
“Mi sputava addosso”: le gravi accuse contro Rocco Siffredi e il silenzio che non possiamo più tollerare
Sono tre le giovani donne ā Lera, Gloria e Ophelia Dust ā che hanno deciso di parlare durante un servizio delle Iene. Con nomi e volti, hanno raccontato pubblicamente abusi, umiliazioni e comportamenti violenti che avrebbero subito da Rocco Siffredi, figura ben nota nel mondo dello spettacolo italiano e internazionale.
Le accuse sono gravi. Non si tratta di incomprensioni o tensioni sul lavoro, ma di atti fisici e verbali pesanti: sputi in faccia, frasi denigratorie, rapporti non consensuali e vere e proprie aggressioni psicologiche. Ā«Dicevo: āIo non lo voglio fareā, ma continuava a sputarmi addosso, a dirmi: lo vedi che ti piace, tr**a? Per me ĆØ stato uno stupro a tutti gli effetti. Anche davanti alle telecamere.Ā Ć stata una doppia violenzaĀ», racconta Gloria. Unāaltra riferisce di aver lasciato il set sanguinante, mentre la terza parla di dissociazione e panico in un bagno dove si sarebbe consumata un’aggressione lontano da qualsiasi telecamera:
In quel momento ho sentito di essermi dissociata dalla realtà . Non so se ero viva o morta. Lui ha continuato così per dieci minuti. E io non urlavo, non parlavo.
Ophelia Dust

Rocco Siffredi: «è una congiura»
Rocco Siffredi ha respinto ogni accusa, parlando di una ācongiura internazionaleā ai suoi danni. Ma ĆØ il solito copione: quando le donne denunciano, il potente si dichiara vittima. Come se fosse impensabile che, finalmente, la paura abbia lasciato il posto alla voce. In queste testimonianze non cāĆØ voglia di vendetta, ma sete di giustizia. Non cāĆØ vittimismo, ma luciditĆ . Queste ragazze non stanno chiedendo simpatia: stanno esigendo rispetto. E se oggi ne parlano pubblicamente, ĆØ perchĆ© evidentemente nelle sedi private nessuno le ha mai davvero ascoltate.

Secondo le testimonianze, le condizioni pattuite prima delle riprese sarebbero state sistematicamente ignorate. I confini stabiliti nei contratti, spesso precisi e rigorosi, venivano superati senza preavviso, con gesti che andavano ben oltre quanto era stato concordato. Ā«Forse in qualche scenaĀ sono stato un poā esagerato, maĀ non ho mai costretto nessuna. Il mio modo di vivere il sesso ĆØ intenso, ma sempre consensuale.Ā Non sono uno stupratore pervertitoĀ», ha detto Rocco Siffredi.
CāĆØ chi parla di atti esplicitamente vietati, messi comunque in scena. Tra le accuse più inquietanti, anche quella di una gestione manipolatoria dei cosiddetti āvideo di consensoā: strumenti che dovrebbero servire a confermare, dopo i fatti, che tutto si ĆØ svolto nel rispetto e senza costrizioni. Ma secondo alcune fonti, questi video sarebbero stati girati prima, trasformandoli in una pura formalitĆ e svuotandoli di qualsiasi valore legale o morale.
Bisogna essere molto chiari: sputare su una donna, umiliarla, forzarla, anche solo verbalmente, non ĆØ libertĆ creativa, non ĆØ espressione di nulla. Ć abuso. Ć potere usato per schiacciare. Ć violenza. E quando le parole vengono sminuite ā āera solo una battutaā, āci stavamo divertendoā, āera tutto parte del giocoā ā allora il problema ĆØ ancora più grande. PerchĆ© significa che cāĆØ ancora chi crede che il rispetto sia un optional. Che il consenso si possa interpretare.

Noi stiamo con Lera, Gloria e Ophelia Dust. Siamo con tutte le donne che trovano il coraggio di raccontare ciò che hanno vissuto, anche quando sanno che verranno accusate di voler ādistruggere unāiconaā. PerchĆ© se quellāicona ĆØ costruita sul silenzio e sul dolore altrui, allora forse ĆØ giunto il momento di abbatterla.
Le indagini devono partire subito. Senza insabbiamenti, senza favoritismi. Senza quel fastidioso atteggiamento paternalistico che cerca sempre di minimizzare quando a parlare sono le donne. Ć ora che chi ha sempre goduto di impunitĆ risponda delle proprie azioni, pubblicamente e nelle sedi opportune. E che le donne ā tutte ā sappiano che non sono sole.
I commenti orripilanti che sto leggendo oggi sulla questione Rocco Siffredi mi stanno solo confermando alcune cose:
— Federica (@ho_la_nausea) April 16, 2025
1) non conoscete la lingua italiana e non sapete cosa significa CONSENSO
2) non avete ancora capito che āNOā significa āNOā in ogni momento di un rapporto
Bestie.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty