Mahak Hashemi: 16enne uccisa in Iran perché indossava un cappello invece del velo

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Secondo la polizia Mahsa Amini non è stata uccisa, ma è semplicemente morta durante la sua detenzione a causa di suoi problemi di salute. Ma Mahak Hashemi, 16enne iraniana, è stata letteralmente uccisa a bastonate dagli agenti di sicurezza in quanto è uscita di casa indossando un cappello da baseball e non il velo durante le proteste per l’uccisione della 22enne uccisa dalla Polizia morale dell’Iran e per cui si sta manifestando da mesi interi in tutto il mondo. E la vittima, non è stata solo lei, non sono state solo due, ma fin troppe giovani donne sono state ammazzate.

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Le accuse verso la polizia iraniana sono quelle di aver picchiato a morte Mahsa Amini, arrestata per aver indossato un “hijab improprio” e morta durante la custodia. Tuttavia, un capo della polizia iraniana ha categoricamente negato tutte le accuse. Intervenendo a una conferenza stampa lunedì, il capo della polizia di Teheran, il generale di brigata Hossein Rahimi, ha affermato che le affermazioni cheMahsa Aminiè stata picchiata o in qualche modo maltrattata sono “completamente false”.

«Improvvisamente ha avuto un problema cardiaco mentre era in compagnia di altre persone che ricevevano una guida [ed] è stata immediatamente portata in ospedale con la collaborazione dei servizi di emergenza», ha detto la polizia. Il presidente Ebrahim Raisi ha ordinato al ministro dell’Interno di aprire un’inchiesta sul caso. Diversi legislatori hanno affermato che solleveranno il caso in parlamento, mentre la magistratura ha affermato che formerà una task force speciale per indagare.

Amnesty International intanto ha denunciato la situazione: «Le circostanze che hanno portato alla morte sospetta in custodia della giovane donna di 22 anni Mahsa Amini, che includono accuse di tortura e altri maltrattamenti in custodia, devono essere indagate penalmente. La cosiddetta ‘polizia della moralità’ di Teheran l’ha arrestata arbitrariamente tre giorni prima della sua morte mentre applicava le leggi del Paese sul velo forzato abusivo, degradante e discriminatorio. Tutti gli agenti e i funzionari responsabili devono affrontare la giustizia».

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In più, è stata uccisa anche un’altra ragazza:Hadith Najafi, «uccisa da 6 proiettili nella città di Karaj». A ciò si aggiunge anche che il ministro degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, citato dai media statali, ha dichiarato: «Minimizzando la gravità di una serie di blocchi imposti nelle comunicazioni nel Paese, gli Stati Uniti stanno cercando di portare avanti i loro obiettivi contro l’Iran», facendo riferimento a come Elon Musk, con il sostegno del governo USA, ha attivato il servizio Internet satellitarie Starlink, in quanto il governo dell’Iran aveva bloccato l’accesso a internet in tutto il Paese.

La storia di come Mahak Hashemi è stata uccisa

Mahak Hashemi è morta da sola in Iran, uccisa dalle percosse delle forze di sicurezza iraniane nella città di Shiraz, nella regione centro-meridionale del paese. Aveva lasciato la casa come molti altri giorni utilizzando un cappello da baseball invece che il suo velo, ma quel 24 novembre 2022 è stato diverso, in quanto non ha mai più rimesso piede in casa, la sua famiglia non l’ha più vista finché, due giorni dopo, sono stati contattati per andare all’obitorio a riconoscere due cadaveri. Uno di quelli era proprio di Mahak Hashemi. Aveva solo 16 anni.

I dettagli su come il suo corpo è stato trovato sono brutali, per cui se siete sensibili evitate di leggere: il suo volto era quasi completamente deturpato dai numerosi colpi che le erano stati inflitti, la schiena era rotta. Ma cos’avrebbe fatto di sbagliato? Perché è stata brutalmente uccisa?

Secondo La Stampa una delle sue colpe sarebbe stata quella di indossare un cappellino invece che il solito velo come protesta per la morte di Mahsa Amini. Tuttavia, la versione della polizia iraniana sarebbe diversa: Hashemi sarebbe stata vittima di un incidente, una teoria che sarebbe stata confermata dalle fotografie che sono state diffuse in cui vediamo un’auto rovesciata che avrebbe usato per viaggiare. Ciò sarebbe stato confermato da alcuni account sociali, che sarebbero stati gestiti da alcuni parenti della vittima.

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Ad aggravare ulteriormente il dolore dei genitori della ragazza ha contribuito la richiesta inaspettata che è stato fatto a loro: avrebbero dovuto pagare un riscatto per ottenere il corpo indietro. Non solo, è stato anche vietato di essere in grado di dare un ultimo addio attraverso un funerale o altri tipi di ricordi organizzati pubblicamente. Perché, se la 16enne Mahak Hashemi è stata vittima di un incidente e non è stata brutalmente picchiata dalla polizia, non può avere un funerale? Perché i genitori non possono riavere il suo corpo?

La storia di Mahak Hashemi è stata raccontata online dall’attivista iraniana Masih Alinejad che ha postato su Twitter una sua foto che la ritrae senza il velo in testa, ma con indosso un cappello da baseball: «Il nome di questa bellissima ragazza iraniana è Mahak Hashemi. È stata selvaggiamente uccisa a manganellate dal regime islamico mentre protestava a Shiraz. Il regime ha persino chiesto un riscatto alla sua famiglia per restituire loro il suo cadavere. Gli iraniani stanno letteralmente morendo per la libertà».

A ottobre era morta una sua coetanea, Asra Panahi, pestata dalle forze di sicurezza in quanto in classe si era rifiutata, con altre compagne, di cantare un inno dedicato alla Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei. Ancor prima, il 20 settembre, era stata uccisa Nika Shahkarami, durante una delle proteste per la morte di Mahsa Amini. Un’inchiesta della Cnn ha raccolto video e varie testimonianze secondo cui la ragazza sarebbe stata presa da membri in borghese delle Guardie della rivoluzione mentre partecipava a una manifestazione a Teheran bruciando il suo velo.

Le donne in Iran stanno letteralmente morendo, e i governi dei vari Paesi occidentali chiudono gli occhi perché a morire non sono donne bianche, bionde e con gli occhi azzurri.

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