chiara Poggi
Nel provvedimento, che arriva dopo due bocciature da due giudici per le indagini preliminari, la gip Daniela Garlaschelli ha richiesto il prelievo del DNA di Andrea Sempio (operato dai carabinieri a Milano), scrive che sono emersi «degli elementi nuovi e, in particolare, della utilizzabilità del profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima e alla sua compatibilità con il profilo genetico riconducibile all’indagato», che è amico del fratello di Chiara Poggi.
Nel provvedimento, la giudice chiede che il DNA di Sempio venga confrontato con quello «sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine». Non è la prima volta che il nome di Andrea Sempio entra nelle indagini, ma il suo fascicolo è stato precedentemente archiviato. La sua avvocata, Angela Taccia, rivela che il suo assistito è «sconvolto, non tanto per sé stesso, perché dice che lui questa cosa comunque può affrontarla, può difendersi perché non ha fatto nulla, ma ciò che lo terrorizza di più e lo distrugge sono le conseguenze sui suoi genitori, sulla famiglia Poggi, che vive ancora un calvario, e su Marco Poggi».
Proprio Marco, secondo la legale, chiamerebbe ogni giorno l’amico e lo avrebbe sempre difeso testimoniando l’assenza di un movente: Andrea non avrebbe mai chiesto niente sulla sorella, mai fatto commento né domande. In più, «c’erano sette anni di differenza quindi frequentavamo compagnie totalmente diverse». L’avvocato Massimo Lovati, afferma che comunque Andrea non è preoccupato: «Siamo sereni e lui è tranquillo ed è innocente, lo dimostreremo. Il problema è che non sarà mai risarcito per questa sofferenza. Sono le stesse cose di sette anni fa».

I legali di Stati, Antonio De Rensis, ha affermato: «Queste parole sono musica per le mie orecchie. Non voglio sparare sulla Croce Rossa. Spero solo che una volta dica che è una macchinazione nostra, quello che ha detto dei difensori precedenti non mi interessa, ma soprattutto spero che queste dichiarazioni arrivino tra qualche secondo alla Procura della Repubblica, perché questa è un’accusa gravissima». Anche Fabio Giarda, uno degli avvocati di Stasi, ha affermato in una nota la correttezza della attività difensiva svolta e ha annunciato una querela:
«Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio».
Se verrà dichiarato colpevole Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi, quanti soldi dovrà dare lo stato italiano ad Alberto Stasi? Sarebbe un errore spaventoso… che getta enormi dubbi sulla giustizia. #Garlasco
— eldiablo de oz (@RayEldiabloz) March 12, 2025
Io di questo caso ricordo una cosa: sui capelli di Chiara trovarono tracce di fumo; lei non fumava, Stasi neanche, Sempio si.#chilhavisto#ChiaraPoggi #garlasco
— Giove🎭 (@blu_giallo_) March 12, 2025
È bastata la recente notizia sul caso di #ChiaraPoggi che ora Stasi è stato già incoronato innocente assoluto, ma tipo aspettare l'esito degli esami del dna e delle indagini riaperte? Perché comunque 'sta storia è grave sotto qualunque punto di vista. Se Stasi fosse innocente…
— Il Signor Distruggere (@SirDistruggere) March 13, 2025
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty