Ricordando Michela Murgia: i messaggi più belli che ci ha lasciato

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Alcuni di noi si sono addormentati, mentre altri si sono svegliati, con una terribile notizia che purtroppo sapevamo che sarebbe arrivata, prima o poi: Michela Murgia è morta all’età di 51 anni a causa di un carcinoma renale. Ha sempre avuto la forza e il coraggio di parlare con dignità e dialettica nel momento in cui qualcosa, a livello politico e sociale, non andava. Ne ha avuto la forza anche quando i compagni di sinistra non ci mettevano la faccia. Michela Murgia è morta, ma continuerà a vivere non solo nelle sue idee, ma soprattutto nelle pagine dei suoi libri, che riusciranno ad arrivare anche alle nuove generazioni.

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Aveva 51 anni Michela Murgia, e lo scorso maggio, intervistata da Il Corriere della Sera, aveva rivelato di avere un tumore al quarto stadio, con metastasi «già nei polmoni, nelle ossa, al cervello». Già nel 2014 le era stato diagnosticato un cancro al polmone, ma essendo candidata alla presidenza della Regione Sardegna, non ne aveva parlato perché «non volevo pietà». Ma questa volta il cancro «è partito dal rene, ma a causa del covid avevo trascurato i controlli», e purtroppo è stato nocivo. Intanto sui social i vari politici e amici la ricordano come la donna e guerriera splendida che è stata.

«Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi».

Michela Murgia

Alessandro Zan, deputato del PD, ha scritto: «Lotteremo insieme sempre, perché ci sarai sempre e vinceremo noi». «Buon viaggio Michela, la pensavamo in modo diverso, ma spero tu possa ora trovare la pace», scrive la ministra del Turismo Daniela Santanchè, mentre il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini pubblica una foto della scrittrice con la scritta “Una preghiera”. Loredana Lipperini: «Michela, amore. Grazie per tutto». Luciana Littizzetto: «Non so come faremo a stare senza di te. Ci hai insegnato come vivere e anche come morire». Paolo Borrometi: «Nella notte delle stelle, va via una stella. Libera fino all’ultimo: addio Michela Murgia».

Maurizio Lupi: «Molte cose ci dividevano da michela murgia, ma ora è il momento del dolore per la sua scomparsa e del rispetto per una donna che ha reso la sua malattia un incitamento alla pienezza della vita. Le sue argute provocazioni, anche al mondo cattolico, hanno saputo stimolare riflessioni politiche e sociali profonde. La diversità di pensiero è una ricchezza e riteniamo che persone come michela murgia abbiano contribuito ad elevare il livello del nostro dibattito pubblico. Ci mancherà».

Vladimir Luxuria condivide: «Ci eravamo messaggiate da poco e non potevo immaginare che tutto precipitasse così velocemente: un grande dolore e una immensa e troppo precoce perdita. Ci mancherà il tuo pensiero lucido e mai banale». E ancora, Simona Ventura: «Buon viaggio a una donna speciale, padrona delle sue idee». Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia: «Le persone come Michela Murgia sono corrosive. Perché, appunto, corrodono, intaccano i poteri, non ne sono comode stampelle. Indicano una direzione, un cammino da intraprendere. Raccontano di diritti e di libertà».

Cosa ci ha lasciato Michela Murgia

Noi di Cup of Green Tea vogliamo ricordarla con alcune delle citazioni più belle dei suoi libri e dei suoi discorsi. Buon viaggio, Michela.

Dire che il fascismo è un’opinione politica è come dire che la mafia è un’opinione politica; invece, proprio come la mafia, il fascismo non è di destra né di sinistra: il suo obiettivo è la sostituzione stessa dello stato democratico ed è la ragione per cui ogni stato democratico dovrebbe combatterli entrambi – mafia e fascismo – senza alcun cedimento.

Michela Murgia

Ho coltivato una speciale diffidenza per chi si compiace di dire sempre quello che pensa. Temo con ogni fibra quel tipo di persona che è pronta a scambiare per pensiero il moto casuale di tutto quello che gli passa per la testa e chiama sincerità l’incapacità di controllarlo.

Michela Murgia

Nel mare non esistono pesci piccoli, solo pesci disorganizzati e soli. Da soli si muore di più e prima. Da soli non si vincono battaglie. Da soli si ha sempre paura, ma a Sparta nessuno è mai stato lasciato da solo davanti al pericolo.

Michela Murgia
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L’obiettivo di costruire un immaginario patriarcale normalizzato viene perseguito sia con apposite narrazioni distorte sia attraverso un silenzio chirurgico sui passaggi della Scrittura che sono contraddittori o non funzionali. Nella Bibbia sono decine le immagini femminili di Dio che sono state deliberatamente ignorate nei processi di costruzione dell’immaginario. Questa mutilazione simbolica ha privato le donne del diritto di riconoscersi «a immagine di Dio» in un Dio che fosse anche a loro immagine. Agli uomini è stata invece sottratta la possibilità di vivere la ricchezza di una spiritualità della reciprocità: essi sono costretti a pensarsi dentro una relazione con Dio in termini esclusivamente virili, in un cortocircuito simbolico talvolta surreale.

Michela Murgia

Tutto sembra grande, se si sta in ginocchio.

Michela Murgia

Perché nelle questioni politiche la forma è sempre sostanza e il come determina anche il cosa. Per questo il fascismo agisce anche nei sistemi che si richiamano a valori di sinistra e anzi è lì che fa i danni più grandi, perché non c’è niente di più difficile del riconoscere che l’avversario è seduto a tavola con te e ti chiama compagno.

Michela Murgia

A lungo mi sono chiesta come fosse possibile che persone intelligenti, il più delle volte colte, spesso autonome economicamente, accettassero di essere oggetto di violenza all’interno della propria relazione. Adesso so che contano l’educazione femminile, frutto di secoli di addestramento alla subordinazione, e anche la parallela formazione maschile, imbevuta di proiezioni dominanti e possessive.

Contano i modelli sociali patriarcali, e conta moltissimo la sensibilità popolare educata all’idea che uno schiaffo sia solo una carezza veloce, nella convinzione diffusa che l’amore sia tale anche quando procura occhi pesti, zigomi lividi e sospette cadute dalle scale. Conta perfino che ogni titolo di quotidiano insista nel definire «delitto passionale» l’omicidio di una donna per mano del suo uomo, come se la morte fosse amore portato alle sue estreme conseguenze.

Michela Murgia

Con dissenso intendo la capacità di contestare chi governa in generale, la disobbedienza civile è una conseguenza e la fa chi si trova a fare delle scelte.

Michela Murgia
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La narrazione univoca della donna funzionale ‐ sposa e madre ‐ impone alle donne di muoversi dentro ruoli rigidi e le condanna a essere considerate sovversive e marginali ogni qualvolta provino a immaginarsi in modo alternativo. Per contro, la medesima narrazione impone ai mariti il ruolo dominante e le frustrazioni che ne derivano qualora si tenti una relazione più equa.

Michela Murgia

Io non ho figli, ma ho un’eredità da lasciare: quello che so fare, quello che ho visto, quello che ho imparato a chi andrà? A nessuno? No. Andrà ai figli degli altri, se c’è qualcuno che vorrà imparare.

Michela Murgia

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