Non sono l’unica ad essersi posta questa fatidica domanda: perchè le persone stentano a cambiare idea? Cosa le porta a mostrarsi così ostili ad un cambiamento? Soprattutto in un mondo dove il cambiamento è ormai qualcosa di necessario, oserei dire all’ordine del giorno, perchè ostinarsi a non accettare che le cose hanno bisogno di cambiare?
Perchè le persone non vogliono cambiare idea?
Stephen Covey è divenuto famoso come educatore nel campo del time-management specialmente per alcuni dei suoi libri, si veda “Le 7 regole per avere successo” e ““L’ottava regola“, in cui sottolinea come debbano esseri i nuovi e giovani leader ad ispirare il cambiamento degli altri.
“Trova la tua voce e ispira gli altri a trovare la loro“, scriveva Covey, ma in qualità di grande uomo d’affari: Steve Jobs non mancava di qualità negative, ma sicuramente quella voce l’ha trovata. Quindi, quando proviamo a far cambiare idea a qualcuno siamo noi gli incapaci? Non esattamente.
La nostra mente ci permette di pensare e compiere azioni sulla base di influenze esterne – ascoltare un discorso convincente può aprire gli occhi e portare a riflettere – ma qualcosa può sabotare il nostro atteggiamento nei confronti del cambiamento: noi stessi.
Giulio Xhaet, Partner e Digital Strategist alla Newton e autore del libro “Da grande. Non è mai troppo tardi per capire chi vorresti diventare“, ha voluto illustrare quattro forme di tale atteggiamento, per spiegare perché le persone sembrino essere reticenti ad accettare anche le proposte più utili e fruttuose. Le ricerche da lui evidenziate mostrano come in media, in un gruppo di 100 persone, si arrivino a riscontrare dai 2 ai 4 soggetti favorevoli al cambiamento: questi verrebbero definiti come gli “entusiasti“.
Per arrivare a questa distinzione bisogna prima individuare due variabili fondamentali: il nostro stato d’animo e la nostra energia. Il primo identifica coloro che non credono al cambiamento e non lo ricercano, e coloro che credono al cambiamento e lo ricercano; il secondo coloro che reagiscono rispetto al proprio stato d’animo con un’alta energia, e coloro che reagiscono rispetto al proprio stato d’animo con una bassa energia.
Incrociando le due variabili si ottengono quattro tipi di atteggiamento, denominati così: “sabotatori“, “rassegnati“, “attendisti” ed “entusiasti“.
- I “sabotatori” sono coloro che hanno tanta energia, ma vogliono sfruttarla per impedire agli altri di cambiare idea. Tra quelle 100 persone ne troveremmo sempre dai 2 ai 4, ma queste persone spingono per influenzarci a diventare ostili al cambiamento.
- I “rassegnati” seguono la filosofia del “Sì, ma…“, quindi la loro bassa energia si lega al desiderio di non cambiare la loro posizione: per loro non vale la pena cambiare ciò che è sempre stato così.
- Gli “attendisti“, invece, seguono quella del “Sì, sì!“, in quanto la loro energia è comunque bassa, ma condividono la vostra propensione al cambiamento. Solo quella però, perchè guai provare a mettere le cose in pratica.
- Gli “entusiasti” sono gli unici che puoi trovare in prima linea per apportare un cambiamento.
Xhaet ha riscontrato questi tipi di atteggiamenti in particolare nel suo campo, quello aziendale, ma proviamo a ragionare ancora un po’.
Perchè le persone assumono questi (o simili) atteggiamenti? La nostra mente ci porta a pensare e a compiere azioni anche sulla base delle nostre esperienze, del nostro vissuto, di ciò che ci pone in una condizione di disagio o di ciò che rientra nella nostra comfort zone.
Seguiamo il ragionamento di uno dei “rassegnati“: perchè cambiare ciò che è sempre stato così? Fino ad oggi andava bene, perchè ora non è più così?
Per cambiare bisogna diventare flessibili, prendere in considerazione nuovi punti di vista, abbandonare certi luoghi comuni o credenze che ci hanno accompagnato per gran parte della nostra vita. Ciò che è sempre stato così è diventato una tradizione, una consuetudine, qualcosa che ci mette a nostro agio.
Il cambiamento può comportare una reazione negativa, scatenata dall’ansia che la novità è capace di instillare nell’essere umano. Accettare condizioni che sono diverse da come le si vorrebbe è complicato, ma quale sarebbe il risultato?
Il cambiamento non è qualcosa di fine a se stesso: per cambiare idea è necessario essere coscienti dell’obiettivo che si vuole raggiungere.
Perchè dovresti essere proprio tu a cambiare la tua idea? Rifletti: è davvero la tua idea, o è qualcosa che ti è stato inculcato in testa fin da bambino? È davvero un’idea, o è qualcosa che ci ostiniamo a mascherare come tale?
La discriminazione non è un’opinione, eppure secondo il parere di qualcuno è giusto diffidare di un uomo sulla base del colore della sua pelle, secondo qualcun altro un soldato membro della comunità LGBTQ+ non merita rispetto. Il cambiamento climatico non è una sciocchezza, eppure secondo il parere di qualcuno non dovrebbe importare, secondo qualcun altro tanto sono tutte esagerazioni. Qualsiasi disturbo merita considerazione, eppure secondo il parere di qualcuno si tratta solo di voler ritrovarsi al centro dell’attenzione, secondo qualcun altro sono irrilevanti.
Questi sono solo pareri, no? E perchè quel qualcuno dovrebbe cambiare le sue idee? Credere fermamente nelle nostre idee non è sbagliato, ma è la natura e l’origine di esse su cui ci tocca veramente riflettere. Sono davvero idee? Per quel qualcuno sì, perchè è sempre stato così.
Rifletti ancora una volta: ciò che “è sempre stato così“, è davvero sempre stato così? In realtà no, perchè il cambiamento non è qualcosa che ci siamo inventati di sana pianta nel ventunesimo secolo.
Ciò che “è sempre stato così“, è davvero una prova di validità? La risposta è ancora negativa, perchè ciò che viene assodato nel tempo, non significa che sia forzatamente giusto.
Ciò che “è sempre stato così“, è davvero il modo più ridicolo per motivare le proprie idee.
Accetta il confronto e continua a riflettere.
Giulia, Giu per chiunque. 20 anni. Studentessa di lettere e fonte di stress a tempo pieno. Mi diletto nello scrivere di ogni (ma soprattutto di F1) e amo imparare. Instagram: @ xoxgiu