I leghisti contro i fumetti LGBTQ+: un’ossessione senza fine

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​Negli ultimi tempi, esponenti della Lega come Simone Pillon e Rossano Sasso hanno manifestato una crescente preoccupazione riguardo alla presenza di tematiche LGBTQ+ nei fumetti destinati ai giovani, come il celebre Heartstopper che è anche diventato una serie tv. Questa attenzione si è tradotta in critiche e polemiche che sollevano interrogativi sulla libertĂ  educativa e sulla rappresentazione delle diversitĂ  nelle opere destinate ai ragazzi. Forse i leghisti dovrebbero ricordare che le persone LGBT esistono – e son sempre esistite – e hanno diritto di essere rappresentanti. Allo stesso modo, gli adolescenti hanno il diritto di leggere i fumetti che preferiscono.

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La crociata contro “Heartstopper” e la paura dell’inclusione

Simone Pillon, noto per le sue posizioni conservatrici, ha recentemente attaccato il fumetto “Heartstopper”, una graphic novel che racconta la storia d’amore tra due adolescenti dello stesso sesso. Secondo Pillon, la diffusione di tali contenuti nelle scuole potrebbe “corrompere” i giovani, insinuando che la semplice esposizione a storie con protagonisti LGBTQ+ possa influenzare negativamente l’orientamento sessuale dei ragazzi. Queste affermazioni sollevano preoccupazioni riguardo alla censura e alla limitazione della libertĂ  di espressione nelle opere letterarie destinate ai giovani.

Tra l’altro, viene spontaneo domandarsi: se un fumetto, una serie, un video, un qualsiasi contenuto LGBT o anche avere due papĂ  e due mamme, corrompe i giovani portandoli a diventare a propria volta LGBT, com’è possibile da persone che leggono e vedono prodotti eterosessuali (e ricordiamoci che solo negli ultimi decenni c’è cominciata a essere una rappresentanza LGBT in film e serie tv, e spesso anche molto stereotipata) o che hanno dei genitori di sesso diverso, crescono comunque persone LGBT? SarĂ  che è qualcosa che non ha niente a che fare con l’ambiente che ti circonda, al contrario dell’omofobia?

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Parallelamente, Rossano Sasso ha lanciato una vera e propria crociata contro “Heartstopper”, accusando il fumetto di “confondere” i minori. Sasso sostiene che l’introduzione di personaggi gay nelle letture scolastiche possa destabilizzare l’identitĂ  sessuale degli studenti, proponendo sanzioni per gli insegnanti che promuovono tali materiali. Questa posizione ha alimentato un dibattito acceso sull’autonomia educativa e sulla necessitĂ  di rappresentare la diversitĂ  nelle narrazioni rivolte ai giovani. Strano che le stesse critiche non vengano fatte a uno dei libri piĂą violenti della storia, la Bibbia:

Un viaggiatore di Betlemme, la sua compagna ed un servo erano ospiti nella dimora di un anziano signore a Ghibea quando “gente perversa” circondò l’abitazione chiedendo di “abusare” dell’ospite maschio. L’anziano padrone di casa offrì agli assalitori la sua figlia vergine e la compagna del suo ospite, implorandoli:

“Ecco qua mia figlia che è vergine, e la concubina di quell’uomo; io ve le condurrò fuori e voi abusatene e fatene quel che vi piacerà; ma non commettete contro quell’uomo una simile infamia!” – La signora subì uno stupro e morì. Il viaggiatore caricò il corpo senza vita della donna su un asino, tornò a casa, “si munì di un coltello, prese la sua concubina e la divise, membro per membro, in dodici pezzi, che mandò per tutto il territorio d’Israele.“

Giudici, 19:22-29

Queste polemiche non sono nuove nel panorama politico italiano. GiĂ  nel 2019, Pillon si era indignato per uno striscione esposto durante un Pride, interpretando erroneamente un riferimento al personaggio dei fumetti “Dio Brando” come una blasfemia contro la religione cristiana. Questo episodio evidenzia una tendenza a fraintendere o strumentalizzare contenuti culturali per sostenere determinate agende politiche.

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In risposta a queste iniziative, associazioni come Arcigay e Tocca a Noi hanno organizzato sit-in in tutta Italia per sostenere l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, opponendosi a risoluzioni che mirano a vietare tali programmi, spesso tacciati di promuovere una fantomatica “ideologia gender”. Queste mobilitazioni sottolineano l’importanza di un’educazione inclusiva che rispetti e rappresenti tutte le identitĂ . ​

L’ossessione di alcuni esponenti leghisti nei confronti dei fumetti (e non solo) con tematiche LGBTQ+ solleva questioni fondamentali sulla libertĂ  educativa, sulla rappresentazione delle diversitĂ  e sul diritto dei giovani a esplorare e comprendere la complessitĂ  delle identitĂ  umane attraverso la letteratura e l’arte.​

Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty

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