25 anni fa scompariva Angela Celentano

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La scomparsa di Angela Celentano è una delle più misteriose di sempre, e avveniva esattamente 25 anni fa. Il caso è ancora irrisolto, ci sono tante teorie dietro che i genitori non vogliono neanche più sentire. Angela aveva solo 3 anni quando il 10 agosto 1996 è scomparsa dal Monte Faito mentre era in gita con i genitori e un gruppi di conoscenti, facendo completamente perdere le sue tracce. Ancora oggi è un caso irrisolto e chissà se sapremo davvero la verità su cos’è successo quel giorno.

Quest’anno si è parlato tanto della piccola Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara del Vallo e di cui si sono riaperte le indagini proprio qualche mese fa. Quelle di Angela Celentano, invece, sono state archiviate proprio lo scorso anno. Eppure i casi delle due bambine non hanno poche cose in comune. In primis, nessuno ha visto niente, nessuno parla, queste due bambine sono letteralmente scomparse nel nulla. Da una parte però abbiamo la famiglia di Denise, che continua a parlare quotidianamente della figlia scomparsa, dall’altra quella di Angela Celentano, che ha scelto di essere più discreti, pur non dimenticando la propria bambina scomparsa.

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Angela Celentano

Un’altra cosa in comune fra i due casi, è che molte persone hanno pensato di essere le bambine, ma in nessun caso si è rivelato essere vero. Dei genitori che si sono illusi di poter riabbracciare la propria figlia ma che poi hanno visto sgretolarsi tutte le speranze. Dopo 25 anni, non sorprendono infatti le parole rassegnate della famiglia di Angela Celentano, che non vuol più sentir «parlare di indagini e ipotesi», sebbene continuino a pensare alla vita della loro bambina che è stata strappata dalla famiglia che l’amava.

«Voglio parlare di Angela, ma non voglio più discutere di ipotesi, piste, indagini. Sono sicuro che se c’è qualcuno che all’epoca dei fatti sapeva qualcosa di utile e non ha parlato, farà i conti con la sua coscienza e sono solo problemi suoi», ha detto Catello Celentano, papà di Angela, in un’intervista di Dario Sautto nel quotidiano Il Mattino, proprio qualche giorno fa. «Angela c’è sempre qui in casa, nei discorsi che si fanno, nelle chiacchierate di famiglia. Nel nostro cuore ha un posto speciale», ha detto ancora.

Tuttavia, nonostante non vogliano parlare di indagini e ipotesi (e probabilmente anche perché, per un certo periodo delle indagini, si pensava che fossero proprio loro a essere «persone informate dei fatti»), loro continuano a cercarla, «anche se da un po’ di tempo ci siamo convinti che debba essere più lei a cercare noi. La nostra famiglia è sempre attiva sui social, le sorelle gestiscono il sito internet e la pagina Facebook, dove ogni tanto scrivono un pensiero per lei. Ma dopo venticinque anni dovrà essere lei a contattare noi».

Avendo prima citato Denise Pipitone, la sua mamma, Piera Maggio, dice sempre di continuare a cercarla viva e soprattutto che prima o poi riuscirà a portarla di nuovo a casa. E questa è la stessa idea dei genitori della piccola Angela, che oggi avrebbe 28 anni: «La nostra speranza è viva come il primo giorno, non ci smuove nessuno. Certo gli anni passano e venticinque sono davvero tanti. Ma noi siamo sempre qui ad aspettarla, abitiamo sempre nella solita casa di Vico Equense e aspettiamo sempre il suo ritorno».

Il padre di Angela Celentano spiega anche perché non abbiano colto l’occasione di parlare anche della loro bambina scomparsa negli ultimi mesi in cui si è parlato tanto di Denise: «Abbiamo scelto noi familiari di non parlarne più, ma questo affetto ci dà una grande forza per andare avanti. In tutta Italia ancora se ne parla, ancora c’è tante gente che non ha dimenticato Angela. A noi familiari queste dimostrazioni di affetto danno una forza in più per proseguire. Già parlare ancora di Angela, dopo tanto tempo, per noi è molto importante».

