Sri Lanka in stato d’emergenza: presidente fuggito alle Maldive, sostituito dal premier

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Non c’è proprio pace per lo Sri Lanka. Dopo che nel mese di aprile c’è stata una fortissima crisi, considerata la peggiore degli ultimi 70 anni, adesso il Paese è precipitato ancora più profondamente nella crisi in quanto il Presidente è scappato e il Primo Ministro ha preso il suo posto, mentre i manifestanti continuano a cercare di far sentire la propria voce a una classe politica che non si è minimamente piegata alle loro richieste.

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Protestanti nel palazzo presidenziale dello Sri Lanka
Fonte foto: Twitter

Prima di parlare di quel che succede, parliamo in generale del Paese. Lo Sri Lanka si trova in Asia meridionale, ed è particolarmente vicino alla costa indiana, tanto da essere definito lacrima dell’India. Fa parte del Commonwealth britannico, con capitale a Sri Jayawardenapura Kotte, situata nell’area metropolitana di Colombo, che è l’ex capitale. È uno stato che conta molto sul turismo, con dei paesaggi meravigliosi che meritano di essere visti almeno una volta nella vita, ma a causa del Covid-19 la situazione è peggiorata in un modo che nessuno poteva mai immaginare.

Lo scorso aprile la causa fondamentale della crisi è stato il Covid-19, ma le proteste vere e proprie che sono peggiorate quando il 31 marzo centinaia di manifestanti si sono radunati di fronte alla casa del presidente Gotabaya Rajapaksa, chiedendo le sue dimissioni. La polizia in quell’occasione ha lanciato gas lacrimogeni e ha usato i cannoni ad acqua. La capitale è stata posta sotto coprifuoco. Di recente poi sono anche divenuti virali i video dei manifestanti che fanno il bagno nella piscina del presidente.

Ai tempi, però, non c’erano dei meme. Addirittura, all’inizio di aprile, oltre al coprifuoco nazionale, fu anche bloccato l’accesso ai social media, poiché i manifestanti si organizzavano lì per protestare (poi fu revocato in seguito a una sentenza del Consiglio per i diritti umani). Inizialmente il presidente Rajapaksa si rese disponibile a collaborare con l’opposizione con un’amministrazione unitaria, ma fu respinto, e ancora adesso la situazione non si è del tutto sanata. Vediamo quindi che succede in Sri Lanka in queste ultime ore.

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Che succede in Sri Lanka?

Tutto ha inizio mercoledì, quando il primo ministro è subentrato e i manifestanti hanno completamente perso la pazienza con una leadership politica che non si è piegata alle loro richieste. Il presidente Gotabaya Rajapaksa è fuggito dal paese, invece di dimettersi, ma comunque serviva un qualcuno a guidare lo Sri Lanka, per cui i manifestanti hanno circondato la residenza del primo ministro, che ha preso il potere, dove sono stati accolti con gas lacrimogeni.

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Protestanti nel palazzo presidenziale
Fonte foto: Twitter

Si sono scatenati contro il primo ministro Ranil Wickremesinghe perché anche lui è improbabile che li assecondi e soprattutto perché i manifestanti vogliono proprio un cambio totale della leadership politica, che accusano di aver quasi portato il paese alla bancarotta. Le proteste, ricordiamo, vanno avanti da mesi, poiché carburante, cibo e altri beni di prima necessità come medicine sono diminuiti e sono diventati più costosi. Sono diventate la norma anche interruzioni di corrente e il trasporto pubblico è stato più volte sospeso per sostenere le forniture di carburante.

Per queste ragioni i cittadini da tutto lo Sri Lanka si sono mossi verso Colombo: qualcuno in autobus, qualcuno in treno, qualcuno persino in bicicletta o a piedi. Qualcuno si è accampato per mesi su una spiaggia a Colombo. Ma tutti avevano lo stesso obiettivo: cacciare il presidente Rajapaksa dallo Sri Lanka. Nonostante l’unione, comunque, non ci sono esattamente dei leader e non sembra esserci neanche un’affiliazione con un partito politico. C’erano studenti, sindacalisti, suore cattoliche e monaci buddisti, contadini e lavoratori nella clesse media.

Nuzly Hameem, uno dei fondatori del campo di protesta sul mare a Colombo, pensa che dovrebbe essere formato prima un governo ad interim per fornire cibo, carburante e aiuti immediati ai cittadini dello Sri Lanka, poi riprendere i negoziati con il Fondo monetario internazionale per un salvataggio economico. Ritiene che le elezioni presidenziali e parlamentari possono svolgersi in circa sei mesi, dopo che il paese si sarà stabilizzato.

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Proteste contro i prezzi elevati del riso, le interruzioni di corrente, l’aumento del prezzo del carburante, l’indisponibilità di prodotti essenziali e il governo dello Sri Lanka a Colombo, a marzo
Atul Loke per il New York Times

«Non basta, cambiare le teste. Vogliamo cambiare l’intero sistema con la costituzione insieme alla cultura di governo in cui un politico è responsabile nei confronti dei cittadini. Finora non è successo», ha detto Jhancasie Chatty, un organizzatore delle proteste in una tenda fuori dalla residenza del primo ministro.

Fra i legislatori, ha parlato Jeevan Thondaman, che in un forum organizzato per una possibile coalizione tra Sajith Premadasa, il leader dell’opposizione che ha perso contro Rajapaksa alle elezioni presidenziali del 2019 in Sri Lanka, e Dullas Alahapperuma, tra i primi membri del partito al governo chiedere le dimissioni del signor Rajapaksa, ha detto: «Se vogliamo andare alle elezioni, dobbiamo stabilizzare la nave fino ad allora. Chiaramente Gota vorrà una delle loro persone dentro, come Dullas. Ma non credo che abbia il sostegno in parlamento. E fino a che punto le persone lo accetteranno è discutibile».

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