Fratelli Bianchi: ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte

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Willy Monteiro ha ottenuto giustizia. I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, sono stati ufficialmente condannati all’ergastolo per l’omicidio del 21enne romano ucciso di botte a settembre 2020. I due qualche mese fa si lamentarono di come venissero trattati in carcere, di come venissero minacciati nel carcere di Rebibbia, spesso presi di mira per quel che hanno fatto a Willy, un ragazzo innocente. Adesso, però, dovranno restarci per un bel po’ di tempo, sperando che non abbiano alcuno sconto per buona condotta. Tempo che, comunque, non porterà indietro il giovane Willy.

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Willy Monteiro, l’unica vittima di questa situazione e non accettiamo altre opinioni a riguardo, era un ragazzino di 21 anni italiano, che ha frequentato l’istituto alberghiero di Fiuggi e ha poi lavorato come cuoco in un ristorante di Artena. Tutti nella sua città, in Italia, gli volevano bene. Lui tifava per la Roma e amava il grande capitano, Totti. Era un ragazzo che lavorava e cercava di dare il massimo di sé in tutto ciò che faceva. È morto lottando, difendendo le persone a cui voleva bene, e se stesso.

Vogliamo anche sottolineare, però, che non sono solo i fratelli Bianchi il problema. Loro hanno sbagliato, hanno sbagliato e devono pagarne le conseguenze restando in carcere per tutta la loro vita. Hanno ucciso un ragazzo di 21 anni davanti ai loro amici senza alcun motivo. Lo hanno preso a calci e a pugni fino a che non ha esalato il suo ultimo respiro. Ma il problema sono anche le persone che vorrebbero che uscissero dal carcere come se fossero innocenti. Come se uccidere un ragazzino fosse una cosa da niente. Cercano di far pena alla gente, e qualcuna ci casca anche, ma l’unica cosa che bisognerebbe provare nei loro confronti è disprezzo.

I fratelli Bianchi sono diventati un meme, sono diventati gli idoli di persone insulse, solo perché, pur essendo dei bulli, pur essendo delle persone vuote, pur avendo ucciso un ragazzo, ci sono dei decerebrati che vorrebbero essere come loro per il loro aspetto, perché hanno tante ragazze dietro (e anche queste ragazze, forse dovrebbero rivedere un po’ le proprie priorità). I fratelli Bianchi sono figli di un’Italia in cui la violenza viene idolatrata, in cui più sei forte, più sei duro, più sei figo.

Ergastolo per i fratelli Bianchi

Sollievo per la famiglia e gli amici di Willy Monteiro quando il giudice ha condannato all’ergastolo i fratelli Bianchi, Marco e Gabriele. Per Mario Pincarelli la condanna è di 21 anni, di 23 per Francesco Belleggia. «È una sentenza giusta ma il dolore resta infinito», ha detto il padre della giovane vittima, uccisa il 6 settembre 2020. Urla di disperazione da parte degli imputati che chiedono l’isolamento, chiedono di non stare in carcere… Ma hanno mai chiesto scusa per ciò che hanno fatto? Si sono pentiti di aver ucciso una vita innocente?

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Per tutti e quattro gli imputati l’accusa è di omicidio volontario, d’altronde come puoi descrivere il prendere a pugni e calci un ragazzino che è la metà di te fino a ucciderlo? Hanno picchiato per quasi un minuto Willy. Loro, esperti di arte marziale, lui, intervenuto per difendere un amico durante un litigio, e questo dice tutto delle persone coinvolte in questa vicenda. «Attendiamo con serenità questa sentenza così come abbiamo affrontato l’intero processo. Gli elementi raccolti su questa tragica vicenda sono a mio avviso univoci», disse l’avvocato della madre e sorella di Willy, Domenico Marzi.

In effetti, davvero non poteva esserci davvero un’altra sentenza. «È quello che speravamo in relazione al lavoro svolto, ma sappiamo che il giudizio poi si presta a delle variabili e il fatto aveva un contesto e delle sfumature che potevano dare adito a una diversa valutazione. Tuttavia le prove che avevamo prodotto erano, a nostro avviso, assolutamente sufficienti e più che fondate per chiedere quello che abbiamo chiesto», ha detto il pubblico ministero Giovanni Taglialatela al termine della pronuncia della sentenza per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte.

L’avvocato Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Bianchi, annuncia già il ricorso: «è stato un processo mediatico. Va contro tutti i principi logici. Leggeremo le motivazioni e poi faremo appello. Siamo senza parole», ha aggiunto. Secondo il legale, «i fratelli Bianchi quando sono scesi dall’auto non hanno avuto nessun istinto violento. Non c’è stato nessun calcio frontale, le prove non ci sono. Marco Bianchi si è subito preso le sue responsabilità dicendo di averlo colpito al fianco. Gabriele non ha mai colpito Willy».

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Quindi gli organi di Willy Monteiro spaccati a suon di calci e pugni tanto da essere definiti dal medico «mal riconoscibili» hanno fatto tutto soli? Il medico Saverio Potenza, consulente nominato dalla procura di Velletri, facendo l’autopsia non è riuscito a trovare la causa della morte perché il corpo era troppo martoriato. Ma in che senso si ritiene la pena troppo pesante? Caso mediatico? Uccidono una persona che non ha fatto niente a mani nude, tutti disarmati, e pretende anche se fra qualche anno se ne vadano in giro a continuare la propria vita? Per fortuna, almeno in questo caso, la giustizia ha fatto il suo corso.

«Si tratta di una lesività a prevalente espressione viscerale, caratterizzata da aree di infiltrazione emorragica del diversi organi ed appartati coinvolti che, per le loro caratteristiche quali-quantitative, risulta compatibile con l’azione di uno o più mezzi di natura collusiva che hanno attinto il soggetto in più distretti corporei e patitamente in corrispondenza del capo e del collo, della regione toracica e di quella addominale».

Professore Saverio Potenza

Samuele Cencirelli, il 23enne difeso da Willy quella notte, ha descritto l’amico come un «esempio di coraggio e amicizia. Mi ha salvato la vita. Non deve essere dimenticato il suo gesto in favore di un amico. È difficile parlare di quanto avvenuto. Non riesco a spiegare a parole con quello che provo nel vedere gli imputati dietro le sbarre. Non riesco a dimenticare. Certo devi andare avanti, ma fatichi a convivere con certe cose». Lui stesso ha raccontato che quella notte i quattro colpevoli hanno ucciso il suo amico, «e per me meritano tutti l’ergastolo».

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