Sono circa le nove del 10 agosto 1996, quando Angela esce dal portone della nostra casa. Venticinque* anni dopo, aspetto…

Pubblicato da Rosa e Naomi per Angela Celentano suLunedì 9 agosto 2021

La scomparsa di Angela Celentano

Angela Celentano scompare il 10 agosto 1996. I genitori la ricordano come «una bellissima mattina, piena di sole, piena di vita e si respirava un’aria piena di allegria. Le nostre bimbe, Rossana sei anni, Angela tre anni e Naomiun anno e mezzo si erano svegliate gioiose perche quel giorno si andava con tutti i parenti e amici, a fare una bel pic-nic sul Monte Faito», insomma, doveva essere una giornata rilassante in cui passare del bel tempo in famiglia.

La gita era organizzata dalla comunità cristiana fatta ad hoc per le famiglie, per cui non era nulla di improvvisato. La famiglia Celentano verso le 10/10:30 è salita in auto per raggiungere il luogo d’incontro con gli amici, che sarebbe dovuto essere il centro ippico del Faito ma che, quel 10 agosto 1996 era troppo pieno, per cui si decise di andare alla ricerca di un altro luogo in cui i bambini potessero giocare tranquilli, e trovarono questo luogo in una piazza antistante il centro sportivo.

C’erano circa quaranta persone tra adulti e bambini e per questo sembra quasi impossibile scrivere che Angela Celentano, alle 13, è completamente scomparsa nel nulla. La bambina aveva pranzato alle 12 con gli altri bambini e alle 13 era con la sua famiglia, aveva appena parlato con il suo papà e lui le stava per chiedere se avesse ancora fame, quando si è accorto che non c’era più.

«A quel punto, mi voltai e dissi: “Angela a papà…!” convinto che lei stesse ancora dietro di me, infatti le avevo parlato pochi minuti prima, ma mi accorsi che non c’era più, sparita nel nulla… Mentre scrutavo con lo sguardo con la speranza di individuarla, sentii Maria chiedermi cosa avrei preferito nel panino ed io le risposi: “…ma quale panino…io non vedo più Angela…”.»

Sito ufficiale di Angela Celentano

Ed è proprio in quel momento che sono cominciate le ricerche della bambina. Quasi 40 persone la cercava, la chiamavano e, non appena si resero conto che non c’erano tracce, chiamarono i carabinieri di Vico Equense. Subito allora il posto si riempì di persone volontarie che volevano trovare Angela, a cui poi si aggiunsero anche Carabinieri, Polizia, VVFF, Vigili Urbani, Finanza, Protezione Civile. Le ricerche sul posto sono continuate per quattro giorni e quattro notti. La famiglia tornò a casa solo ci fu la certezza che Angela Celentano, su quel monte, non c’era più.

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Angela Celentano

Sul sito di Chi l’ha visto leggiamo anche le dichiarazioni di Renato, un bambino di 11 anni che «racconta di essere sceso poco prima, proprio con Angela Celentano, per il sentiero che porta al parcheggio, per posare in macchina il suo pallone. Ha pregato Angela di non seguirlo, ma la bambina non si è lasciata convincere. A metà discesa il sentiero si incrocia con un altro trasversale: qui Renato ha ripetuto ad Angela di tornare indietro dalla mamma, quindi ha continuato da solo la sua discesa. Lasciata la palla in macchina è tornato verso il resto della comunità senza incontrare nessuno.»

Un mese dopo però Luca, un bambino di 12 anni, «racconta di aver incontrato quel giorno Renato insieme ad Angela mentre risaliva il sentiero. Luca dice di aver invitato l’amichetto a riportare la bambina alla madre, offrendosi lui stesso di farlo. Renato non gli avrebbe dato ascolto, ed avrebbe continuato a scendere con Angela verso il parcheggio». I due bambini, con affermazioni contrastanti, sono stati messi a confronto e interrogati separatamente, e le loro posizioni sono rimaste sempre tali. Non sappiamo ancora chi abbia detto la verità.

Le indagini sulla scomparsa di Angela Celentano

Nel corso delle indagini sulla scomparsa di Angela Celentano si sono seguite varie piste, dalla pedofilia al rapimento, poiché, all’ora della sparizione, fu notata sul Faito un’auto con due stranieri a bordo. Furono indagate tantissime persone tra cui molti partecipanti alla gita, ma non fu trovata niente di sospetto. Quattro anni dopo indagò persino l’FBI che trovò un uomo sospetto che abitata sul Monte Faito e che aveva in casa un’altarino dedicato alla bambina, con foto e ritagli di giornale delle indagini, tuttavia non furono trovate prove di colpevolezza.

