Femminicidi: le parole di Nordio e la realtà dei numeri
Mentre le donne e gli uomini italiano fanno rumore per farsi sentire da un Governo sordo sul tema dei femminicidi, mentre ragazze e ragazzi scendono in piazza a manifestare, a urlare la propria paura e la propria indignazione nei confronti di un sistema che si preoccupa più della schwa o della temibile teoria gender (che esiste solo nella testa della destra) piuttosto che delle donne molestate, violentate, stalkerate o uccise da uomini rifiutati, il ministro della Giustizia Nordio ha deciso di rispondere con la carta razzismo. Come se Argentino, Impagnatiello o Turetta non fossero italiani.
L’Italia è stata recentemente scossa da due nuovi femminicidi che hanno acceso i riflettori, ancora una volta, sulla piaga della violenza contro le donne. Il primo caso riguarda Sara Campanella, 22 anni, studentessa universitaria a Messina, brutalmente accoltellata da Stefano Argentino, suo compagno di studi. Secondo le indagini, Argentino la perseguitava da almeno due anni, con lei che più volte ha cercato di far capire a lui di non voler una storia.

Pochi giorni dopo, un’altra giovane, Ilaria Sula, sempre 22enne, è stata trovata morta, chiusa in una valigia a pochi chilometri da Roma. L’autore del crimine, secondo le autorità, sarebbe Mark Samson, ex compagno della vittima. Il giovane, dopo aver mentito per settimane, ha confessato. Anche in questo caso, emergono elementi di controllo e possessività che si ripetono nei femminicidi: relazioni tossiche, mancanza di interventi efficaci e soprattutto mancata educazione affettiva. Con queste due vittime, il numero di femminicidi in Italia sale a undici nei primi tre mesi del 2025, un dato allarmante che conferma la gravità del fenomeno.
Le parole del ministro Nordio sui femminicidi
Nel pieno del clamore mediatico e del dolore collettivo, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha rilasciato dichiarazioni che hanno immediatamente suscitato polemiche e indignazione. Intervenendo su questi casi, il ministro ha affermato:
«Purtroppo il legislatore e la magistratura possono arrivare entro certi limiti a reprimere questi fatti, che si radicano probabilmente nell’assoluta mancanza non solo di educazione civica, ma anche di rispetto verso le persone, soprattutto per quanto riguarda giovani e adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne».
Parole gravi, che implicano un collegamento diretto tra la provenienza etnica degli autori e la loro propensione alla violenza contro le donne. Un’affermazione che, oltre ad essere pericolosa e divisiva, non trova alcun fondamento nei dati ufficiali. Le reazioni non si sono fatte attendere. D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – ha parlato di un “diversivo ideologico“, sottolineando che «la violenza maschile contro le donne è un fatto strutturale e trasversale», che non riguarda una specifica origine culturale, ma un modello patriarcale che permea tutta la società.
I numeri, del resto, parlano chiaro. Secondo i dati diffusi nel 2024, in Italia si sono verificati 113 femminicidi, la maggior parte dei quali commessi da italiani. Come ha fatto notare Riccardo Magi, deputato di +Europa, 83 delle 99 donne uccise da partner o familiari lo scorso anno sono state vittime di cittadini italiani. Solo in 16 casi gli autori erano stranieri. Questo significa che oltre l’83% dei femminicidi è stato compiuto da italiani. È quindi scorretto, oltre che pericoloso, alimentare l’idea che la violenza contro le donne sia principalmente “importata” da altre culture.
«Volevano un competente al ministero della giustizia invece si sono ritrovati uno che non conosce nemmeno i numeri di quei fenomeni che dovrebbe provare a governare. Nordio oggi ha dato una enorme prova di ignoranza: ha infatti detto che ci sono etnie che hanno una concezione diversa di come trattare le donne. Se non fossimo certi dell’accezione xenofoba delle parole del ministro, allora dovremmo sentirci coinvolti, visto che i numeri che il ministro della giustizia dovrebbe sapere parlano chiaro».
Riccardo Magi
Secondo il ministro, non si può fare nient’altro. In pratica, le donne son destinate a venire uccise da uomini e donne cresciute in un ambiente tossico e che a loro volta costruiranno un ambiente tossico da cui nasceranno figli violenti e possessivi. Se solo esistesse una struttura attraverso cui fare corsi di educazione affettiva grazie a cui i giovani possono imparare a gestire i rifiuti, senza doversi limitare a subire le influenze dell’internet (vedasi community come quelle dei redpillati).
«In questo momento no, perché abbiamo veramente fatto l’impossibile, sia come attività preventiva per incentivare il Codice rosso e accelerare i termini, sia nell’aspetto repressivo abbiamo addirittura introdotto il reato di femminicidio, cosa che ci è costata anche qualche critica. Purtroppo – aggiunge Nordio – è una questione di educazione. C’è bisogno di un’attività a 360 gradi proprio educativa soprattutto nell’ambito delle famiglie dove si forma il software del bambino, che può essere un inizio per cambiare rotta», ha invece detto il ministro.
Anche Telefono Rosa ha risposto al ministro Nordio: «Al di là degli stereotipi, la violenza è trasversale e colpisce tutte le donne senza distinzioni. Non si fermano col razzismo i femminicidi. Le donne italiane vengono uccise nella stragrande maggioranza da uomini italiani che non accettano di essere lasciati».
In un momento in cui l’Italia intera dovrebbe interrogarsi sul perché i segnali di pericolo non vengano presi sul serio, e su come rafforzare i meccanismi di protezione per le donne, le parole di chi ha responsabilità istituzionali dovrebbero contribuire alla costruzione di soluzioni, non alla creazione di nuovi nemici. La violenza di genere in Italia è un problema italiano, non straniero. E affrontarlo richiede verità, responsabilità e volontà politica, non scorciatoie retoriche.
Il Ministro della Giustizia, Nordio: "Femminicidi? Alcune etnìe hanno sensibilità diverse sulle donne".
— Fabio 🏳️🌈 (@Iperbole_) April 3, 2025
Le etnìe che hanno sensibilità diverse sulle donne: pic.twitter.com/CEolCMnNp9
“Femminicidi? Alcune etnie non hanno la nostra sensibilità verso le donne”.
— Abolizione del suffragio universale (@AUniversale) April 3, 2025
Siamo all’orrore.
Secondo Carlo Nordio, sarebbe questa la spiegazione dei femminicidi in Italia.
Non la cultura del possesso. Non l’educazione sentimentale assente. Non l’idea secondo cui una donna è… pic.twitter.com/HtkiMFOzxo
Nordio, se hai il cancro, puoi pure far finta che non ci sia, ma quello cammina con le metastasi e muori.
— Non sono Cinzia (@Iosonolagomma) April 3, 2025
Puoi continuare a negare il problema, a dire che è colpa dei neri e dei filippini, ma ormai la situazione è sotto gli occhi di tutti. Non è l'etnia il problema.
E lo sai.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty