«Voglio trasmettervi amore ed empatia. Non vi do lezioni di vita, vista la mia età», ha detto Paola Egonu, campionessa italiana di pallavolo, considerata tra le atlete più forti del suo sport e che, se non fosse per il colore della sua pelle, nessun italiano si permettere di giudicarla o di dire che dovrebbe “ringraziare” la maglia che indossa o l’Italia che l’ha resa famosa. Perché, a prescindere dal colore della sua pelle, Paola è nata a Cittadella, vicino Padova, a dicembre del 1998. Paola è italiana, e il fatto che bisogni sottolinearlo implica che sì, in Italia c’è un problema di razzismo.
«Mi sono sempre fatta molte domande sul perché fossi alta, italiana o diversa a modo mio. Perché sono io? Perché io sono io! Sono quella che risponde così al razzismo: i bicchieri in cui mettiamo l’acqua, anche se colori diversi, contengono la stessa buona acqua. In veneto diremo “moighera” o meglio, basta», ha detto nello spazio dedicato al monologo della co-conduttrice della serata. «Nel mio sport gioco in attacco: sbaglio ma sto imparando ad accettare l’errore. Vengo criticata e non finiranno mai ma la maggiorparte sono gratuite», ha aggiunto, introducendo l’argomento.
Dice di non essere una vittima, ma di aver semplicemente raccontato le sue debolezze e le sue paure, e questo perché «l’Italia è un Paese razzista ma sta migliorando. Non voglio fare la parte della vittima ma dire semplicemente come stanno le cose» e in questo, purtroppo, possiamo solo concordare. In Italia ci sono persone gentili, persone che ti aiutano, persone che ti sorridono. Ma ci sono altrettante persone che ti discriminano per il solo colore della tua pelle. Controllori di autobus che chiedono i biglietti solo a chi ha la pelle nere, poliziotti che controllano solo chi ha la pelle nere. Politici che fanno campagna elettorale sulla pelle delle persone nere.
Paola Egonu, poi, conclude dicendo di amare «l’Italia e vesto con orgoglio la maglia azzurra che è la più bella del mondo. Ho responsabilità verso questo Paese: ho perso molte finali, ma non sono una perdente, così come chi non riesce a realizzare al primo colpo il proprio sogno. Come Vasco, che arrivò penultimo e poi ci ha insegnato che ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso è riuscito a realizzare i propri sogni». Tuttavia, gli sportivi italiani con la pelle bianca sono autorizzati a criticare l’Italia. Paola Egonu, invece, no. Perché Paola Egonu ha la pelle nera.
Le critiche a Paola Egonu testimoniano che un problema di razzismo, in Italia, esiste
“La nazione che ti ha offerto molte possibilità“… Solo perché lei ha la pelle nera? L’Italia non ha offerto niente a Paola Egonu. Paola Egonu, italiana, si è impegnata, ha sgobbato per ottenere tutti i risultati che ha oggi, e si è meritata di camminare sul palco dell’Ariston, se lo è meritato perché è una grande sportiva e di certo non perché “l’Italia l’ha resa tale“, ma perché ha un talento e si è impegnata. Come tutti gli altri sportivi del suo calibro, o del calibro inferiore o di quello superiore. Come qualsiasi artista. Solo che, da bianco, questo discorso non viene fatto.
A rispondere alla sportiva è anche il ministro Roberto Calderoni, che dice di voler «parlarle per capire le ragioni di quel che dice. Per me l’Italia non è razzista». E lo dice un ministro che è stato accusato e condannato per aver insultato, con aggravante razziale, l’ex ministro del governo Enrico Letta, Cecile Kyenge, chiamando “orango“. «Il razzismo la paga cara. Anche se si tratta del primo grado di giudizio, e anche se la pena è sospesa, è una sentenza incoraggiante per tutti quelli che si battono contro il razzismo», disse ai tempi l’ex ministro. Di questo, comunque, oggi Calderoli non vuole più parlare.
Intervistato dal Corriere, il ministro dice che «se si parla di un Paese intero non si può lanciare un’accusa del genere. Può essere, invece, che l’atleta si sia imbattuta in qualche stupido che ha avuto nei suoi confronti un comportamento assolutamente da condannare. Fare differenze sulla base del colore della pelle non è ammissibile». Eppure… Eppure le discriminazioni ci sono comunque. Magari non ci sarà scritto che “i neri non possono fare questo”, ma spesso (e occhio, non sempre) le discriminazioni e i pregiudizi sono nell’aria e sui social, e questo il Ministro non lo può negare. Basta vedere il profilo del leader del suo partito.
#Sanremo2023 Paola #Egonu: «L'Italia è un Paese razzista».
— il Gatto Pardo (@ilGatt0Pardo) February 9, 2023
Vi sta sul cazzo che ve lo dica lei che è nera?
Tranquilli, ve lo confermo anch’io, che sono rosa come un maialino ma ho una figlia etiope.
Quelli che rispondono alla #Egonu negando che l'Italia sia un Paese razzista e invitandola, se non si trova bene, a "tornarsene a casa sua", stanno dimostrando che ha ragione.#razzismo
— l_aforista (@aforista_l) February 9, 2023
🎙️#Egonu in conferenza a #Sanremo2023: “L'Italia è un paese razzista. Non voglio fare la vittima: è così.”
— Andrea Tiberio (@AndreaTiberio7) February 9, 2023
Siamo il paese degli ululati, dei cori da scimmia, del “Vesuvio lavali col fuoco”.
L’Italia non è solo razzista, è retrograda e bigotta. pic.twitter.com/TAnDqz8LD0
Paola #Egonu ha torto marcio: l'Italia non ha un problema col razzismo. Ne sono sicuro perché me lo stanno dicendo decine di migliaia di bianchi di mezza età sui social network, che, se mai fossero stati vittima di razzismo, di certo se lo ricorderebbero #Sanremo2023
— Adriano Biondi (@adrianobiondi) February 9, 2023
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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