Gennaro Celentano

Nel 1999 l’indagine continua e uno dei sospetti è Gennaro Celentano, zio di Angelo. Insieme a lui vengono sospettati i favoreggiamento e di reticenza anche quattro amici di famiglia e tre minorenni. I Carabinieri di Vico Equense «hanno consegnato ai magistrati un’informativa di oltre cento pagine che ricostruisce i tre anni di indagini dalla scomparsa della bambina», dopo aver escluso le ipotesi degli zingari, del maniaco, dell’incidente e del rapimento ad opera di organizzazioni specializzate.

Gli investigatori allora si sono concentrati sugli interrogatori fatti nei giorni successivi alla scomparsa all’interno della comunità evangelica di cui fa parte la famiglia di Angela. Maria Celentano, madre di Angela, aveva detto che la sera prima della gita sua nipote tredicenne, figlia di Gennaro, aveva fatto una domanda molto strana: «e se domani si pigliano Angela nel bosco?». La ragazzina si è poi giustificata dicendo che stava raccontando una favola. Il padre, riguardo questa dichiarazione, disse addirittura che si trattava di capacità paranormali, smentito però dagli psicologi che dissero che era qualcosa che aveva sentito e innocentemente riferito.

Quest’ipotesi si sposa anche con quella della macchina vista da un testimone con i due stranieri, ma anche con la testimonianza di un altro uomo che avrebbe visto la stessa auto sfrecciare velocemente con un uomo al volante, uno seduto dietro impegnato a nascondere qualcosa sotto il sedile. Tuttavia, anche l’ipotesi che fosse Gennaro Celentano uno delle persone ad aiutare nella scomparsa della bambina, viene smentita dal suo legale, Domico Ciruzzi, poiché non sussistevano elementi per poterne chiamare il rinvio a giudizio.

«…la notizia del 25 luglio del coinvolgimento di mio fratello nel rapimento di Angela oltre a stravolgere la vita sua e quella della sua famiglia ha in un certo senso stravolto anche la nostra. Perché, oltre a vivere il dolore della scomparsa di nostra figlia, abbiamo visto che la gente ha cominciato a guardarci con diffidenza e dal quel giorno ci sentiamo abbandonati. Abbiamo dovuto far stampare i volantini con le nostre forze, e ci sono 100.000 volantini che aspettano di essere spediti ai comuni, alle scuole, agli ospedali e alle guardie mediche. Ci siamo rivolti più di una volta al Ministero degli Interni per chiedere un aiuto, ma non abbiamo ancora ottenuto una risposta».

Catello Celentano

Celeste Ruiz

Nel 2010 inizia l’ipotesi Celeste Ruiz, residente in Messico e che pensava di essere Angela Celentano. Ha scambiato mail con la sorella di Angela per due anni, raccontando alcuni labili ricordi e inviando anche una foto alla famiglia che si convinse che quella potesse essere davvero la loro familiare scomparsa. Nelle mail aveva anche raccontato di essere stata abbandonata ma prima ancora rapita.

Nel 2012 la Procura della Repubblica di Castellamare riuscì, con l’aiuto della Polizia Postale, a individuare l’indirizzo IP del computer di Celeste, che risultava essere ad Acapulco. Si chiese la collaborazione con le autorità messicane ma, quando gli inquirenti andarono sul posto, non trovarono Celeste ma una famiglia con un ragazzo e una ragazza più piccola a quella di Angela. Il padre era un pubblico ministero della Giustizia messicana e la madre era un funzionario del ministero, e negarono che dal computer fossero partite quelle mail. Tuttavia, c’erano dei dati cancellati dal computer.

La pista Ruiz è molto complicata. Ci furono delle conferme da indagini giornalistiche in cui c’era effettivamente una bambina di 3 anni registrata in una piccola città messicana da una donna immigrata, e questo confermava la storia di Celeste. In più una famiglia amica dei Ruiz aveva fra i componenti una ragazza che poteva essere Celeste/Angela e che soggiornavano per lunghi periodi a casa loro, tuttavia, con le autorità messicane che collaboravano poco, gli inquirenti trovarono la casa di questa famiglia vuota.

