Codacons contro Codacons: come cercano di far riattivare un profilo di un’undicenne che condivide sue foto

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Ormai lo sappiamo: se c’è un drama con Chiara Ferragni e Fedez, il Codacons si metterà in mezzo e andrà contro i Ferragnez, anche se questo significherà andare contro battaglie che combattono da anni interi. Il drama a cui facciamo riferimento è quello della “bambina” (noi non diremo il nome, perché noi l’undicenne la vogliamo davvero tutelare) che ha criticato Chiara Ferragni divenendo l’idolo indiscusso di tutti i giornali di destra e non solo, e di cui abbiamo già ampiamente parlato. Instagram, dopo aver letto il commento e aver constatato che il profilo non è effettivamente gestito dai genitori, ha eliminato l’account, perché va contro il regolamento. Ma per il Codacons è censura.

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La foto incriminata

Facciamo un passo indietro, giusto accennando qualcosa sull’ultimo Chiara Ferragni gate. L’imprenditrice digitale pubblica una foto in cui si vede il sedere (la bambina scrive “culo”, giusto per farvelo sapere) e si copre il seno con la mano. Soliti commenti di mamme pancine indignate che pretendono che una madre non debba in alcun modo mostrarsi così online, ma fra questi ne spicca uno… Uno però “scritto” da una bambina di solo 11 anni, che chiama “inadeguate” le foto pubblicate dalle quindicenni, che lei chiama “ragazzine” e chiede quale sia il messaggio che Chiara vuole mandare.

Poi passa all’elogio della madre, una donna bella di 34 anni che posta foto al mare, ma “se mettesse una foto così io mi sentirei malissimo penserei che mi devo vergognare del suo comportamento nn ne sarei x niente fiera“. Dice di pensare ai suoi figli e altre cose imbarazzanti che personalmente mi viene vergogna a ripeterle e mi vergogno a pensare che una bambina le abbia concepite, perché significa che la nuova generazione di genitori sta compiendo un grandissimo errore: non solo fa stare sui social i bambini (perché a 11 anni si è ancora bambini), ma li fa crescere con la puzza sotto al naso, pronti a giudicare chiunque e facendo credere loro che è normale farlo.

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Ma ci tengo anche a lasciare una riflessione scritta nel precedente articolo: chi l’ha detto che Chiara Ferragni deve essere un esempio? Quello che più mi infastidisce di questa società è che si cercano gli esempi e gli idoli su Instagram, in un mondo virtuale dove una cosa è vera e tre solo false. Chiara Ferragni, Alessia Lanza, Giulia Salemi (x2), Giulia De Lellis e tutte le altre donne del web, sono influencer, modelle, tiktoker. Non sono educatrici. Non sono i genitori dei vostri figli. Non hanno alcuna responsabilità nei confronti dei bambini. Sono genitore 1 e genitore 2 che devono controllare la presenza online dei figli.

Ed è quello che i genitori dell’undicenne avrebbero dovuto fare. Perché se nella bio viene indicato che il profilo è gestito e controllato dai genitori della bambina che ha un account agonistico in cui va a cavallo, nelle varie interviste continuano a dire che no, è la minorenne a controllare il profilo, che le è stato insegnato dopo che la madre pubblicava le sue foto già da cinque anni (ricordate questo dettaglio) e che lo gestisce in modo maturo. Quindi, constate queste cose, Meta elimina il profilo perché va contro il regolamento (non si può avere un profilo personale sotto i 13 anni), e il Codacons la chiama censura.

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Estratti presi da @lastknight su Twitter

Come il Codacons si contraddice nel momento in cui si parla di Chiara Ferragni

Allora, vediamo prima quello che ha detto il Codacons, perché c’è davvero da ridere. «Stiamo preparando un’immediata istanza di accesso agli atti ai sensi della Legge n. 241/1990 nei confronti di Meta, per il caso del profilo Instagram bloccato alla 11enne che ha criticato Chiara Ferragni per la sua foto seminuda, al fine di accertare quali e quanti controlli sono stati fatti in generale dalla società sull’età dei minori presenti sulla piattaforma prima di chiudere solo quello della giovane», leggiamo sull’Adnkronos, che ha parlato con il presidente Carlo RIenzi.

