Le Bambole di Pezza a Sanremo 2026: una band punk-rock tutta al femminile pronta a rivoluzionare l’Ariston
L’annuncio ufficiale dei Big in gara al Festival di Sanremo 2026 ha sorpreso pubblico e critica: tra i nomi più attesi spiccano infatti le Bambole di Pezza, una delle band rock-punk italiane più rappresentative degli ultimi vent’anni. Dopo una lunga storia all’interno della scena indipendente, la band approda sul palco dell’Ariston in un momento di piena maturità artistica e con un’identità consolidata.

La loro presenza porta un’energia nuova, una ventata rock-punk che raramente trova spazio all’interno del Festival, e un messaggio forte legato all’indipendenza, libertà d’espressione e autodeterminazione femminile.
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ToggleChi sono le Bambole di Pezza
Le Bambole di Pezza nascono a Milano nei primi anni 2000, in una scena musicale affollata di band punk, pop-punk e rock alternative. Nel tempo, il progetto si trasforma, cambia line-up, cresce e si rafforza, fino ad arrivare alla formazione attuale che salirà sul palco di Sanremo: Cleo alla voce, Morgana alla chitarra solista, Dani alla chitarra ritmica e ai cori, Kaj al basso e Xina alla batteria.

Fin dagli inizi la band si distingue grazie a un’impronta sonora diretta e riconoscibile, a un’attitudine autentica e alla capacità di portare avanti un rock femminile senza mai farne una “curiosità”, ma una vera e propria bandiera identitaria. Per anni hanno calcato club, festival, palchi grandi e piccoli, costruendo un rapporto solido con i fan e portando avanti una musica che non ha mai ceduto alle logiche delle mode né al mainstream.
Dopo una fase di pausa e di riorganizzazione interna, le Bambole di Pezza sono tornate con nuova energia, nuovi brani e una visibilità crescente che ha progressivamente riportato l’attenzione sul loro percorso. Oggi si presentano a Sanremo 2026 come una band completa, matura, consapevole della propria storia e del proprio messaggio.
Musica, canzoni, stile: una carriera che unisce rabbia e melodia
Il sound delle Bambole di Pezza è un mix tra punk-rock e pop-punk, con una forte influenza del rock alternativo degli anni ’90 e 2000. Chitarre potenti, ritmi serrati, refrain che rimangono in testa e una voce frontale, intensa, che alterna aggressività ed emotività: è questa la loro firma. Negli anni hanno pubblicato più album e numerosi singoli, attraversando varie fasi musicali. Tra i lavori più recenti c’è Wanted, un disco che rappresenta la sintesi della loro nuova era musicale. Sonorità moderne si mescolano alla loro classica attitudine punk, creando brani energici ma ricchi di contenuto.
Tra i loro pezzi più simbolici, alcuni affrontano temi intimi e personali, altri abbracciano invece questioni sociali, identitarie e culturali. Un esempio è Non Sei Sola, una canzone dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, capace di unire musica, sensibilità e impegno concreto. Oppure Cresciuti Male, un brano che combina ironia, critica sociale e una struttura pop-punk immediata. La forza della band sta proprio in questo: unire melodia e impatto, aggressività e riflessione, creando un linguaggio musicale che risulta accessibile ma al tempo stesso profondamente caratterizzato.
La mentalità della band: autenticità, femminismo, indipendenza
La filosofia delle Bambole di Pezza è uno dei motivi principali del loro successo e della loro coerenza nel tempo. Sono una band che ha costruito tutto dal basso, con un approccio genuino, una forte autosufficienza e una visione chiara della musica come forma di espressione libera.
Il tema della parità di genere è sempre stato centrale nel loro percorso. Essere una band completamente al femminile all’interno del rock italiano ha significato per anni andare contro pregiudizi, stereotipi e minimizzazioni. La loro risposta, però, non è mai stata quella della polemica fine a se stessa: hanno preferito dimostrare con i fatti, con la musica, con il sudore dei live, che il rock non ha genere, età o forma predefinita.
Parallelamente, hanno sempre mantenuto una forte attenzione alla realtà sociale che le circonda. Molti dei loro brani trattano temi come autodeterminazione, ansia sociale, libertà, fragilità nascoste, relazioni complesse e dinamiche di potere. Non cercano mai di edulcorare la realtà: la racconto per com’è, cruda quando serve, emotiva quando è inevitabile.
Ma più di tutto, le Bambole di Pezza sono un simbolo di autenticità. Non hanno mai cercato scorciatoie o scorciatoie commerciali. Hanno scelto la coerenza, la sala prove, i tour, la fatica e la sincerità. Ed è esattamente ciò che le ha condotte fino a Sanremo 2026.
Perché la loro partecipazione a Sanremo 2026 è così importante
Inserire una band punk-rock come le Bambole di Pezza tra i Big di Sanremo è un gesto forte e significativo. Il Festival, da sempre legato a linguaggi pop e melodici, apre dunque le porte a un’espressione musicale diversa, alternativa, diretta, con un’identità radicata nella scena indipendente.
È importante perché porta sul palco più visto d’Italia un’altra idea di musica, perché dà spazio a un tipo di linguaggio raramente presente all’Ariston e perché consente al grande pubblico di conoscere una realtà solida, appassionata e profondamente autentica. Per la band, è una vetrina enorme, ma anche una sfida: riuscire a mantenere la propria identità pur parlando a milioni di spettatori. E tutto lascia pensare che affronteranno il palco come hanno affrontato la vita musicale fino a oggi: con sincerità, energia, coerenza.

Al momento non si conosce ancora il brano che porteranno in gara, ma chi segue la band ha già qualche intuizione: probabilmente un pezzo potente, con un ritornello forte, capace di fondere rock e melodia in un equilibrio adatto alla televisione, senza snaturare lo stile della band. Ci si aspetta un messaggio chiaro, deciso, legato ai temi che definiscono la loro identità: autodeterminazione, forza personale, libertà, critica degli stereotipi e volontà di affermarsi senza scendere a compromessi. La loro esibizione potrebbe diventare uno dei momenti più energici e alternativi dell’intera edizione del Festival.
Le Bambole di Pezza arrivano a Sanremo 2026 forti di una storia lunga, intensa, coerente e profondamente vera. Sono una band che rappresenta la capacità di crescere, resistere, evolversi e credere nella propria identità artistica.
Il loro debutto all’Ariston non è solo un passo professionale, ma un segnale culturale: il rock femminile, indipendente, sincero e impegnato ha un ruolo, ha un pubblico, ha qualcosa da dire — e ora ha finalmente un grande palco su cui farlo.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e insegnante di Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty






