Benvenuti su Una Tazza d’horror dove parliamo di casi irrisolti, leggende metropolitane, omicidi e tanto altro. La volta scorsa abbiamo parlato della sparatoria avvenuta alla Sandy Hook Elementary school, in America purtroppo possiamo notare che queste sparatorie sono molto diffuse e accadono molto spesso causando morti davvero tragiche. Quest’oggi parleremo di 5 casi avvenuti il giorno di Natale, il giorno più bello dell’anno, il quale si passa insieme alla famiglia, felici e contenti ma a quanto pare si rivela un Natale pieno di sangue. Non mi dilungo più di tanto e buona lettura.
5 massacri avvenuti a Natale
Il massacro dei Lawson
Charlie nasce nel 1886 in una comunità conosciuta come Lawsonville. Cresce in quella comunità e nel 1911 sposa Fannie Manring che gli darà 8 figli. Purtroppo però uno di loro muore a soli sei anni a causa di una malattia.
Nel giorno di Natale del 1929 Charlie porta la sua famiglia in città per comprare vestiti nuovi e farsi fare una foto di famiglia. Nonostante questo possa sembrare assolutamente normale oggi, nel 1929 era molto inusuale dato che solo le persone molto benestanti potevano permetterselo. Lo stesso giorno Charles massacra tutta la sua famiglia. Il fatto di avere comprato vestiti nuovi e di aver fatto una foto di famiglia, fa pensare ad un atto premeditato. Comincia con le due figlie Carrie e Maybell, di 12 e 7 anni, che si trovavano nella casa degli zii. Il padre le aspetta vicino al deposito di tabacco e le uccide a colpi di fucile.
Poi si avvicina alle figliolette e le colpisce ripetutamente per assicurarsi che siano morte. Successivamente torna a casa dove uccide la moglie Fannie che si trovava nel portico. La figlia Marie sente lo sparo e urla, il padre la sente, entra in casa e uccide anche lei. Dopo il massacro va in un bosco vicino casa dove si spara. Quando la polizia trova il suo corpo viene ritrovato anche un pezzo di carta con scritto: ” Non incolpate nessuno tranne me”.
La scomparsa dei Sodder
Siamo a Fayetteville, una cittadina del West, la notte della vigilia di Natale 1945. I Sodder sono una famiglia numerosa e di origini italiane composta da dieci figli, dai 3 ai 23 anni. In casa si respira aria di Natale ma là fuori no, appena uscito dalla seconda guerra mondiale pieno di morti e devastazioni. Arrivata la sera e nel mentre il padre e i figli non vorrebbero fare altro che buttarsi a letto, Marian, 17 anni porta ai fratelli più piccoli dei giocattoli. La madre Jennie arriva ad un compromesso: i bambini potranno rimanere alzati se poi metteranno tutto in ordine. Dopo una lunga sera e distrutti dai loro giochi decidono di andare a letto.
Poco dopo la mezzanotte squilla in continuazione il telefono, la signora Sodder scende per rispondere e vi era una donna che chiedeva di un uomo che Jennie non conosce. Resta un po’ allibita e spiega alla donna che probabilmente avrà sbagliato numero e quindi pensa fosse un brutto scherzo. Così Jennie torna a dormire, non è passato molto tempo, sono le 1:30 e i Sodder si svegliano per via di un incendio, escono tutti dalla casa tranne gli altri 5 bambini.
La polizia arrivando sul posto crede che sia per colpa di un cortocircuito ma George Sodder dichiara che era appena stato riparato e cercando gli altri figli non vi era alcuna traccia e vengono dichiarati ufficialmente morti anche se si crede sia stato un rapimento.
JonBenét Ramsey
JonBenét Ramsey era una regina americana di bellezza per bambini. Figlia di genitori benestanti, JonBenét aveva solo sei anni quando fu assassinata nella sua residenza di Boulder, in Colorado, il 26 dicembre 1996. Il suo omicidio che è ancora irrisolto divenne uno dei dieci anni’le indagini di polizia più famose. All’arrivo sulla scena del crimine, il dipartimento di polizia di Boulder aveva commesso errori che hanno compromesso le indagini. Tra gli errori commessi, a John fu permesso di spostare sua figlia corpo dal seminterrato, e lui e Patsy non sono stati intervistati separatamente durante l’interrogatorio iniziale.
Nei successivi quattro anni, non furono fatti grandi passi avanti, sebbene i Ramseys diventassero i principali sospettati. Gran parte della giuria ha visto i genitori come colpevoli dopo aver sentito di prove che non li hanno dipinti nella luce più innocente: John e Patsy hanno raccontato storie incoerenti, le loro apparizioni mediatiche li hanno resi colpevoli.
