#4 – Riviviamo i classici della nostra adolescenza: Twilight

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Bentornati in Riviviamo i classici della nostra adolescenza, con oggi, dopo aver analizzato Bella, Edward, la coppia e Jacob, insieme ad altri fattori, concludiamo il capitolo di Twilight, decidendo in quale classico immergerci dalla prossima settimana.

Sono un po’ triste di concludere gli articoli su Twilight, più che altro perché ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, tuttavia penso proprio che, appena finita questa infinita sessione di esami, proverò a dedicarmi anche alla lettura degli altri tre libri della saga del leone che si innamora dell’agnello.

Nel primo articolo su questa saga, nel paragrafo in cui abbiamo analizzato il prologo, vi avevo anticipato che Twilight non parla, come tutti possono pensare, della scelta di Bella fra un vampiro o un licantropo, tra un ragazzo figo e l’altro ancora più figo. Molti paragonano la saga con quella di Harry Potter che, al contrario, ha tanti insegnamenti.

Tuttavia, se solo ci si fermasse a pensare per qualche minuto, si riuscirebbe a comprendere su cosa davvero si basa questa saga di libri tanto odiata e tanto amata. Ed è proprio di questo che oggi tratteremo, della morale di Twilight, di cosa il libro di Stephenie Meyer ha lasciato alle generazioni future.

Twilight: la morale dei libri

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Sebbene sia considerato un libro superficiale in cui c’è il solito triangolo amoroso, una ragazza bellissima che si innamora di uno dei due ma allo stesso tempo desidera anche l’altro, insomma il solito teen drama che ormai si vede spesso su Netflix (un esempio sono The Kissing Booth o Tutte le volte che ho scritto ti amo), Twilight è molto più di questo.

E, per quanto possa stupire, ha in realtà più di una morale. Sì, nulla di imparagonabile con la saga di Harry Potter, nessuno sta dicendo che il libro di Twilight è il migliore mai scritto, quindi basta dire “E ma Harry Potter…” come se quelli delle avventure del mago fossero gli unici libri che queste persone hanno letto nella propria vita. Harry Potter è un bel libro come è anche un bel film, nessuno sta dicendo il contrario.

Quindi, analizziamo insieme e subito i due temi fondamentali che io ho trovato in Twilight.

L’accettazione di Bella nei confronti di se stessa

La protagonista della storia è Bella, è il primo personaggio che conosciamo e anche quello di cui leggiamo il punto di vista, quindi è inevitabile che la morale di Twilight riguardi lei. Dobbiamo ricordare che il pubblico del libro e dei film è in genere adolescenziali, io, ad esempio, l’ho letto per la prima volta quando ancora frequentavo le scuole medie e, come Bella, non mi sentivo a mio agio.

È inevitabile notare quanto Bella sia insicura di se stessa, non solo per il suo aspetto fisico (tanto da non riuscire neanche a pensare che uno come Edward possa mai guardarla), ma anche per la sua età dopo (il fatto di essere un anno più grande di Edward le fa persino venire gli incubi). Bella teme sempre che Edward possa lasciarla. Dei pensieri che, a parte quello sull’età, un’adolescente insicura fa fin troppo spesso.

 

Quando si trasferisce a Forks, Bella si sente come un pesce fuori dall’acqua, non è a suo agio con la comunità, neanche con gli amici che si è fatta e che sembrano essere disponibili e soprattutto che cercano di farla integrare, invitandola a uscire o passando del tempo con lei. Bella non è snob, come può sembrare, semplicemente non si sente parte di un gruppo.

Tuttavia, quando incontra Edward, quando scopre dell’esistenza dei vampiri, quando entra a far parte della famiglia Cullen, lei rinasce. E con questo non intendo dire che ogni ragazzina che si sente insicura è destinata a diventare un vampiro per sentirsi bene con se stessa, ma solo che ogni persona è destinata a trovare se stessa, a riuscire a sentirsi a proprio agio.

E se non avviene subito, basta solamente aspettare. Gli anni del liceo sono spesso anni difficili, ma non mi bisogna rassegnarsi, bisogna saper aspettare. Lo stesso discorso, tra l’altro, vale per Edward, che ha aspettato cento se non più anni per trovare la sua anima gemella. Ma, quella dell’anima gemella, è una storia a cui non tutti credono. Io, che sono un’inguaribile romantica, ci credo fin troppo.

La scelta tra l’essere di chi dovrebbe e chi vorrebbe

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Sì, in Twilight c’è una scelta, ma non c’è la scelta fra lo scegliere il vampiro o il licantropo, fra Edward e Jacob. È una scelta fra la vita normale che i suoi genitori vorrebbero per lei e ciò che invece vuole lei, in questo caso, essere un vampiro.

Bisogna solo riuscire a cogliere la metafora. Scegliere Jacob significa continuare a condurre una vita normale, come quella che avrebbe avuto a Phoenix restando con sua madre. Si sarebbe fidanzata, diplomata, avrebbe avuto una prima volta, avrebbe frequentato l’università, si sarebbe sposata, avrebbe lavorato e si sarebbe anche fatta una famiglia. Di certo quello che ogni genitore vorrebbe per il proprio figlio.

Ma stare con Edward, significava scegliere quello che lei desiderava davvero, che andava allo stesso tempo contro tutto ciò di cui era sicura. Stare con Edward significava imboccarsi in una strada senza ritorno, in una strada sconosciuta ma che lei sapeva che l’avrebbe resa felice. Quindi, in fin dei conti, è una scelta tra la felicità e la monotonia.

Come quando ti trovi in quinto liceo e devi scegliere l’università: da una parte hai la facoltà che ti farebbe diventare ricco (ma quale, nel 2020?), dall’altra quella che invece ti piace.

Per cui, non fermatevi all’apparenza, non pensate che Twilight sia solo una storia d’amore, perché, in realtà, è molto più di questo.

 

Vi ricordo che se volete proporre il prossimo classico da leggere, potete farlo su Instagram o su Twitter.

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