Il procuratore generale repubblicano dell’Alabama ha dichiarato che le donne nello stato che usano farmaci su prescrizione per interrompere la gravidanza (quindi pillole abortive) potrebbero essere perseguite ai sensi di una legge sul rischio chimico, anche se la legge anti-aborto dell’Alabama non intende punire le donne che abortiscono. Nei giorni scorsi ha anche sottolineato che un divieto statale che colpisce coloro che facilitano gli aborti non preclude allo stato di cercare di penalizzare le donne in base ad altre leggi esistenti. Insomma, non va bene mai.
Tantissime donne stanno lottando per far sì che l’aborto non diventi illegale negli Usa. Qualche mese fa abbiamo parlato del duro discorso di una dodicenne davanti al legislatore del West Virginia. Addison è una delle circa 90 persone che hanno parlato in una conferenza pubblica, condividendo le proprie storie sull’aborto prima che una legge fosse approvata per vietarlo. L’Independent riporta le sue parole, insieme a quelle di tante altre donne.
«Devo sottoporre il mio corpo al trauma fisico della gravidanza? Devo subire le implicazioni mentali, un bambino che non aveva voce in capitolo su ciò che veniva fatto al mio corpo?». Pone poi una domanda molto importante a cui in troppi non pensano: «Alcuni qui dicono di essere pro-vita. E la mia vita? Della mia vita non ti importa?».
In quell’occasione il governatore del West Virginia Jim Justice, un repubblicano, aveva chiesto ai legislatori di modernizzare e chiarire le restrizioni sull’aborto. «Dal momento in cui la Corte Suprema ha annunciato la propria decisione a Dobbs, ho detto che non avrei esitato a convocare una sessione speciale». «Come ho detto molte volte, sostengo con orgoglio la vita e credo che ogni vita umana sia un miracolo che vale la pena proteggere», disse.
La situazione, tuttavia, è tragica in diversi paesi degli Usa. In Alabama, ad esempio, è illegale ricorrere all’aborto, e anche all’aborto farmacologico. Una vera e propria guerra alle donne e al loro futuro.
Alabama e la guerra contro le donne e il loro diritto all’aborto
Steve Marshall ha commentato la decisione da parte della Food and Drug Administration degli Stati Uniti di consentire alle farmacie certificate di dispensare il farmaco per l’aborto mifepristone alle persone che hanno una prescrizione. «La legge sulla protezione della vita umana prende di mira i fornitori di aborti, esentando le donne ‘su cui viene eseguito o tentato di eseguire un aborto’ dalla responsabilità ai sensi della legge», ha detto ad AL.com. «Non fornisce un’esenzione generale da tutte le leggi penali, inclusa la legge sui rischi chimici, che la Corte Suprema dell’Alabama ha affermato e ribadito protegge i bambini non ancora nati».
Il mifepristone può essere usato insieme a un altro farmaco, il misoprostolo, per interrompere una gravidanza. In precedenza, queste pillole potevano essere ordinate, prescritte e dispensate solo da un operatore sanitario certificato. Durante la pandemia di Covid-19, la FDA ha consentito l’invio delle pillole per posta e ha affermato che non avrebbe più applicato una regola che richiede alle persone di ottenere il primo dei due farmaci di persona in una clinica o in ospedale.
La legge sul pericolo chimico è stata approvata nel 2006 a causa dell’elevato consumo di droghe in Alabama con l’obiettivo di proteggere i bambini dalle sostanze chimiche in casa, ma i procuratori distrettuali hanno applicato con successo la legge per proteggere i feti delle donne che hanno fatto uso di droghe durante la gravidanza. Il democratico Chris England si è ovviamente opposto, dicendo che la legge sul pericolo chimico è «estremamente chiara» e in base ad essa una donna non può essere perseguita per aver assunto un farmaco legalmente prescritto.
Listen, do not believe this bullshit. Cmon man. Steve Marshall can not prosecute a woman for chemical endangerment for taking a lawfully prescribed medication. Just read the law. https://t.co/l9Yl0lzMr7 pic.twitter.com/olSWHkmJZp
— Chris England (@RepEngland70) January 11, 2023
Emma Roth, un avvocato di Pregnancy Justice, un’organizzazione no profit che fornisce rappresentanza legale alle donne accusate di crimini legati alla gravidanza, ha dichiarato su Twitter che l’effetto dei commenti di Marshall sarà quello di creare «una cultura della paura tra le donne incinte». «Il legislatore dell’Alabama ha chiarito la sua opposizione a qualsiasi azione penale del genere quando ha esentato esplicitamente i pazienti dalla responsabilità penale in base al divieto di aborto», ha detto alla CNN.
Mary Ziegler, professoressa di diritto presso l’Università della California, ha detto che il movimento antiabortista era alla ricerca di modi per stabilire varie leggi che trattino un feto come persona. «La premessa di base è qualcosa come l’abuso o la negligenza infantile – ma si applica a ciò che accade durante la gravidanza piuttosto che dopo. Il fatto che non sia solo un politico di alto profilo a dirlo, ma un procuratore, qualcuno che ha la capacità di perseguirti, è un gran problema».
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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