Gaza sotto assedio: Netanyahu è sempre più disumano

Condividi

Il 13 maggio 2025, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato un’imminente offensiva totale nella Striscia di Gaza, dichiarando: «Entreremo con tutte le nostre forze per sconfiggere Hamas», e con “Hamas”, ormai lo sappiamo, intende bambini, donne e uomini innocenti che ogni giorno vengono brutalmente ucciso dallo stato democratico che sta persino partecipando, come se nulla fosse, all’Eurovision. Questa dichiarazione segna un’ulteriore escalation in un conflitto che ha già causato decine di migliaia di vittime e una crisi umanitaria senza precedenti.

netanyahu-disumano

Israele non si ferma, e i politici occidentali sono complici

Dall’inizio delle ostilità nell’ottobre 2023 (in realtà, come sappiamo, molto prima, ma almeno i media hanno cominciato a occuparsene da ottobre 2023), la situazione nella Striscia di Gaza è precipitata. Secondo dati forniti dal Ministero della Salute di Hamas e considerati affidabili dalle Nazioni Unite, oltre 52.800 palestinesi sono stati uccisi, la maggior parte dei quali civili, e il 90% della popolazione è stato sfollato. Il blocco imposto da Israele dal marzo 2025 ha ulteriormente aggravato la situazione, con la popolazione che affronta una grave carenza di cibo, acqua e assistenza medica.

Netanyahu giustifica l’offensiva come necessaria per eliminare Hamas e garantire la sicurezza di Israele. Tuttavia, le azioni militari israeliane, tra cui bombardamenti su ospedali e infrastrutture civili, sollevano interrogativi sulla proporzionalità e sugli obiettivi reali dell’operazione. Organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch hanno denunciato gravi violazioni dei diritti umani da parte di Israele, accusandolo di utilizzare la fame come arma di guerra e di attuare una strategia che potrebbe configurarsi come genocidio.

Il premier ha menzionato anche la possibilità di deportare il popolo palestinese altrove, in modo che loro, il popolo benvoluto da Dio, occupino tutte le loro terre: «Abbiamo messo in piedi un’amministrazione che permetterà loro di andarsene, ma il problema, da parte nostra, si riduce a una sola cosa: abbiamo bisogno di Paesi disposti ad accoglierli. È su questo che stiamo lavorando al momento. Se offriamo loro la possibilità di andarsene, posso dirvi che più del 50 per cento lo farà, e credo molti di più. Ma Hamas non sarà più lì». Il problema è che non saranno lì neanche i palestinesi, considerando quanto brutalmente li stiano massacrando.

Il corridoio di Morag: una nuova forma di occupazione

Il 2 aprile 2025, Netanyahu ha annunciato la creazione del “corridoio di Morag”, una zona di sicurezza controllata da Israele che divide la Striscia di Gaza in sezioni separate . Questa mossa, presentata come una misura per aumentare la pressione su Hamas, è vista da molti come un tentativo di frammentare ulteriormente il territorio palestinese e consolidare il controllo israeliano.

La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evolversi della situazione. Le Nazioni Unite e diverse ONG hanno chiesto un cessate il fuoco immediato e l’accesso umanitario senza restrizioni alla Striscia di Gaza. Tuttavia, la posizione intransigente di Netanyahu e il sostegno di alcuni alleati internazionali complicano gli sforzi diplomatici per una risoluzione pacifica del conflitto.

L’annuncio di un’ulteriore offensiva militare da parte di Netanyahu rappresenta un’escalation pericolosa in un conflitto già devastante. Mentre Israele afferma di agire per la propria sicurezza (ci chiediamo, comunque, che rischio rappresentino dei bambini per un esercito tanto potente – quanto disumano – come quello di Israele), le conseguenze umanitarie delle sue azioni sono innegabili. È fondamentale che la comunità internazionale intensifichi gli sforzi per fermare le ostilità e promuovere una soluzione equa e duratura che garantisca i diritti e la sicurezza di tutti i popoli coinvolti.

Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty

Ti potrebbe interessare

Exit mobile version