Ricordate Angela Carini, la pugile che ha accusato Imane Khelif di essere un uomo e dopo appena 45 secondi si è ritirata dal match, cavalcando l’onda dei media e dei politici italiani di destra che non riconoscono come donna Imane Khelif solo in quanto persona intersessuale (che non è transgender, per cui le polemiche erano veramente inutili e senza senso)? Oggi alla cara Angela è stato affidato il compito di insegnare pugilato, lavoro annunciato fra due esponenti del centrodestra, e non perde l’occasione per ricordare la sua esperienza olimpica e soprattutto per criticare le compagne che, a detta sua, “non l’hanno sostenuta”. Ma Irma Testa non ci sta, e le risponde.
«Che un uomo combatta contro una donna mi sembra poco olimpico. Questo la prende a pugni, a botte, non giocano a scacchi...», disse Matteo Salvini, commentando l’incontro fra Angela Carini e Imane Khelif. La ministra delle Pari Opportunità Eugenia Roccella: «Sorprende che non vi siano, a livello internazionale, criteri certi, rigorosi e uniformi, e che proprio alle Olimpiadi possa esserci il sospetto, e assai più del sospetto, di una competizione impari e persino potenzialmente rischiosa per una dei contendenti». Tuttavia, i criteri c’erano e ci sono: lo stesso CIO ha evidenziato che tutte le atlete iscritte alle competizioni rispettano i requisiti. In generale tutta la polemica era stata inutile, e la stessa Carini ha cavalcato l’onda.
In molti, dopo l’incontro, hanno affermato che la pugile sarebbe scesa in campo, sostenuta dai partiti di destra. Sì e no: non è una politica, ma insegna boxe nel centro di Caivano voluto da Giorgia Meloni: «Sono tesserata come atleta per le Fiamme Oro e insegno boxe ai ragazzi al centro di Caivano, questo è la cosa più bella che mi sia capitata». A chi le chiede se tornerà sul ring, risponde: «Tutti parlano di un mio ritorno, ma io non sonomai uscita dal ring. Sto solo percorrendo il mio cammino, inseguo i miei sogni e finché avrò la forza di farlo lo farò sempre».
Testimonianza di come non sia uscita dal ring è come a distanza di mesi non smetta ancora di parlare di quei 45 secondi, e addirittura ha criticato le sue compagne di Nazionale, che però non ci stanno e rispondono a tono.
La critica di Angela Carini alla Nazionale
In un’intervista con La Repubblica, Angela Carini ricorda l’incontro contro Imane Khelif: «In quel momento per me s’era fermato il mondo. Ero in ginocchio e piangevo perché stavo chiedendo scusa a mio padre che non c’è più. Avrei voluto regalargli la medaglia olimpica ma in quell’istante ho capito che il mio sogno era sfumato dopo aver fatto tanti sacrifici». Nell’intervista rinnega anche che qualcuno le abbia consigliato di ritirarsi, dicendo di esser stata con suo fratello la sera prima del match:
«Sono state dette tante cose non vere sul mio conto, anche in alcune trasmissioni televisive nelle quali si cercava di tirare somme sulla mia persona sollecitando anche Imane. Ho trovato tanta disumanità, anche nella telecronaca che mi è stata fatta durante il match. La verità è che non sono stata consigliata proprio da nessuno. La sera prima dell’incontro ero con mio fratello, gli parlavo dei sacrifici per arrivare fino lì, di papà che ci guardava dall’alto, di come mi sarei battuta fino alla fine. Poi quei due colpi mi hanno messa ko, soprattutto il secondo alla mascella. Di pugni ne ho presi tanti in carriera, ma in quel momento ho sentito il bisogno di fermarmi».
