Il Disegno di Legge Sicurezza (DDL Sicurezza) attualmente in discussione in Italia ha suscitato preoccupazioni a livello internazionale, in particolare da parte delle Nazioni Unite (ONU). Sei Relatori Speciali dell’ONU hanno inviato una lettera al governo italiano esprimendo timori riguardo alle potenziali violazioni dei diritti umani derivanti dall’approvazione del disegno di legge. Prima dell’ONU, anche l’Osce e il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa si erano espressi a riguardo.
Cosa non va nel DDL Sicurezza
Nella comunicazione, gli esperti dell’ONU sottolineano che alcune disposizioni del DDL Sicurezza potrebbero contravvenire agli obblighi internazionali dell’Italia in materia di diritti umani, come stabilito dal Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR). In particolare, vengono menzionati i seguenti articoli:
- Articolo 9: diritto alla libertà e alla sicurezza personale, con divieto di detenzioni arbitrarie.
- Articolo 12: diritto alla libertà di movimento.
- Articolo 14: diritto a un processo equo.
- Articolo 17: diritto alla privacy.
- Articolo 19: diritto alla libertà di espressione e di opinione.
- Articolo 21: libertà di riunione pacifica.
- Articolo 22: libertà di associazione.
Gli esperti temono che l’implementazione del DDL Sicurezza possa limitare significativamente questi diritti fondamentali, incidendo negativamente sulla società civile e sulle attività dei difensori dei diritti umani.
Tra le disposizioni contestate, vi è l’inasprimento delle pene per atti legati a manifestazioni pacifiche e l’introduzione di norme che potrebbero criminalizzare attività di ricerca, giornalismo o attivismo. Inoltre, la possibilità di revocare la cittadinanza a persone giudicate idonee a ottenere un’altra nazionalità rischia di creare situazioni di apolidia, contravvenendo agli obblighi internazionali.
Un altro punto critico riguarda la criminalizzazione della resistenza passiva, con pene che possono arrivare fino a otto anni di carcere per i detenuti che disobbediscono passivamente. Questa misura è stata definita “incredibile” da Patrizio Gonnella di Antigone, sottolineando come tali disposizioni possano mettere a rischio la democrazia e la protezione delle minoranze.
Reazioni da parte di altre organizzazioni
Le preoccupazioni espresse dall’ONU si aggiungono a quelle già manifestate da altre organizzazioni internazionali. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha criticato il DDL Sicurezza, evidenziando pene spropositate e misure che potrebbero violare i diritti umani. Anche il Consiglio d’Europa ha inviato una lettera al Presidente del Senato italiano, Ignazio La Russa, chiedendo di modificare il disegno di legge in quanto diverse disposizioni potrebbero restringere i diritti fondamentali.
«La società civile è consapevole che il diritto di protesta pacifica è sotto attacco. Le mobilitazioni che da mesi amplificano le voci di decine di migliaia di persone dimostrano che la demonizzazione della protesta non è in grado di fermarci. Le fiaccolate di questo venerdì saranno l’occasione di difendere oggi la possibilità di reclamare i nostri diritti umani anche in futuro. Dietro la narrazione ufficiale della sicurezza, questo disegno di legge minaccia la tutela dei diritti fondamentali di tutte e di tutti. Se non ci attiviamo adesso, collettivamente e convintamente, per bloccare questo provvedimento, le occasioni per far sentire le nostre opinioni saranno sempre meno», afferma Laura Renzi, coordinatrice delle campagne di Amnesty International Italia.
Secondo l’ANPI, il DDL Sicurezza «colpisce lavoratori e lavoratrici, studentesse e studenti, migranti, detenuti, rom, ambientalisti, Ong e sanziona penalmente il dissenso e il conflitto sociale, l’anima di ogni sistema democratico. Sfigura la democrazia in chiave di Stato penale e di casta contrabbandando un’idea di sicurezza che colpisce i ceti popolari». La CGIL invece: «Non ci sono mezze misure: il Ddl sicurezza va ritirato. Il paese non ha bisogno di leggi che colpiscono i diritti fondamentali, ma di politiche giuste su salari, fisco, pensioni, sanità, ambiente e istruzione».
«Dopo l’OSCE e il Commissario sui Diritti Umani del Consiglio d’Europa, stavolta sono ben sei Relatori Speciali delle Nazioni Unite a dirsi preoccupati per questo disegno di legge con il quale, l’Italia, rischia di porsi fuori dal consesso internazionale in materia di tutela dei diritti umani.Dinanzi a così tante e qualificate prese di posizione Governo e Parlamento dovrebbero tornare sui propri propositi, rendendosi conto di quale vulnus giuridico e democratico stiano portando avanti. L’Italia perde credibilità e prestigio internazionale se si pone ai margini delle democrazie liberali. La democrazia è principalmente protezione delle minoranze. Non si può ad esempio punire con 8 anni di carcere il detenuto che disobbedisce passivamente. È incredibile».
Patrizio Gonnella di Antigone
Le critiche mosse dall’ONU e da altre organizzazioni al DDL Sicurezza evidenziano la necessità di un’attenta riflessione sulle implicazioni di tale disegno di legge. È fondamentale che il governo italiano consideri queste osservazioni e valuti possibili modifiche al testo per garantire il pieno rispetto dei diritti umani e degli obblighi internazionali. La protezione delle libertà fondamentali deve rimanere una priorità, assicurando che le misure di sicurezza non compromettano i principi democratici su cui si basa la società italiana.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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