Google Maps è accusato di non eliminare cliniche di aborto false

Condividi

Qualche mese fa vi abbiamo raccontato di come Google cancellerà la localizzazione delle donne che vanno alla clinica per l’intervento: ebbene, la situazione adesso sembra essere un po’ cambiata, perché esiste persino una petizione per denunciare le finte cliniche di aborto che vengono comunque visualizzate nella ricerca di Google e in Google Maps, ingannando quindi le donne che ne hanno bisogno.

«La Costituzione non fa alcun riferimento all’aborto e nessun diritto del genere è implicitamente protetto da alcuna disposizione costituzionale, inclusa quella su cui ora si basano principalmente i difensori di Roe e Casey: la Due Process Clause del quattordicesimo emendamento». «Quella disposizione è stata ritenuta garante di alcuni diritti che non sono menzionati nella Costituzione, ma qualsiasi diritto del genere deve essere ‘profondamente radicato nella storia e nella tradizione di questa nazione’ e ‘implicito nel concetto di libertà ordinata», ha detto il giudice Samuel Alito.

google-maps-aborto

Jen Fitzpatrick, vicepresidente del gruppo californiano, annunciò che Google cancellerà la localizzazione delle donne che si recheranno nelle cliniche per ricorrere a un aborto. «Se i nostri sistemi identificano che una persona ha visitato una struttura (sensibile), rimuoviamo quelle voci dalla cronologia di localizzazione poco dopo la visita», ha detto in un comunicato stampa. Questo però solo dopo delle pressioni da parte delle associazioni umanitarie, che temono che le informazioni personali delle donne che hanno fatto ricorso all’aborto o delle persone che le hanno aiutate possano essere usate contro di loro dai procuratori degli Stati conservatori che hanno vietato l’aborto.

Google, Meta (Facebook, Instagram) e Apple non si erano ancora espressi a riguardo, fino a che Jen Fitzpatrick, di Google, non ha annunciato che la cronologia delle posizioni è disattivata per impostazione predefinita e che gli utenti possono controllare cosa viene conservato o meno. Per quanto concerne invece le richieste da parte delle autorità: «teniamo conto delle aspettative di privacy e sicurezza delle persone che utilizzano i nostri prodotti e le avvertiamo quando accogliamo le richieste del governo, a meno che non siano in gioco vite umane».

La petizione contro Google Maps per le false cliniche abortive

«Google è stato a lungo accusato di portare le persone incinte fuori strada includendo i risultati per i centri di gravidanza di crisi (gruppi anti-aborto) nelle ricerche di cliniche di aborto», leggiamo in un post di denuncia contro Google Maps su Instagram dalla pagina feminist_collages_nyc, che ha anche creato la petizione contro le false cliniche abortive. Sul post sottolineano che «in media, un quarto dei risultati per chiunque cerchi cliniche abortive statunitensi su Google Maps indirizza gli utenti a visitare i CPC, e in circa un quarto del paese, i CPC comprendono più della metà dei risultati di ricerca».

Cosa sono i CPC? Lo spiegano nella petizione: «i CPC sembrano veri centri sanitari, ma quando una persona incinta in cerca di servizi per l’aborto entra, viene accolta con vergogna, intimidazione e bugie oltraggiose. Ai “pazienti” a volte viene mostrata un’ecografia di un feto o viene detto loro che possono invertire un aborto, il che non è vero. L’intero punto di un CPC è convincere qualcuno a non abortire con ogni mezzo necessario». Insomma, fanno violenza psicologica contro delle donne.

google-maps-aborto

Nella petizione contro Google Maps, sottolineano che i CPC «nel tentativo di confondere il più possibile qualcuno che cerca cure per l’aborto», «spesso acquistano proprietà vicino alle cliniche per l’aborto esistenti. Vengono visualizzati anche nelle ricerche su Internet quando qualcuno cerca l’aborto». E questo problema va avanti anche da prima che Roe vs Wade venisse ribaltata.

Google ha detto che avrebbe aggiunto delle etichette con scritto che avrebbe aggiunto delle etichette alle cliniche e agli ospedali che forniscono o no gli aborti. Tuttavia, denuncia la pagina, «non stanno seguendo l’esempio di Yelp con l’aggiunta di avvisi dei consumatori alle inserzioni CPC che avvisano gli utenti che i centri “forniscono servizi medici limitati e non possono avere professionisti medici autorizzati in loco“», e le persone continueranno a vedere i risultati su Google Maps da organizzazioni che non facilitano gli aborti. Al contrario, Google Maps consente a queste cliniche finte di eliminare i commenti di allerta di altri utenti.

google-maps-aborto
Le denunce a Google Maps

L’obiettivo della petizione è che Google segua l’esempio di Yelp, e che quindi aggiunga degli avvisi per i consumatori a tutti gli elenchi dei centri per la gravidanza in crisi, non solo agli annunci. Questo è il link della petizione da firmare. Intanto Google ha annunciato che mostrerà solo i fornitori di aborto verificato per impostazione predefinita quando gli utenti cercheranno le cliniche. «Quando le persone si rivolgono a Google per trovare informazioni locali, abbiamo lo scopo di aiutarli a esplorare facilmente la gamma di luoghi disponibili in modo che possano determinare quali sono più utili per loro», ha detto un portavoce della società ha detto in una dichiarazione, ma vedremo come la situazione si evolverà.

Non perderti le nostre news!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.