«Sarebbe facile cancellare tutto, ma non lo farò. La verità è che molti preferiscono parlare male invece che immedesimarsi in te. Non sanno che il coraggio sta già nel salire sul ring quando tutto il mondo ti sta guardando, il coraggio è la saggezza delle scelte che si fanno», afferma, rispondendo alle critiche di chi la giudica per non aver finito l’incontro. Di quello stesso match, racconta come «due colpi mi hanno mandata KO, soprattutto il secondo che mi ha preso alla mascella. In quel momento ho sentito il bisogno di fermarmi».
«Dopo quanto accaduto, ho capito chi mi vuole bene davvero. La mamma che mi aspetta nell’ambiente ovattato di casa, mio fratello, il mio ragazzo. Quelli che hanno dato una pacca sulla spalla, rialzandomi quando ero in difficoltà. E ci metto il presidente federale D’Ambrosi, le Fiamme Oro, il maestro Foglia e la famiglia Parlati che mi ha accolto nella sua palestra di judo», ed è a questo punto che arriva la critica alla nazionale:
«La reazione di Irma Testa e delle altre azzurre? Non parlerei del singolo ma dell’unità della squadra. Nessuna ha teso una mano verso di me. La cosa non mi meraviglia, loro però sanno benissimo chi è la vera Angela, una ragazza che dà battaglia sul ring senza tirarsi mai indietro. Ma non ho trovato una di loro che abbia detto una frase di incoraggiamento, è la cosa che mi ha fatto più male. Sono persone che non fanno più parte della mia vita».
La risposta di Irma Testa
Irma Testa, però, non ci sta, e quindi, pubblicando l’articolo di FanPage in cui si racconta dell’intervista della Carini, dà il suo punto di vista sull’esperienza olimpica di Angela Carini, e soprattutto di quella famosa “unità di squadra” di cui parla: «Dico solo che eravamo in cinque in stanza quando siamo arrivate a Parigi, ma lei si è fatta cambiare di stanza dopo due secondo, ed è andata a stare da sola. Troppo superiore per stare con noi? Non l’abbiamo mai vista, non a mai cenato o pranzato con noi. L’unica volta in cui ha chiesto aiuto, è stato dopo il match, per farsi fare la valigia perché troppo stanca dalle interviste per rientrare nel villaggio con noi comuni mortali».
L’altra faccia della moneta vede quindi una Angela Carini che non è stata supportata in quanto non c’è stato un vero e proprio rapporto con le altre atlete, ma solo un menefreghismo. «Mi dispiace Angela – continua la Testa – ti avremmo anche aiutato e forse se tu fossi stata più tempo con noi, ti avremmo evitato la brutta figura che hai fatto tu e hai fatto fare a tutta l’Italia in mondovisione». Chiaramente un attacco alla scelta della collega di non aver voluto neanche finire il match, o comunque arrivare a un minuto di incontro (c’è da dire che negli incontri successivi di Imane Khelif, le boxers hanno lottato, non si sono ritirate, per cui sembra che non fosse così assurdo).
Conclude, infine: «NOI della nazionale, siamo sempre stati una famiglia, nel bene e nel male con le nostre antipatie e simpatie, se tu ne avessi fatto parte veramente, sapresti che i panni sporchi si lavano in famiglia». Anche Sirine Charaabi ha voluto rispondere, tramite storia Instagram, alla collega, confermando la versione di Irma Testa che la descrive un po’ come una primadonna: «Il tuo concetto di squadra è sempre stato “Prima io”, “Dopo io”, “E se avanza qualcosa sempre per io. E questo rappresenta un po’ la “persona” che sei». Sembra che Angela Carini non sia mai scesa da quel ring e continui a prendere pugni in faccia: la risposta arriverà tramite un’altra intervista?
Con l'intervista a Repubblica Angela Carini è riuscita a prendere due sberle anche senza salire sul ring.
— Francesco Guarino (@fraguarino) November 29, 2024
Irma Testa e Sirine Charaabi hanno descritto così la "compagna di squadra" a Parigi.
Servirebbe un dignitoso silenzio, di cui la povera Carini non mi sembra sia specialista. pic.twitter.com/oOafAAQkBJ
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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