Prima rottura celebre nel Pride Month 2025: Trump e Musk ai ferri corti

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Donald Trump ed Elon Musk ai ferri corti: l’idillio politico e personale tra il presidente americano e il patron di Tesla e SpaceX è ufficialmente finito. E lo è nel modo più clamoroso e pubblico possibile, proprio all’inizio del Pride Month 2025. Una “prima coppia” che si separa sotto gli occhi del mondo, tra accuse pesantissime, minacce miliardarie e un futuro politico e industriale improvvisamente incerto.

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Fino a poche settimane fa, l’alleanza tra i due sembrava granitica. Dopo l’endorsement di Musk e il suo attivismo finanziario a favore della campagna di Trump — con oltre 277 milioni di dollari investiti per riportarlo alla Casa Bianca — il miliardario sudafricano aveva ottenuto un ruolo di primo piano nel governo, con il mandato illimitato di guidare il Department of Government Efficiency. Un rapporto che sembrava inossidabile, suggellato addirittura dalla simbolica “chiave d’oro” della Casa Bianca consegnata a Musk dal presidente.

Donald Trump ed Elon Musk: da alleati a nemici giurati

Ma qualcosa si è rotto. In modo clamoroso e irreversibile. L’origine del dissidio? Il cosiddetto “Big Beautiful Bill”, la legge di spesa dei Repubblicani ora in discussione a Capitol Hill. Secondo Trump, Musk conosceva i dettagli della manovra “dall’interno” e avrebbe cercato di manipolarla a proprio vantaggio, specialmente per salvaguardare gli incentivi all’industria elettrica. Ma Musk ha smentito con forza: “La legge è stata approvata nel cuore della notte, nessuno l’aveva letta”, ha replicato su Twitter.

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Le parole di Trump non si sono fatte attendere: “Sono molto deluso da Elon”, ha dichiarato ai giornalisti nello Studio Ovale, seduto accanto al cancelliere tedesco Friedrich Merz. Musk, a sua volta, ha risposto in diretta: “Senza di me non avrebbe vinto le elezioni. Trump è un ingrato”. Una dichiarazione pesante che ha scosso i mercati: il titolo Tesla ha perso un ulteriore 8%, bruciando circa 100 miliardi di dollari in poche ore.

Lo scontro ha poi assunto toni ancora più duri e inquietanti. Musk ha sganciato quella che lui stesso ha definito la “bomba più grande”: Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici, ha scritto sul suo profilo Twitter. E ha rincarato: Segnate questo post per il futuro. La verità verrà a galla. La Casa Bianca ha liquidato l’accusa come un “episodio sfortunato”, attribuendo la reazione di Musk al mancato inserimento delle sue richieste nella manovra di spesa. Ma il danno è fatto: lo scontro è ormai pubblico e personale.

Nel pieno della tempesta, Trump ha annunciato di voler azzerare tutti i sussidi e contratti governativi con le aziende di Musk: “Il modo più semplice per risparmiare miliardi di dollari è porre fine ai contratti con Elon Musk“, ha dichiarato su Truth Social. Immediata la contro-mossa di Musk: SpaceX inizierà a dismettere la navicella spaziale Dragon, utilizzata per il trasporto di merci e di equipaggi sulla Stazione Spaziale Internazionale e destinata a missioni future su Marte e sulla Luna. Una minaccia che potrebbe avere ripercussioni gravissime sui programmi spaziali americani.

Nel frattempo, Musk ha anche rilanciato su Twitter il commento di un utente che proponeva l’impeachment di Trump e la sua sostituzione con JD Vance. La risposta del miliardario è stata un secco “Yes”.

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Come se non bastasse, Elon Musk ha lanciato su Twitter un sondaggio esplosivo: “È ora di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti effettivamente l’80% della popolazione di mezzo?. In meno di un’ora, l’84% dei partecipanti ha votato a favore, alimentando speculazioni su un possibile futuro politico alternativo per Musk e i suoi sostenitori.

Dietro la fine dell’idillio non ci sono solo le tensioni sulla legge di spesa. Trump sospetta che Musk sia furioso per l’azzeramento degli incentivi alle auto elettriche e per il mancato via libera alla nomina di un suo uomo come capo della NASA. Musk ha replicato definendo la ricostruzione “falsa” e ha accusato il presidente di mantenere i sussidi per il petrolio e il gas, a scapito delle energie rinnovabili. Inoltre, Musk non ha mai nascosto la sua contrarietà ai dazi trumpiani: Le tariffe di Trump causeranno una recessione nella seconda metà di quest’anno, ha scritto recentemente su Twitter.

Un matrimonio durato troppo poco

Il rapporto tra Trump e Musk, nato all’ombra della battaglia contro la “censura liberal” e cementato durante la campagna elettorale, si è dunque sgretolato in poche settimane. Una storia d’amore politico che sembrava destinata a durare, ma che — proprio come accade nelle relazioni più intense — si è conclusa con uno scontro spettacolare. E ironicamente, la prima grande “rottura di coppia” di questo Pride Month 2025 non arriva dal mondo dello spettacolo, ma dalla stanza più potente della politica globale.

Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty

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