Una donna aveva avuto un aborto spontaneo in El Salvador, uno dei paesi in cui c’è una legislazione più restrittiva al mondo riguardo l’aborto, nel 2019 e lunedì è stata condannata a 30 anni di carcere, nonostante la sua gravidanza si sia interrotta e non sia stata lei ad abortire. La gravidanza infatti si era interrotta in modo spontaneo, nel mezzo di un’emergenza ostetrica. Dopo è stata tenuta in custodia cautelare per due anni, rilasciata a ottobre 2021 e lunedì è stata emessa la sentenza:
«La sentenza (…) è un duro colpo sulla strada per superare la criminalizzazione delle emergenze ostetriche che, come ha già sottolineato la Corte interamericana dei diritti umani, devono essere trattate come problemi di salute pubblica», ha detto Morena Herrera, presidente dell’organizzazione Citizen Group for the Depenalization of Abortion. I media dicono che la prima volta da sette anni che una donna alle prese con un aborto spontaneo o dovuto ad una emergenza ostetrica è condannata da un tribunale di El Salvador.
Infine, sottolinea che il presidente Nayib Bukele aveva promesso di «porre fine alla persecuzione sistematica delle donne che affrontano emergenze sanitarie durante le loro gravidanze».
Nuova orrenda condanna nel #Salvador, dove la dottrina è legge (draconiana).
— Raffaele Carcano (@RaffaeleCarcano) May 11, 2022
Trent’anni di prigione per Esme, che ha avuto un #aborto spontaneo ma che è stata giudicata colpevole di omicidio aggravato – dopo due anni di carcerazione preventiva.https://t.co/56XTc9vDSM
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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