Pos: saltata la normativa relativa, nessun obbligo a €60

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Prima €30, poi €60, poi di nuovo €30, poi nessun obbligo. Quello che vorrebbe fare il Governo Meloni, non va bene alla Commissione Europea che vuole tutelare i cittadini italiani sembra più dello stesso governo. Tuttavia, abbiamo solo rimandato il problema del Pos (non) obbligatorio. Il governo più a destra dopo quello Mussolini, ha tentato di alzare l’obbligo di munirsi di Pos per i pagamenti superiori a €60. Tuttavia, la Commissione Europea è contraria a questa decisione, e quindi ha bocciato l’articolo in questione dalla legge di bilancio.

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In diverse occasioni ci capita di andare a mangiare qualcosa in un bar, a bere qualche shottino in pub, e poi andare a pagare e chiedere: «accettate carta?». In realtà la risposta a questa domanda dovrebbe essere scontata, in quando dal decreto legge 179 del 2012 esiste l’obbligo per i commercianti di dotarsi dell’apparecchio. Nel 2016 poi la legge ha previsto una soglia minima di 5 euro, con multe di 500 euro con il rischio di raddoppio a 1.000 euro e la sospensione dell’attività se il commerciante non si fosse messo in regola.

Poi, però, in seguito a diverse proteste da parte delle associazioni degli esercenti per le commissioni sui pagamenti elettronici, le sanzioni erano state ridotte. Infatti dovete sapere che la spesa per il POS è divisa in tre costi: il primo è l’installazione del dispositivo, il secondo il costo mensile del dispositivo, il terzo il costo applicato su ogni singola transazione suddivisa a sua volta in costo della transazione interbancaria e costo di transazione bancaria. In genere questo costo varia tra 10 e 50 centesimi e un costo percentuale tra l’1 e il 3 per cento.

Inizialmente gli articoli del decreto appartenente allo scorso governo che riguardano il POS sarebbero dovuti entrare in vigore dal primo gennaio 2023, ma lo scorso aprile il governo Draghi ha deciso di anticiparlo al 30 giugno, quindi di sei mesi. Per chi si sarebbe rifiutato di far pagare con Pos, c’era una multa fissa di 30 euro per ogni transazione rifiutata, e un’aggiunta del 4 per cento sul valore del pagamento. Queste sanzioni valevano per tutti, dalla ristorazione ai negozianti, dai baristi ai professionisti. Inclusi anche gli ambulanti.

Ma poi il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha cambiato la situazione, e lo ha rifatto ancora una volta, e probabilmente lotterà affinché questa norma venga approvata, anche in futuro.

Il pos è ancora obbligatorio

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Niente addio al Pos. «Se non ci sono i margini, ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti», ha detto il Presidente Giorgia Meloni alla fine della riunione con la maggioranza sono quelli della trattativa con la Commissione europea. Quindi il governo dovrà obbligatoriamente cancellare la parte dell’art. 69 per «non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti», di cui si era pagato tanto nelle ultime settimane da quando era girata la bozza dell’obbligo dei Pos sotto i €60.

Comunque, non è ancora finita, perché il ministro Giorgetti ha fatto sapere che si impegnerà ad andare incontro agli esercenti. «Nell’emendamento che presenterà il governo è prevista l’eliminazione della normativa relativa al Pos», ha detto, e poi ha aggiunto che comunque «lo rimettiamo alla valutazione della commissione per quanto riguarda eventuali forme, che noi caldeggiamo, di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni».

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Infine, ha concluso: «abbiamo previsto la revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023 e 2024, è stata elevata la percentuale della fascia di pensioni da 4 a 5 volte la minima e ridotte conseguentemente quelle a salire per quanto riguarda i redditi». Confermato il taglio del Reddito di cittadinanza con l’assegno che arriverà l’anno prossimo solo per 7 mesi invece degli 8 previsti. Tuttavia, nessuno fa niente per il salario minimo, che aiuterebbe tanti lavoratori a ottenere dignità sul lavoro.

La scelta del governo sul Pos, era stata aspramente criticata dalla Banca d’Italia, ha ha detto che la soglia a 60 euro per il Pos indeboliva la lotta all’evasione fiscale e andava contro l’obiettivo di digitalizzazione fissato dal Pnrr. La Corte dei Conti, sempre davanti ai deputati della commissione Bilancio, l’aveva definito «non coerente con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale». Il presidente Meloni, però, rassicurò sul fatto che «il Governo sta valutando la possibilità di non obbligare i commercianti ad accettare il pagamento elettronico per piccoli importi. La soglia dei 60 euro è indicativa può essere anche più bassa, c’è un’interlocuzione in corso con l’Ue e vediamo come andrà a finire».

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