Natale 2020: 3 leggende natalizie da raccontare oggi

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Buona Vigilia di Natale a tutti! Siamo arrivati finalmente alla tanto attesa notte di Natale. Nelle scorse settimane ci siamo occupate di diversi argomenti, dai film alla serie tv, dagli outfit ai make up, per non dimenticare tutte le idee regalo di diverso tipo che vi abbiamo proposto in modo da aiutarvi in qualche modo, oggi, invece, vi raccontiamo alcune leggende natalizie, magari da raccontare ai più piccoli della famiglia, o anche fra i grandi, per passare un po’ di tempo insieme.

Questo Natale sarà diverso, ci saranno meno posti in tavola, saremo più distanti fisicamente ma questo anno non può che averci reso più vicini, perché abbiamo condiviso tutti una grande sofferenza: chi ha perso dei cari, chi ha perso il lavoro, chi è dovuto stare distante da chi ama e chi, purtroppo, dovrà starci lontano anche in questi giorni. Per cui, magari per far sognare ancora i più piccoli e i giovani, quelli a cui è mancato di più giocare, stare all’aria aperta, andare all’asilo, potrebbe far loro piacere ascoltare delle leggende natalizie.

Magari può capitare che un bambino si abitui alle tradizioni, che sappia perché si mettono le palline sull’albero, che sappia che sotto al vischio ci si scambia un bacio o ancora che sappia che una delle renne di Babbo Natale si chiami Rudolph e ha il naso rosso. Ma, in realtà, non conosce le leggende natalizie che ci sono dietro alle tradizioni, per cui perché non raccontargliele, magari prima di iniziare il classico cenone o anche dopo essersi abbuffati?

3 leggende natalizie

Per cui, senza perdere troppo tempo, adesso raccontiamo a voi le leggende natalizie così voi potrete passare la parola. E, mi raccomando, fatelo con stile!

La leggenda del vischio

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Fonte: freepik

Per la prima delle leggende natalizie parleremo di un vecchio e avido mercante che viveva in un piccolo paesino fra i monti. Non aveva alcun amico, un po’ come il Grinch. Tuttavia, una notte, non riuscendo ad addormentarsi e dormire, decide di fare una passeggiata fuori casa, vedendo tante persone in cammino. Uno di loro, gli disse di unirsi a loro. Lo chiamò «fratello», sebbene non avesse fratelli.

Nonostante ciò, decise comunque di unirsi a loro, che gli sorridevano gentili sebbene lui non si sia mai comportato in modo educato e carino con loro. Giunsero davanti alla Grotta di Betlemme, e tutti loro entravano, tutti con dei doni sebbene fossero poveri. Lui, forse l’unico ricco, non aveva alcun dono. Una volta che fu il suo turno, entrò nella grotta e disse «Signore, ho trattato male i miei fratelli. Perdonami!», scoppiando a piangere.

E proprio da quelle lacrime, di un uomo pentito e rinato, nacquero le prime foglioline del vischio di Natale.

La leggenda delle palline di Natale

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Fonte: freepik

Per la seconda delle leggende natalizie, parliamo di quella delle palline di Natale che appendiamo da sempre, o meglio da quando abbiamo memoria, all’albero di Natale. Il protagonista di questa storia è un povero artista di strada che, dopo la nascita di Gesù, si trovava a Betlemme. Come ben saprete, la notizia della nascita del Bambinello si è subito sparsa in ogni dove, e anche il poverello volevo dargli il benvenuto in questo mondo.

Essendo povero, però, non aveva alcun dono da porgergli, ma decise comunque di recarsi alla grotta. Trovatosi davanti alla grotta, davanti al piccolo Gesù, gli venne in mente un’idea: fare il giocoliere con delle palline, facendo ridere il Bambinello. Da quel momento, per ricordare a tutti le belle risate del Redentore, si appendono le palline all’albero di Natale, per ricordarci la felicità.

La leggenda della renna Rudolph

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Fonte: freepik

Forse questa è la preferita tra le leggende natalizie di tutti i bambini, quella che riguarda Rudolph, la renna di Babbo Natale con il naso rosso. Questa leggenda vede la slitta di Santa Claus trainata da un gruppo di nove splendide renne, ma soprattutto di quella di nome Rudolph, che aveva un grande e colorato naso rosso. Nonostante fosse splendida, però, veniva derisa dalle altre otto renne.

Ma a Babbo Natale questo non importava, infatti Rudolph gli era di grande aiuto, in particolare in una notte della Vigilia in cui doveva consegnare i regali a tutti i bambini, quando Babbo si era perso non trovando più la strada poiché era una giornata molto fredda e nebbiosa. E, in questo caso, il naso di Rudolph fu molto utile, perché rischiarò le strade del cielo e Babbo Natale poté consegnare tutti i bambini. Da quel giorno, Rudolph è sempre stato il numero uno delle renne, posizionandosi a capo della slitta.

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