Continua: «Alla luce di quella che potrebbe altrimenti essere interpretata come una ‘censura’, è necessario valutare se questo caso sia stato utilizzato come unico esempio circa le verifiche sulla correttezza dei dati relativi all’età degli iscritti al noto social network». È ovviamente evidente che Meta ha fatto più controlli in seguito alle varie segnalazioni ricevute. Se dei profili di minori esistono, è perché non sono state fatte tante segnalazioni. Rienzi va anche contro gli influencer: «Ha fatto una cosa giusta per la sua età, mostrando la vera sincerità di chi, a quell’età, non dice bugie, non si lascia trascinare dalla paura di non essere schietto né dal timore del potere degli influencer».

Addirittura, dice che «essendo stata un esempio fulgido di intelligenza adolescenziale, daremo il Premio ‘Amico del Consumatore’ alla bambina 11enne che ha avuto il coraggio e la sincerità spontanea di rispondere a Chiara Ferragni sui social». Ma adesso torniamo un po’ indietro, vi va? Ricordate che la madre della bambina pubblicava le sue foto già da cinque anni (sue parole in un’intervista con La Repubblica)? Quindi… 11 – 5 = 6 anni. Una madre pubblica diverse foto di una ultraminorenne già da quando aveva sei anni. E a noi cosa importa? Oh beh, a noi niente. Ma al Codacons dovrebbe importante molto.

  • 2019, Codacons: Il Codacons lancia un appello ai genitori affinché evitino la pubblicazione di fotografie dei propri figli sui social. Può essere molto pericoloso, […] basta considerare che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici sono foto di bambini condivise sui social. Per questo motivo il Codacons invita alla massima cautela nell’ utilizzare le foto dei minori.
  • 2022, sempre Codacons: Abbiamo creato un apposito Osservatorio che raccoglierà le segnalazioni degli utenti circa genitori che pubblicano su web e social le immagini dei propri figli senza provvedere ad oscurarne il viso. Genitori che saranno denunciati dalla nostra associazione alle autorità competenti. La Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia (art. 19), così come la Convenzione europea sull’esercizio dei diritti del minore del 1996 e la Carta di Nizza del 2000 (art. 24), tutelano infatti la privacy e l’immagine dei minori, norme che vengono costantemente violate sotto al naso del Garante dell’Infanzia che, seppur sollecitato attraverso esposti e segnalazioni, non è mai intervenuto per sanzionare i comportamenti scorretti.
  • 2023, sempre Codacons: Un fenomeno quello dello “sharenting” estremamente pericoloso, perché le foto dei minori finiscono senza alcun controllo sulle piattaforme dei social network e nonostante i bambini non possano esprimere il proprio consenso, e soprattutto col rischio che le immagini finiscano nelle reti dei pedofili o siano utilizzate per fini illeciti. Un pericolo direttamente proporzionale al numero di follower degli influencer che violano la privacy dei propri figli, spesso a scopi commerciali mercificando l’immagine dei bambini.

Quindi chiediamo al Codacons: non dovreste essere felici del fatto che un profilo composto esclusivamente da foto di una bambina dai 6 agli 11 anni con il viso non oscurato pubblicate dai genitori, sia stato eliminato? Che c’è, quando c’è di mezzo Chiara Ferragni, andiamo anche contro le battaglie che abbiamo sostenuto per anni e anni? Che dire, per niente sorpresa.

Quella nei confronti dell’undicenne non è una censura, ma è semplicemente rispetto non solo del regolamento di Instagram che vieta l’iscrizione al social ai minori di 13 anni, ma anche delle varie Convenzioni, come quella Internazionale sui diritti dell’infanzia o quella europea sull’esercizio dei diritti del minore del 1996 o ancora della Carta di Nizza del 2000, «norme che tutelano la privacy e l’immagine dei minori ma che vengono costantemente violate sotto al naso del Garante dell’Infanzia che, seppur sollecitato attraverso esposti e segnalazioni, non è mai intervenuto per sanzionare i comportamenti scorretti» (citando lo stesso Codacons).

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