Zona bianca in Sardegna: cos’è?

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La Sardegna è la prima regione italiana a sbloccare la zona bianca: ma cos’è? Cosa significa? C’è davvero così tanta libertà come ci fanno credere i media? E soprattutto, quali sono le grandi differenze con, ad esempio, la zona gialla, cioè la zona in cui c’è più libertà fra i tre colori? Vediamolo insieme.

Zona bianca: cos’è?

La zona bianca è stata istituita il 13 gennaio, noi ne abbiamo semi parlato in quest’articolo, ma in quel momento ci sembrava davvero un’utopia irraggiungibile. Per entrare in zona bianca non basta avere un indice Rt inferiore a 1, ma dovrebbero anche esserci meno di 50 casi ogni 100mila abitanti, per cui pensare che la Sardegna sia riuscita davvero a raggiungerla ci fa avere un po’ di speranza, soprattutto ricordando le condizioni in cui è stata dopo il turismo di quest’estate.

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Fonte: twitter

Ovviamente i meno di 50 casi ogni 100mila abitanti devono essere confermati per almeno 3 settimane, non basta che ci siano per una settimana. La zona bianca è una questione piuttosto seria e, se ci arrivi, significa che davvero il Covid-19 sta abbandonandola tua regione. Quindi, cos’è che cambia?

Partiamo dalle cose che ci sembrano più strane: in zona bianca non c’è il coprifuoco. Sì, esatto, ricordate cosa si prova ad andare in giro dopo le 22, ritirandoti quando ti pare, passando le nottate a casa dei tuoi amici per poi tornare a casa tua alle 4 del mattino? Bene, in Sardegna, da domani, potranno riprovare quest’ebrezza.

Poi, i ristoranti, i bar, i cinema, le palestre, le piscine, i luoghi di cultura non hanno limiti di apertura e possono quindi stare aperti a orario pieno. Ovviamente, sia chiaro, il Covid-19 non cessa di esistere in zona bianca, basta comunque una persona contagiata che va in giro e l’incubo ritorna, per cui è importante che si indossi sempre la mascherina e ci sia il distanziamento sociale.

Come in zona gialla, non ci sono dei limitamenti sugli spostamenti all’interno della propria regione. Tuttavia, come leggiamo nella bozza del DPCM «restano sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto, comprese le manifestazioni fieristiche e i congressi nonché le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso».

La zona bianca in Sardegna

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Fonte: twitter

Ovviamente, considerando la gravissima situazione che abbiamo passato, non sarà subito un libera tutti, ma il Presidente della regione Sardegna, Christian Solinas, adotterà una propria ordinanza, in modo da entrare gradualmente in zona bianca, non rischiando di doverci uscire dopo solo una settimana. Questa scelta è presa soprattutto in considerazione della presenza nell’isola di alcuni focolai con la variante inglese.

Ci sono, infatti, dei comuni in zona rossa, tutti nella zona di Sassari: Bono, San Teodoro, La Maddalena. Anche per questo motivo, l’entrata in zona bianca sarà monitorata dal Presidente che lavorerà insieme al Ministero e al Cts per evitare di tornare nella situazione in cui si trova ancora oggi tutta l’Italia.

Nicola Murru, direttore di Confesercenti Cagliari, fa sapere che cercheranno di evitare il pienone nei locali: «Stiamo intravedendo la luce in fondo al tunnel, finalmente bar, locali e ristoranti potranno accogliere i clienti anche la sera. Avremo un’impennata di consumi nei ristoranti, bar e pizzerie, perché le persone hanno voglia di andare a mangiare fuori la sera», afferma.

Ricorda, poi: «a Cagliari il rischio di assembramento è concentrato in poche zone: sappiamo che l’attività di controllo nelle strade è difficile ma ne abbiamo bisogno». Michele Pais, presidente del Consiglio regionale, invece afferma che al momento bisogna cercare di restare in zona bianca. Il presidente della Regione, invece:

«[La zona bianca] è il risultato dei tanti sacrifici fatti in questi mesi dai sardi, delle loro attenzioni e dello scrupolo posto nell’osservanza delle regole di sicurezza, della loro partecipazione allo screening di massa che sta entrando nella sua fase numericamente più rilevante.

Per questo dobbiamo considerare questo riconoscimento come un motivo in più per mantenere alta la guardia contro il virus, affinché lo sforzo non sia vanificato da atteggiamenti imprudenti»

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Fonte: twitter

Parla poi di una ripresa graduale delle attività che già hanno sofferto molto e che non possono permettersi di soffrire ancora a causa del menefreghismo della gente che potrebbe non riuscire a mantenere le distanze o a indossare una mascherina. «Confidiamo che con il nuovo Governo Draghi possa concretizzarsi una piena condivisione nei confronti di un sistema che sarà garanzia per i sardi e per i turisti, e che farà della Sardegna una terra sicura e sempre più ospitale», e noi speriamo lo stesso.

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