#1 – Riviviamo i classici della nostra adolescenza: Twilight

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Quante volte ci capita di riguardare il nostro passato, magari riaprire la scatola che aveva all’interno tutti i poster che avevamo appeso al muro quando eravamo adolescenti, e pensare: “Ma quanto ero stupida?”, o ancora “Ma come faceva a piacermi?”. Bene, io ho deciso di rileggere il libro di Twilight.

Non penso che ci sia bisogno di una presentazione o di dire di cosa parla una delle saghe di vampiri più famose, di genere paranormale rosa, ovvero un genere che include delle storie d’amore (una o più) nell’ambito del paranormale. Nel caso di Twilight, abbiamo dei vampiri e dei licantropi.

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In ogni caso, per chi ha la memoria breve, facciamo una piccola sinossi: al centro della vicenda c’è Isabella Swan, una ragazza di 17 anni completamente normale, ed Edward Cullen, un vampiro. I due si innamorano inesorabilmente ma questa loro storia d’amore crea diversi problemi, poiché, in primis, Bella è un’umana in mezzo ai vampiri, in secundis, perché i rapporti tra le due specie sono vietati. Aggiungiamoci anche un licantropo, Jacob Black, innamorato della ragazza e il triangolo è completo.

In questa nuova rubrica, “Riviviamo l’adolescenza“, ho deciso di rileggere, o riascoltare, o rivedere, i classici che hanno accompagnato la nostra adolescenza, riconsiderando tutto con gli occhi di una ventenne. Quando avevo 11 anni ero ossessionata da Twilight e non vi nego di avere ancora un quadro con Bella ed Edward appeso in camera, quindi la saga scritta da Stephenie Meyer dal 2005 al 2008, è decisamente il primo ricordo che voglio rivivere.

Tralasciamo il fatto che io sappia letteralmente tutti i film a memoria, così tanto da anticipare qualsiasi battuta, non leggevo i libri della saga da un po’, per questo rileggerli mi ha fatto non poco piacere. E ora, senza perdere altro tempo, iniziamo con il prologo e i primi tre capitoli (in ogni articolo, leggerò tre capitoli).

Prologo di Twilight

Per chi ha visto più e più volte il film, saprà a memoria la frase pronunciata da Bella all’inizio del film, quando vediamo il cervo che fugge dal suo cacciatore. Anche il libro inizia con una frase simile:

«Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un’occasione, ma di sicuro non l’avrei immaginata così.»

Nel film, invece, Bella dice che morire per qualcuno che ama le sembra un buon modo per andarsene. In un modo o in un altro, quindi, sappiamo già che la ragazza, inesorabilmente morirà. Tre libri dopo, però. Poi c’è la metafora che, personalmente, apprezzo tanto, quella del cacciatore e della preda, che poi si ritrova sempre nello stesso libro con “il leone e l’agnello”.

«Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall’altra parte della stanza stretta e lunga, e lui ricambiava, con uno sguardo garbato.

Era senz’altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un’altra persona, qualcuno che amavo. Una maniera nobile, anche. Conterà pur qualcosa.

Sapevo che se non fossi mai andata a Forks non mi sarei trovata di fronte alla morte. Per quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude.»

Penso che in quest’ultima citazione ci sia proprio la morale di Twilight, che si vedrà ancora più avanti leggendo gli altri libri della saga. Chiunque abbia visto i film pensa che non siano altro che la storia di un amore impossibile tra un’umana e un vampiro, ma in realtà, anche nel triangolo, vediamo Bella che si trova a fare una scelta, che no, non è quella tra il ragazzo più figo. Ma questo lo vedremo più avanti (altrimenti che gusto c’è!).

«Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con un passo lento e sfrontato, pronto a uccidermi.»

Il primo incontro con i Cullen nel libro di Twilight

Nel primo capitolo del libro c’è la scena emblematica del primo incontro da Bella e la sua futura famiglia. C’è una differenza con il film sin da subito, non solo per come conosce i Cullen ma anche i suoi amici di scuola, che lei ignora in un modo abbastanza snob. Rileggendolo con la mente di una 21enne, ho anche notato come Stephanie Meyer si prenda anche gioco di alcuni luoghi comuni, come ad esempio Jessica che parla di Edward come uno che è single perché nessuna è alla sua altezza, e dice “la volpe e l’uva“.