Nel dicembre 1999, la grande giuria di Boulder ha votato per accusare John e Patsy per il loro presunto ruolo nell’omicidio della figlia; tuttavia, il procuratore distrettuale di Boulder Alex Hunter ha deciso di non accusarli, citando prove insufficienti. Dopo che il caso fu abbandonato, la famiglia Ramsey tornò ad Atlanta, in Georgia, per sfuggire dai media. Nel 2016, il fratello di JonBenét, Burke, ha fatto un’apparizione sorprendente Il Dr. Phil Show, rompendo il suo silenzio ventennale sul caso, ma non portando nuove prove alla storia.
L’omicidio di Laci Peterson
Laci Denise Peterson è donna americana nata il 4 maggio 1975 a Modesto, in California. I suoi genitori, Sharon Ruth Anderson e Dennis Robert Rocha si sono separati appena un anno dopo la sua nascita. Aveva due fratelli, Brent Rocha e un fratellastro, Amy. Laci ha frequentato la Thomas Downey High School e successivamente si è laureata, si è trasferita al California Polytechnic State University. Fu mentre era a Cal Poly che conobbe Scott Peterson. Nel 1996 i due erano già fidanzati e nel 1997 si sposarono.
Sebbene abbiano provato ad avere figli, Laci non ha accettato fino al 2002 poco prima di programmare i test di fertilità. Il 24 dicembre 2002, Scott Peterson tornò a casa per l’assenza di sua moglie che all’epoca era incinta di otto mesi. Credendo che fosse andata a trovare sua madre, compose il numero ma gli fu detto che non c’era. Sentendo che qualcosa poteva non andare, suo padre chiamò la polizia per denunciare la sua scomparsa.
Pochi giorni dopo il corpo di Laci Peterson e la sua bambina furono stati trovati, Scott è stato preso nei pressi di un campo da golf a La Jolla. Anche se ha affermato di essere andato a mettersi al passo con suo fratello e suo padre per una partita, si era tinto i capelli dal marrone scuro al biondo e aveva con sé quasi 15 mila in contanti e altre cose per far sospettare che era in fuga tra cui attrezzatura da campeggio e quattro telefoni cellulari. A causa di tutto ciò, la polizia aveva motivo di sospettare che stesse fuggendo in Messico.
Scott Peterson è stato nominato il 21 aprile 2003,e dal 12 novembre 2004, fu condannato per gli omicidi di primo e secondo grado di sua moglie e del loro figlio, Conner. Si diceva che il motivo dei crimini fosse tale da potersi sposare con Amber Frey con cui aveva una relazione. Da allora Scott ha sempre sostenuto di essere innocente dei crimini.
Il serial killer di Covina
È la vigilia di Natale del 2008, sono le 23.30 di sera, Bruce Jeffrey Pardo ha appena finito di prestare servizio come volontario presso la parrocchia del suo paese, Montrose, ed è ancora vestito da babbo natale. Sale a bordo dell’auto che aveva noleggiato per quella sera una Dodge caliber blu – e guida fino a Covina, una cittadina nella periferia di Los Angeles.
Posteggia nel vialetto al 1129 East Knollcrest Drive, prende con sé un pacco regalo enorme che aveva nell’auto e si dirige verso casa dei genitori della sua ex moglie – Sylvia Ortega, dove si sta svolgendo il cenone della vigilia con numerosi invitati. In casa ci sono circa 25 persone perché Joe, il papà di Sylvia, aveva la tradizione di organizzare ogni viglia di natale una grande cena invitando tutta la famiglia compresi zii e nipoti vari. Suona il campanello.
Ad aprire è Katrina, la piccola nipote di Bruce, figlia di Leticia la sorella di Silvia. Katrina ha 8 anni ed è felice di vedere lo zio vestito da babbo natale proprio la sera della vigilia.Lo zio Bruce però, non è altrettanto felice quella sera e decide di fare fuori tutta famiglia per poi bruciare tutta la casa riducendola in ceneri. Una cosa molto inquietante, è che Bruce Pardo non è il solo ad aver dato sfogo alla sua furia sotto Natale.
C’è una correlazione tra il crimine e il Natale? È possibile che le persone tendenti ad essere criminali, abituali, professionali o per tendenza, col Natale decidano di lasciare libero sfogo ai propri istinti perché nella loro mente “festa” vuol dire sfogarsi un po’ come nel film “La notte del giudizio”? In realtà esisterebbe davvero un cosiddetto “mal di Natale” o “sindrome del Grinch”. C’è stata una recente ricerca all’università di Copenaghen per la quale sembra che la stessa regione del cervello in grado di generare amore e felicità grazie alle festività di fine anno può far nascere avversione e antipatia di pari intensità in alcuni individui sulla base delle esperienze natalizie vissute nel corso della propria vita.
Siamo ancora sicuri che a Natale siamo tutti più buoni?