Matteo Salvini contro Amazon: «Natale senza Amazon»

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Amazon è entrato nelle nostre vite da anni, permettendoci di acquistare da casa dei prodotti che ci servivano, che siano dei regali di Natale, degli oggetti elettronici e un tempo si poteva persino fare la spesa sulla piattaforma online. Con Amazon Prime, poi, tutto diviene più semplice, poiché le consegne riescono ad arrivare anche in uno o due giorni (dipende dove vivete). Ma questo non va bene per Matteo Salvini, la Codacons e altri esponenti di destra.

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Fonte: pexels

Da una parte si può anche comprendere il perché vogliano eliminare Amazon nel periodo natalizio, ovvero ottenere il consenso dei negozietti che, forse sì o forse no, dipenderà dalla curva dei contagi di questa settimana, potrebbero restare chiusi durante il periodo natalizio nelle zone rosse. Dall’altra, però, vietare Amazon, fare la lotta a colosso americano, è una sorta di lotta contro il futuro e il miglioramento.

In più, c’è da dire anche che, sebbene a perderne sarebbero i negozietti fisici, dall’altra vietando Amazon si toglierebbe lavoro ad altre persone, come i dipendenti o i corrieri che, in questo periodo di pandemia in cui uscire da casa era fin troppo pericoloso per noi e per i nostri familiari, non ci hanno mai fatto mancare nulla. Ma, dopotutto, ognuno ha la propria opinione, noi ci limiteremo a esporre i fatti.

Boicotta Amazon: l’opinione di Matteo Salvini e altri

L’iniziativa di boicottaggio nei confronti di Amazon è partita in Francia, da Alexandre Jardin, uno scrittore di cui potete acquistare i libri… su Amazon. Sì, fa già abbastanza ridere detto così. Ovviamente, poi, Matteo Salvini non si lascia perdere una polemica, per cui ha subito postato una storia e poi un tweet chiedendo ai suoi amati e fedeli fan cosa ne pensassero di questa situazione.

Inutile dirvi che anche tutti i libri di Matteo Salvini (sì, fa già ridere detta così) sono disponibili tutti su Amazon. In ogni caso, i commenti sotto il post del leader della Lega spiegano benissimo perché Amazon è preferito dai cittadini durante una pandemia, e non solo perché gli permette di non uscire da casa (ma a un politico che a Giugno faceva manifestazioni e assembramenti senza mascherina, questo non importa più di tanto):

«Perché tanta gente non può permettersi di pagare lo stesso prodotto comprato nel negozio sotto casa quasi doppio. Proponi piuttosto di fare pagare le tasse sulle vendite fatte in Italia all’erario italiano. I disoccupati di Amazon li mandiamo a mangiare a casa tua?» 

Matteo Salvini, durante la trasmissione di Rai 4 Fuori dal Coro, ha affermato che «Ma è normale che qualcuno vada in tv a dire facciamo i regali su Amazon?», facendo riferimento a molti personaggi che hanno consigliato ai cittadini di fare gli acquisti online (tra l’altro, adesso è possibile fare acquisti persino su Instagram o su Facebook, e a breve anche tramite Whatsapp).

Ha poi anche affermato, nella stessa puntata: «Ma basta con questa Amazon, In Francia c’è una petizione ‘Natale senza Amazon’. Pretendiamo che paghino le tasse? Natale in anticipo su Amazon? Non scherziamo, tra un po’ faremo l’amore su Amazon…». La sua opinione è stata condivisa anche da Confesercenti, che dice:

«Questa seconda ondata sta creando uno squilibrio di concorrenza gravissimo tra i negozi reali e il web: mentre i primi sono chiusi d’ufficio da governo e regioni, il canale delle vendite on line di fatto agisce ed opera in condizioni di monopolio. Un problema serissimo per i negozi, soprattutto in vista del Natale».

Maurizio Gasparri, invece, afferma:

«I nostri artigiani, i nostri commercianti, le piccole aziende stanno soffrendo una crisi senza precedenti. Amazon invece incrementa il proprio capitale contando anche su una sorta di immunità fiscale che non ha più ragione di esistere e contro la quale l’Europa deve prendere provvedimenti. Una concorrenza impossibile da sostenere, che ha impoverito le nostre città e che ha quindi bisogno di importanti scelte da parte della politica».

Infine, si è espressa anche la Codacons, nemica storica dei Ferragnez e che durante la quarantena, come ha dimostrato Fedez, hanno cercato di rubare soldi agli italiani:

«Qualora rimangano in vigore le restrizioni anti-Covid sul fronte dei negozi, le società dell’e-commerce come Amazon otterrebbero enormi benefici perché tutti gli acquisti degli italiani verrebbero trasferiti dai negozi fisici al web se da un lato i consumi e le produzioni italiane potrebbero beneficiare dello shopping online, dall’altro vi sarebbe un danno enorme per il commercio al dettaglio tradizionale e una palese lesione della concorrenza e del mercato.

C’è poi la questione sanitaria: nei magazzini di Amazon lavorano centinaia di persone e la catena di trasporto e consegna merci coinvolge un elevato numero di soggetti, situazione che alimenta la possibilità di contagi molto più che nei piccoli negozi, dove entra un numero ristretto di consumatori sottostando a rigorose norme anti-Covid».

La petizione francese

Come abbiamo anticipato, quest’iniziativa è partita in Francia con una petizione dove si legge: «Caro Babbo Natale, quest’anno stiamo assumendo l’impegno di un Natale senza Amazon», firmata anche dalla sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ma sostenuta anche da diverse figure politiche, tra cui anche Matthieu Orphelin, un deputato che afferma: «Non è solo un invito a non ordinare su Amazon, è anche una petizione positiva a beneficio dei commercianti locali e di un e-commerce più sostenibili».

Nella petizione si chiede la chiusura dei magazzini e l’introduzione di «leggi utili alla nostra economia piuttosto che aumentare ulteriormente la già delirante fortuna di Jeff Bezos». Tuttavia, la risposta di Amazon France non ha tardato ad arrivare.

«Siamo diventati, nostro malgrado, una voce per alcune organizzazioni che desiderano garantire una migliore copertura mediatica delle cause che rappresentano. Questi gruppi fanno affidamento, spesso volontariamente, su informazioni fuorvianti. La nostra attività sostiene oltre 11 mila imprenditori e commercianti francesi che si affidano ad Amazon per mantenere le loro attività e l’occupazione.

Abbiamo investito più di 9,2 miliardi di euro nelle nostre attività francesi dal 2010 e stiamo impiegando più di 9.300 persone nel Paese per servire i nostri clienti. I nostri impieghi forniscono un’eccellente retribuzione, vantaggi completi e grandi opportunità di carriera, il tutto in un ambiente di lavoro positivo, sicuro e moderno».

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Fonte: pixabay

Insomma, le opinioni sono diverse, c’è chi ritiene che Amazon sia necessario e che, al massimo, dovrebbero essere i negozietti a doversi modernizzare, allo stesso tempo altri ritengono che andrebbero introdotte delle tasse, mentre altri ancora vorrebbero eliminare del tutto l’e-commerce online che, tuttavia, è molto utile non solo per le persone che si trovano in quarantena, ma anche per chi non ha la possibilità di acquistare a prezzo pieno dei prodotti in negozio.

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