Kamila Valiela: domani la decisione definitiva

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La storia di Kamila Valieva ci ha colpito tutti: una giovanissima atleta con il sogno delle Olimpiadi, la promessa del pattinaggio sul ghiaccio la cui carriera è stata messa a rischio dalla sua stessa allenatrice, la famosissima Eteri Tutberidze, conosciuta soprattutto perché moltissime sue allieve, campionesse mondiali, hanno abbandonato lo sport a soli 17 anni. A solo 15 anni, però, Kamila rischia di dover dire addio al sogno olimpico, e domani sarà presa la decisione definitiva.

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«Le responsabilità mi pesavano, ma ne sono uscita vincitrice. Lo sento, questo peso, è la mia prima stagione tra le senior e credo di poter affrontare questa pressione, che a volte mi spinge avanti e mi aiuta», diceva Kamila Valieva, 15 anni, promettente pattinatrice che ha spinto la squadra russa alla medaglia d’oro e anche favorita per l’oro alla gara individuale. Di salute mentale a cui sono sottoposte le grandi atlete olimpiche, abbiamo già parlato la scorsa estate grazie a Simone Biles, ma questo caso è ancora più grave: una 15enne non sceglie di prendere sostanze vietate. Una 15enne si fida della sua allenatrice.

Il fatto che sia proprio Kamila Valieva a risultare positiva al test antidoping (è positiva alla trimetazidine, un farmaco anti ischemico usato nel trattamento dell’angina pectoris), rende questo caso uno dei casi di doping più eclatanti e non solo perché l’atleta è una quindicenne, quindi giovanissima e anche “protetta”, ma anche perché è proprio Kamila Valieva, la nuova regina del pattinaggio, l’unica donna a presentare un quadruplo. Tuttavia, evidenzia anche come la sua allenatrice, eletta miglior allenatrice di pattinaggio e capace di portare alle Olimpiadi le ultime 6 campionesse mondiali, non sia poi così perfetta come troppi credono.

Qualche giorno fa l’ITA ha condiviso un comunicato in cui si confermava la positività dell’atleta. Stefano Rizzato, di Rai Sport, ha spiegato che «il test era dell’agenzia antidoping russa (RUSADA) e ha innescato un procedimento della WADA, l’agenzia mondiale dell’antidoping, che ha sospeso Valieva a partire dall’8 febbraio: il giorno dopo il Team Event vinto dalla squadra russa», tuttavia in seguito al ricorso il 9 febbraio la Valieva è stata riammessa agli allenamenti e alle gare. Domani, però, è il giorno definitivo in cui sapremo le sorti della giovanissima atleta.

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Per sapere meglio la storia: Kamila Valieva: quando una 15enne è positiva al test anti-doping, la colpa non è sua.

Kamila Valieva: domani si deciderà sulla sua presenza alle Olimpiadi

Domani alle 20.30 a Pechino (nel primo pomeriggio in Italia) Kamila Valieva testimonierà sul suo presunto caso di doping. L’udienza sarà in videoconferenza e appena sarà conclusa sapremo se la quindicenne potrà ancora gareggiare alle Olimpiadi di Pechino. Sarà Fabio Iudica a presiedere la giuria del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), giuria che deciderà le sorti dell’atleta russa ancora all’inizio della sua carriera.

Mark Adams, portavoce del Comitato Olimpiaco Internazionale, ha affermato: «Come sapete, in tutte le parti del mondo la giustizia corre abbastanza lentamente, ma questa volta, in realtà, è stata molto veloce, per il Tribunale Arbitale dello Sport e per la giustizia in generale: e, quindi, vogliamo una soluzione altrettanto rapida». Se dovesse essere assolta, la Russia vincerà l’oro nel pattinaggio a squadre e l’atleta potrà anche gareggiare nell’individuale programmata martedì 15 febbraio, per cui è anche una delle favorite.

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Christophe Dubi, direttore esecutivo Giochi Olimpici (CIO), ha anche sottolineato un dato che molti non devono dimenticare: «bisogna sempre pensare al fatto che a trovarsi in questa situazione è una ragazza di 15 anni. Un caso da trattare con molta attenzione e delicatezza». A essere sotto accusa, infatti, è l’allenatrice Eteri Tutberidze, un tempo pattinatrice e ora allenatrice della squadra olimpica della Russia, che, nonostante tutto, ha sempre l’affetto di Kamila. Si racconta infatti di come, dopo un allenamento difficile, «è scoppiata in un grande pianto abbracciando la sua allenatrice».

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