A questo punto entra in gioco un figlio nato da un precedente matrimonio della signora Ruiz, che disse di essersi informato sulla storia di Angela Celentano e aver voluto fare uno scherzo alla famiglia, modificando una foto per farla sembrare simile alla bambina scomparsa. Tuttavia, la polizia scientifica italiana analizzò la foto e non sembrava essere ritoccata.

Malavita locale

Entra in gioco a questo punto la malavita venezuelana. Dalle indagini svolte all’epoca della scomparsa, alla gita partecipò anche una famiglia rientrata da poco dal Venezuela, dove erano emigrati, a causa di alcune minacce dalla malavita del posto, delle minacce che sembravano essere minacce di rapimento e non ci stupirebbe troppo poiché nel Sudamerica scompaiono tantissimi bambini.

Quest’ipotesi si sposa a pennello con quella dell’auto avvistata sul Monte Faito con gli stranieri a bordo. Si pensa che i due volessero rapire una bambina di quella famiglia ma che avrebbero sbagliato e rapito la bambina sbagliata, ovvero Angela Celentano. Ipotesi sostenuta anche dai tanti contatti della malavita Venezuelana con quella messicana e con quella italiana a causa della droga che passa per la Campania e che gli avrebbe concesso di avere appoggi in zona.

L’ipotesi di Celeste Ruiz si conclude quando una donna messicana che si è riconosciuta nella foto inviata da “Celeste Ruiz” si è presentata spontaneamente alle autorità giudiziarie italiane, dicendo di vivere a Parigi, di essere la donna in foto ma di non essere Angela Celentano. La foto era pubblica sul suo profilo Facebook e qualcuno deve aver notato la somiglianza e aver voluto prendere in giro la famiglia. Il test del DNA ha poi confermato che quella non è Angela Celentano. Ipotesi chiusa.

La pista turca

La pista turca è quella più recente e inizia tutto dalle dichiarazioni di Vincenza Trentinella, Presidente della Onlus “Gli amici del risveglio” che si occupa delle persone in coma, di cui si è parlato in modo molto superficiale in una delle puntate di quest’anno di Chi l’ha visto. Queste le dichiarazioni che la donna fece ai tempi e di cui è convinta anche oggi, insieme a tante persone online, ma non sostenute dai genitori di Angela. La donna parlò la prima volta sul settimanale Cronaca Vera, affermando quest’ipotesi:

«Su segnalazione di un personaggio molto importante mi veniva fatta confidenza di ogni dettaglio riguardante la storia di Angela Celentano (dove fosse, con chi fosse ed il perché ci fosse). Li per li, mi incuriosì ma non più di tanto. Mi fece anche altre confidenze ma non diedi molta importanza. Poi causa una malattia venne a mancare e sei mesi dopo tutta la stampa italiana parlava di una Chiesa su cui il personaggio mi aveva rivelato determinate cose che ora venivano a combaciare esattamente con la realtà. Incominciai a pensare: ‘Se tanto mi da tanto allora quello che mi fu detto era vero’.

Mi misi ad indagare fino a giungere sul luogo ove il personaggio mi aveva rivelato si trovasse Angela. Ma la cosa più sconvolgente è che tutto quello che vedevo era esattamente come me lo aveva descritto. Dunque recatami sul luogo preciso, vidi Angela camminare con due coetanee. La seguii e la filmai (da cui la foto conosciuta). Rientrata in Italia mi recai alla Procura della Repubblica di Napoli, parlai con il Procuratore Capo sbagliato perché non mi informò che due tre giorni dopo sarebbe andato in pensione, quindi il verbale della mia deposizione rimase in un cassetto.

Il 22 settembre 2009 invece grazie ad una presentazione andai a deporre dal Sostituto Procuratore della DDA di Napoli che aprì un fascicolo ed iniziò le indagini. Indagini tuttora in corso perché l’inchiesta si è rivelata complessa. Ad occuparsi delle indagini c’è il raggruppamento dei Ros. Non meno importante è l’aver appreso la composizione della loro intera organizzazione. Questi bambini rapiti vengono portati in luoghi che non fanno parte della comunità europea, vengono venduti dagli intermediari. Questi bambini vengono cresciuti in famiglie apparentemente normali.

Recentemente a causa di una querela fattami dai Celentano per diffamazione (rivelatasi strumentale perché io non ho mai diffamato nessuno) tutto l’enturage napoletano dei Celentano ha appreso chi sono e dove vivo. Ebbene da quel giorno sono sotto tiro.

