Emanuela Orlandi: il fratello Pietro è stato ascoltato in Vaticano

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Ha avuto sette ore di colloquio con il promotore di giustizia della Santa Sede Alessandro Diddi Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa ormai quarant’anni fa nel 1983, insieme alla sua avvocata Laura Sgrò. «Dopo 40 anni, ho potuto sfogarmi e ho trovato disponibilità a fare chiarezza, a mettere un punto», ha detto l’Orlandi, facendo sapere che hanno discusso di tante cose fra cui la «famosa “trattativa Capaldo”» e «del trasferimento di Emanuela a Londra, di pedofilia, degli screenshot dei messaggi di cui siamo entrati in possesso».

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Quando Emanuela Orlandi è scomparsa aveva 15 anni, era figlia di un funzionario del Vaticano, commesso alla Prefettura della casa pontificia. Viveva nel Vaticano. Aveva telefonato a casa da una cabina telefonica dicendo che avrebbe tardato a rientrare perché non arrivava l’autobus e raccontando di essere stata avvicinata da un uomo che le aveva offerto di lavorare per distribuire volantini della linea di cosmetici Avon. Tuttavia, la ditta negherà di avere programmi di distribuzione di volantini. Emanuela, poi, quel bus non l’avrebbe mai preso, e da quel momento non avremmo più avuto sue notizie.

Ancora oggi il nome di Emanuela è un po’ un tabù nel Vaticano, il primo Papa a pronunciare il suo nome è Francesco, che disse ai familiari che la ragazza è in cielo: «Dopo gli anni di silenzio di Ratzinger, soltanto sentire il nome di Emanuela pronunciato da un Papa è stata una cosa forte. Pensammo subito che Francesco sarebbe stato disponibile al dialogo. Invece abbiamo poi trovato un muro più alto di prima», ha detto Pietro Orlandi, che, tuttavia, ha scritto più volte a Papa Francesco, ricevendo una risposta con «frasi di circostanza».

Sul caso di Emanuela Orlandi ci sono state diverse ipotesi, dall’allontanamento volontario da casa all’attentato a Giovanni Paolo II, dallo scandalo IOR e il caso Calvi alla Banda della Magliana, finendo con la pedofilia. Tuttavia, non sappiamo quale di queste teorie sia quella che cela la verità. Il caso è stato anche collegato alla scomparsa di Mirella Gregori, una quindicenne scomparsa il 7 maggio dello stesso anno a Roma. Nessuna delle due è stata mai ritrovata.

Emanuela Orlandi: il fratello Pietro ascoltato in Vaticano

La scorsa settimana Pietro Orlandi ha fatto sapere tramite il suo avvocato che avrebbero portato in Vaticano «la documentazione in cui si parla della permanenza di Emanuela in Inghilterra, è una documentazione che va analizzata, anche per capire se è attendibile», ma soprattutto che avrebbero chiesto di ascoltare dei testimoni dell’epoca tra cui anche il cardinale Giovanni Battista Re, il card. Leonardo Sandri, il card. Stanislaw Dziwisz, che è stato il segretario storico di Giovanni Paolo II, mons. Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI e l’ex comandante della Gendarmeria Domenico Giani.

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Riguardo all’incontro, Pietro Orlandi ha parlato con i giornalisti dicendo di aver verbalizzato «tutto quello di cui ho parlato in questi giorni» nella memoria depositata: «La famosa trattativa, i documenti sul trasferimento di Emanuela a Londra, la questione della pedofilia e degli altissimi prelati che potrebbero essere legati alla questione della pedofilia, i famosi screenshot di cui ho sempre parlato, ho fatto i nomi delle persone collegate», proprio come aveva anticipato.

Il clima che ha trovato è stato piacevole, per quanto possa essere parlare di una situazione tanto tragica: «Devo dire che ho trovato molta disponibilità di fare chiarezza, il fatto stesso che abbiano detto di aver ricevuto l’incarico da Papa Francesco e dal Segretario di Stato di fare chiarezza… indagare a 360 gradi e non fare sconti a nessuno, ovvero indagare dal più piccolo al più grande e se ci sono delle responsabilità anche in alto devono venire fuori. Non è la prima volta che ci incontreremo oggi».

In serata, l’avvocata Sgrò ha aggiunto mentre Pietro Orlandi veniva ascoltato come testimone (e per questo la sua presenza non era prevista): «Abbiamo depositato una memoria, il Pm sta facendo il suo lavoro, credo che siano in una fase di approfondimento di questa memoria e della documentazione rilasciata in precedenza». Sottolinea l’importanza di questo momento «dopo tanti anni anche dopo le parole che abbiamo letto stamattina in cui il promotore diceva che il Santo Padre ha dato piena libertà nelle indagini».

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Pietro Orlandi

Continua poi: «L’augurio nostro è che finalmente si possa fare luce su questa vicenda e che si possa davvero scrivere una pagina di storia. Questo lo dico anche da cittadina perché oggi ho letto della volontà del promotore di voler collaborare anche con la giustizia italiana e questa è storia: sarebbe la prima volta nella storia italiana in cui il Vaticano e l’Italia, avvalendosi del Concordato, davvero in uno scambio reciproco possano mettere a disposizione l’uno dell’altro gli elementi che hanno a disposizione, per Emanuela, per questa famiglia nonostante siano passati 40 anni».

«Speriamo che la giornata di oggi sia fruttuosa, come auguriamo che tutto il lavoro del promotore possa essere fruttuoso e che questa giornata possa essere presa di grande auspicio per il Senato che deve ancora calendarizzare il voto per la commissione di inchiesta, noi siamo fiduciosi che possa avvenire entro la fine del mese».

Avvocato laura sgrò

L’avvocato ha spiegato di aver «raccolto un po’ di elementi da un po’ di tempo a questa parte, sono frutto di un lavoro di indagini difensive, l’abbiamo messa a disposizione del promotore ora tocca a lui fare le indagini adeguate, valutare la fondatezza e la completezza e soprattutto rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Questa mattina abbiamo letto pure che avrebbe trovato delle carte impolverate e questa cosa è bella visto che fino a questo momento il Vaticano ha sempre detto di non avere fascicoli e incartamenti quindi siamo fiduciosi nelle carte impolverate».

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