Un’altra cosa che ho apprezzato è come difenda, sempre da Jessica, Esme Cullen, che dalla ragazza è sminuita poiché non può avere figli. Stephanie Meyer invece fa passare il messaggio che una donna che non può avere figli non è una donna inferiore, e che se ha scelto di adottare perché non può avere figli non rende il suo gesto meno apprezzabile.

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In ogni caso, Bella vede per la prima volta i Cullen quando sono già seduti al tavolo, mentre hanno un piatto davanti che non mangiano neanche per sbaglio, quindi niente scena a rallentatore con la famiglia che entra nella mensa. La ragazza dice subito che i fratelli sembrano molto più grandi del previsto (sarà per questo che il cast non ha scelto adolescenti per interpretarli?), tanto che sembra che dovrebbero frequentare l’università.

Nel libro ci è anche spiegato che i Cullen non sono fratelli per davvero, tranne gli Hale, ovvero Jasper e Rosalie, che sono davvero fratello e sorella ma che sono stati adottati dai Cullen.

Anche la scena della lezione di biologia in cui Edward è sofferente accanto a Bella è molto superioremolto meno cringe nel libro rispetto al film, sarà perché non vediamo effettivamente ma possiamo limitarci a immaginare.

Nel secondo capitolo, in più, si legge una bella conversazione fra Bells e Charlie, suo padre, proprio sui Cullen. L’uomo ha solo belle parole nei confronti dei figli e della famiglia, che descrive come educati e maturi.

La prima chiacchierata con Edward

Come dimenticare la scena in cui Edward viene considerato da tutti bipolare poiché, letteralmente, passa dal tapparsi il naso agonizzante accanto a Bella, a chiacchierare amorevolmente con lei come se nulla fosse successo?

Bene, nel libro succede più o meno lo stesso, diciamo che i due chiacchierano e partecipano alla lezione normalmente, in realtà interviene anche il professore che dice che i due, considerando che Isabella a Phoenix frequentava il corso avanzato di biologia, dovrebbero lavorare insieme. Detto fatto, insomma.

Il secondo capitolo è principalmente incentrato sul dialogo dei due durante la lezione di biologia, non parlano però nel corridoio come avviene nel film, quando lei gli chiede degli occhi.

Durante il terzo vediamo invece l’incidente in cui Edward salva Bella, ma è abbastanza diverso dal film. No, non l’incidente, l’incidente è quello, ma tutto quello che avviene dopo. Più che altro Bella ha modo di parlare con Tyler, il ragazzo che l’ha quasi investita, e anche lui conferma che Cullen non fosse vicino a lei quando l’ha investita. Vi è anche più presenza di Edward in sala, che però non si è fatto, chiaramente, neanche un graffio.

Per quanto concerne l’atteggiamento di Edward, è analogo a quello del film. Non vuole dire proprio nulla.

Il personaggio di Bella in Twilight

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Kristen Stewart è ancora oggi presa in giro per la sua recitazione in Twilight, accusata di avere addosso solo un’espressione. Probabilmente è vero, non ha dato il meglio di sé nel film (ma, parliamoci chiaro, è migliorata notevolmente), ma non la si può crocifiggere dopo anni.

Insomma, nel film Bella Swan è abbastanza noiosa, ma nel libro sembra sin da subito una ragazza combattiva con i suoi ideali, oserei dire anche più matura rispetto ai suoi coetanei.

Questo non solo per le considerazioni scritte prima sulla sua amica Jessica, ma anche per come si atteggia con Edward. Diciamo che è una ragazza comune che ha paura di non piacere al più figo della scuola, ma questo non le vieta di parlarci e, subito dopo l’incidente, affrontarlo.

Lei non si sente in debito con lui solo perché l’ha salvata, ma vuole delle risposte sul come l’ha salvata. Insomma, personalmente, ritengo che il personaggio di Bella nel libro di Twilight sia nettamente superiore e con molto più carattere rispetto alla Bella Swan che, nonostante tutto, abbiamo imparato ad amare nei film. Può essere che continuando a leggere la mia idea cambi, per carità, ma al momento sono convinta della mia idea.

 

Complessivamente a me piace il libro di Twilight, ritengo che Stephenie Meyer sia una grande scrittrice e amo il suo modo di scrivere, per niente pesante o noioso. Per cui, per i primi tre capitoli più prologo, continuerò a leggere il libro di Twilight. Alla prossima settimana!

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