Al mercato di Ventimiglia mi si è avvicinato un signore dicendomi: ‘Per te il cemento è pronto’, per non parlare di squilli al citofono durante la notte ad ogni ora. Sempre sul citofono della porta hanno inciso la mia iniziale cerchiandola come una corona di fiori. Per non parlare del fatto che nel mio citofono non ci sono i nomi di tutti i condomini ma solo i numeri, quindi sono ben informati di tutto.

Ma il pezzo forte di tutta questa vicenda è un messaggio su Facebook da parte di Tony Celentano a suo dire nipote di Catello Celentano e di attività tatuatore. Costui, buttandomi una turpe maledizione in cui mi augurò di dover vivere presto la stessa vicenda dei Celentano concludeva dicendo di stare attenta perché io ho una bambina piccola. A questo punto ho presentato io querela contro quest’ultimo, così da rendere pubblica la mia situazione di testimone a rischio.

Chiedo dare diffusione alla mia vicenda prima che mi capiti qualcosa

Dopo queste dichiarazioni la donna fu attaccata dai media e ancora nel 2021 si parla di lei. Nella puntata di Chi l’ha visto infatti si vede un suo video in cui afferma di non rispettare il comportamento della famiglia di Angela Celentano poiché «pur sapendo che la pista messicana era una pista priva di fondamento, loro l’hanno tenuta in essere per 7 anni, gabbando tutti, anche voi che mi scrivete che non rispetto questi genitori, anche voi siete stati gabbati e dite a me queste cose qua?», ma non solo.

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L’ipotetica Angela Celentano

«Non li rispetto. Mi dispiace e vi spiego il perché. Io non posso rispettare… partiamo dall’avvocato. Non posso rispettare l’avvocato Ferrandino, che può avere benissimo una carta intestata che sembra un capitolato di storia, però poi nel comportamento il professionista nun ce sta, in quanto questo avvocato spaccia un documento facendolo passare per un altro. Lui usa il verbale dei carabinieri del Ros facendolo passare per decreto di archiviazione. Questo succede nel 2011 ma il decreto di archiviazione arriva nel 2013. Quindi l’avvocato va in televisione e mente», dice nel video.

Tuttavia, l’avvocato Ferrandino difende se stesso e la famiglia. Infatti la donna «attacca la famiglia dicendo una serie di fesserie, delle sciocchezze veramente enormi», ma il legale fa sapere che la pista turca fu inventata da lei che fornì un indirizzo che però era quello del municipio. Nel frattempo le indagini su Angela Celentano continuavano ed era stato messo in mezzo anche l’Interpol, ma quella pista turca fu verificata già dalla Procura. Vi lasciano, infine, altre dichiarazioni che Vincenza Trentinella fece ai tempi:

«La bambina è viva l’ho fotografa e filmata il 10 marzo 2009 in Turchia. sono andata lì sapendo cosa cercare. Una persona molto importante mi ha fatto questa confidenza e sono andato a verificare. ma non posso fare il nome. è una figura istituzionale importante, che è venuta a mancare qualche tempo fa. Ho trovato la ragazza e mi sono rivolta alla DDA di Napoli. La credibilità sul mio racconto c’è, altrimenti avrebbero già chiuso il fascicolo. Sono state fatte delle indagine e ci saranno stati dei riscontri.

Il mio più recente interrogatorio da parte dei Ros risale al giugno scorso sugli ultimi dettagli che avevo da dire. Poi sono stata querelata ma mi astengo da qualsiasi commento. Per quello che mi risulta la bambina sta benissimo e vive con una persona che lei crede essere suo padre e lui la tratta come una figlia a tutti gli effetti. Ha studiato e conosce diverse lingue ma non ha frequentato le scuole.

Angela sarebbe stata scelta, voluta, pagata. È stata consegnata e già la sera stessa stava con questo signore. Chi ha operato il rapimento l’ha fatto su commissione e chi ha riscosso il denaro è l’organizzazione malavitosa che ha compiuto il crimine. Secondo il programma “Quarto Grado” sarei uno “sciacallo” che vive sulle disgrazie degli altri, ma lo sciacallo non mette i propri soldi e soprattutto non rischia la vita per andare in Turchia, in un Paese che non è facile. E per di più sono andata da una persona che da 15 anni tenta in tutti i modi di guardarsi le spalle».

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