Covid 19, che sarà mai? All’inizio sembrava tutto così lontano da noi, fuori dalla Cina erano soltanto circa 100 casi e non vi erano morti dichiarati. In pochissimi mesi dai primi casi rilevati, l’Oms dichiara ufficialmente il 30 gennaio 2020 lo stato di pandemia da Coronavirus.
Proprio negli ultimi giorni del 2019 il Coronavirus aveva cominciato a uccidere a Wuhan, in Cina, per poi diffondersi molto velocemente in tutti i paesi del mondo, arrivando anche in Italia.
Ricordiamo tutti molto bene il famoso “paziente zero”, noto come il primo contagio di Covid nel nostro paese. Mattia Maestri, maratoneta e giocatore di calcio, oltre che volontario alla Croce Rossa e ricercatore di una multinazionale, si era presentato una prima volta all’ospedale di Codogno nel pomeriggio del 18 febbraio, e in qualche giorno la situazione era peggiorata portando ad un intervento immediato del rianimatore e il ricovero nel reparto di terapia intensiva.
Così è iniziata l’epopea del Covid-19, tra chiusure, distanziamento, assembramenti e mascherine obbligatorie all’aperto e nei luoghi pubblici. Come dimenticare i due pazienti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma, come dimenticare i mezzi militare carichi di bare sfilare nelle strade deserte di Bergamo.
Come dimenticare oltre tre mesi di stretto lockdown, l’estate 2020 sembrava essere la stagione della libertà, si diceva che il virus era “clinicamente morto”, ma purtroppo la poca cautela ci ha fatto ripiombare nell’incubo nello stesso autunno di quell’anno, per poi proseguire così anche nell’anno solare successivo.
Dopo un anno di attesa, sono finalmente arrivati i vaccini anticovid, suscitando dubbi e polemiche da parte dell’opinione pubblica e del mondo della scienza e della medicina. Tante sono state le critiche mosse, tra cui le cosiddette “reazioni avverse” portate all’attenzione pubblica in seguito ai decessi di tre militari d’istanza in Sicilia, periti in strane circostanze poco dopo essere stati vaccinati.
Dopo tre anni da qual momento, il mondo si è finalmente capovolto: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il Covid-19 non si qualifica più come un’emergenza globale, segnando una fine simbolica alla devastante pandemia di Coronavirus che ha sconvolto vite ed economie in tutto il mondo.
L’attesa decisione è stata ufficializzata dal direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, dopo la riunione di ieri del comitato di emergenza che ha analizzato l’attuale situazione epidemiologica. Nell’ultima settimana di aprile, l’Oms ha accertato 630 mila casi e 3.500 morti nel mondo, mentre nello scorso gennaio i positivi erano oltre un milione 300 mila e i morti più di 14 mila.
Pandemia Covid: una stima in numeri
Ad oggi, sono quasi 800 milioni di casiCovid-19 confermati dall’inizio della pandemia e con nostro grande rammarico, ufficialmente quasi 7 milioni di decessi nel mondo. Questo è stato il bilancio globale datato 3 maggio, due giorni prima della dichiarazione della fine dell’emergenza sanitaria internazionale decisa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche se la stessa Oms stima oltre 20 milioni di morti in questi ultimi tre anni.
Per quanto riguarda le stime a livello globale, l’America registra 2.948.987 decessi da inizio pandemia, seguita dall’Europa con 2.230.564, dalla regione del Sud-est asiatico con 805.131, Pacifico occidentale con 410.580, Mediterraneo orientale con 350.992 e Africa con 175.347.
In area europea il Regno Unito, Germania e Francia hanno registato il maggior numero di contagi e decessi. In Italia quasi 26 milioni i casi accertati e un totale di 190 mila vittime.
Pandemia Covid: cosa succede in Italia e cosa ci aspetta per il futuro
Ammettiamo pure che nella percezione della popolazione la pandemia era già finita dall’estate del 2022, ma deve essere chiaro che non è finita la circolazione del virus. Tutti i Paesi dovranno ora prepararsi ad una nuova fase di transizione, legata al passaggio da una fase emergenziale dovuta alla pandemia, ad una fase di controllo, gestione e prevenzione del Covid-19 sul lungo termine.
L’Oms ha aggiornato il piano strategico globale in preparazione per il 2023-2025, stilando nuove regole da rispettare e nuovi obiettivi. Cinque sono i pilastri della nuova strategia: sorveglianza collaborativa, protezione della comunità, cure sicure e flessibili, accesso alle contromisure e coordinamento in caso di emergenza. “È necessario sostenere i Paesi durante la transizione da una risposta di emergenza a queata nuova fase, e questo” – ha avvertito Ghebreyesus – “è un passaggio fondamentale”.
In Italia invece cambiano ufficialmente i criteri e gli indicatori del monitoraggio per l’andamento del Covid. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero della Salute in cui si istituisce il nuovo sistema connesso a questa terza fase della pandemia, si tratta di un sistema più snello i cui criteri e indicatori saranno individuati con una circolare ad hoc congiunta delle direzioni generali della prevenzione sanitaria e della programmazione sanitaria. Inoltre lo stesso Ministero, tramite la Cabina di regia, analizza con cadenza settimanale le informazioni relative al monitoraggio e potrà ridefinirne la cadenza su indicazione degli esperti.
Molto importante è stato l’avvento dei vaccini antiCovid, come spiega Paolo Bonanni, professore di Igiene presso l’Università di Firenze: “Oggi è stato sottolineato che una malattia endemica come la malaria fa centinaia di migliaia di vittime ogni anno. Quello che dobbiamo fare è prepararci per una possibile circolazione endemica di questo virus che potrebbe fare ancora molti danni.
Aggiunge inoltre: “Come ogni anno ci proteggiamo contro l’influenza, è probabile che ogni anno ci dovremo proteggere contro il Coronavirus. Dobbiamo far capire, specie alla popolazione più’ anziana e più fragile, che dovrà continuare a fare i richiami per il Covid“.
Concludiamo questo articolo con notizie positive, lasciandoci alle spalle non solo questo brutto ricordo ma senza dimenticare ciò che è stato, siamo stati testimoni di un avvenimento che, purtroppo, finirà sui nostri libri di storia.