Il sistema delle regioni italiane suddivise in zone rosse, arancioni e gialle continua e, per la prima volta, sembra aver permesso a qualche regione di respirare un po’ di più. Nella giornata di ieri diversi presidenti di regione hanno confermato che la propria regionecambiacoloree il Ministro della Salute Roberto Speranza firmerà, probabilmente oggi, una nuova ordinanza con cui dispone l’area arancione e l’area gialla per alcune zone. Vediamo quali, e cosa cambia.
In primis, sottolineiamo che questa notizia è ufficiale, non sono deirumors per cui, se vivete in una delle regioni che nomineremo, da domani (perché l’ordinanza varrà dal 29 novembre al 3 dicembre) potrete essere un po’ più liberi. Tuttavia, mi raccomando,non approfittatene. Siate prudenti, indossate le mascherine e mantenete le distanze. Se avremo una terza ondata, se le regioni torneranno rosse, dipenderà soprattutto da voi. Uscite solo se estremamente necessario.
Detto ciò, non perdiamo ulteriore tempo, anche perché ormai lo avrete letto ovunque per cui è inutilegirarci intorno. Illustreremo prima le dichiarazioni dei vari Presidenti o Ministri, quello che ieri hanno detto e chiaramente le regioni che passano da zone rosse ad arancioni e da arancioni a gialle, e poi vedremo quali sono le regole che vigono nelle varie zone, in modo da evitare che qualcuno violi qualche divieto, involontariamente.
Zone rosse, arancioni e gialle: quali sono
Dal 29 novembre, le regioni saranno così suddivise:
- Zone Rosse: Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Abruzzo, Campania, Valle d’Aosta;
- Zone Arancioni: Calabria, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, Friuli Venezia Giulia;
- Zone Gialle: Liguria, Sicilia, Sardegna, Lazio, Molise, Veneto, Provincia autonoma di Trento.
Quello che cambia, quindi, sono la Sicilia e la Liguria che diventano zone gialle, e il Piemonte, la Lombardia e la Calabria che invece diventano zone arancioni. Un piccolo passo verso la libertà, o almeno verso la possibilità di avvicinarsi quanto il più possibile a quella che nel 2019 chiamavano normalità. Nessuna regione si è comunque aggiunta alle zone rosse, sebbene sui vari social c’è chi vorrebbe la Puglia rossa, mentre altre voci affermano che potrebbe divenire gialla.
Emiliano, il Presidente della Regione Puglia, qualche giorno fa aveva proposto «l’adozione di un provvedimento che inserisca esclusivamente i territori delle province di Foggia e di Bat nella cosiddetta “zona rossa”», per cui avrebbe voluto scindere le diverse province poiché, effettivamente, il Salento è molto meno colpito rispetto al nord della Puglia. Ma già negli ultimi giorni sembra aver cambiato idea, affermando che nella regione c’è «un RT pari a 1.06, tra i più bassi in Italia, e ancora un numero molto elevato di terapie intensive disponibili».
Per quanto riguarda le altre regioni, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana ha affermato che «in una situazione in cui il virus c’è ed è ancora pericoloso, dobbiamo ribadire ed insistere perché quei comportamenti attenti e rispettosi delle regole devono essere ancora mantenuti. Bisogna far capire a cittadini che non è iniziata la stagione del liberi tutti».
Il suo collega piemontese, Alberto Cirio, invece commenta dicendo che è «una notizia positiva che è il frutto di tanti sacrifici dei piemontesi e del grande lavoro dal nostro sistema sanitario. Un passo importante perché permetterà a molte nostre attività commerciali di riaprire già da questa domenica ma che dobbiamo vivere con grande senso di responsabilità. Non possiamo sprecare questo grande sforzo, non possiamo permetterci di tornare indietro. La strada è quella giusta, continuiamo a percorrerla insieme con senso di responsabilità e prudenza».
Insomma, i Presidenti sembrano essere relativamente soddisfatti, sebbene ci sia sempre il timore che avvenga ciò che sia accaduto in estate. Persone che, appena sfiorano la libertà, cominciano a urlare al negazionismo e alnon ce n’è coviddi, persone che rendono nulli tutti i sacrifici che sono stati fatti nelle settimane precedenti. Tuttavia, non tutti sono soddisfatti. Il Presidente della Valle d’Aosta, ancora rossa, Erik Lavevaz, scrive su Twitter:
Ieri abbiamo ricoverato un cittadino Biellese perché tante rianimazioni del #Piemonte erano sature. Oggi deduciamo (da Roma non arrivano comunicazioni) che rimarremo #zonarossa e ad ora non sappiamo perché. Roma deve darci risposte chiare, questa non è serietà. pic.twitter.com/em9Ku9lvDZ
— Erik Lavevaz (@ErikLavevaz) November 27, 2020
Zone rosse, arancioni e gialle: cosa cambia
Parliamo prima alle regioni che passano da zone rosse ad arancioni. Preparatevi, perché non cambia pressoché nulla. Potrete andare a fare shopping, non avrete bisogno dell’autocertificazione per uscire da casa (a meno che non dobbiate recarvi in un altro comune), ma per il resto le cose restano invariate. D’altronde, solo le zone gialle possono dire di essere più o meno, al momento, libere.
Per cui, che siate zone rosse o che siate zone arancioni (ma anche zone gialle!), continuate a prestare prudenza e attenzioni. Non fate assembramenti inutili solo perché muore un calciatore, non fate file immense per andare in un centro commerciale, non rendete tutti questi sacrifici vani. Se non per voi, per la vostra famiglia e per gli italiani che hanno sempre rispettato tutte le ordinanze.
Permettete a tutti di poter passare un sereno Natale. Solo con il lavoro di squadra, solo se tutti cominceranno, dopo mesi e mesi in cui lo si dice, a rispettare tutte le semplicissime regole per evitare la diffusione del Covid-19, potremmo iniziare il 2021 con un po’ più di normalità nell’aria.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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