Quando per uno scherzo telefonico rischi 7 anni di carcere: il leghista Zicchieri ha denunciato tre ragazzi

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Tutti da adolescenti abbiamo fatto degli scherzi telefonici. Ai miei tempi digitavamo dei numeri a caso fino a formare un numero, chiamavamo e poi ci divertivamo così, con delle ragazzate. Allo stesso tempo sono stati fatti a me. Ricordo che una volta sono stata per un’ora al telefono con quei ragazzi. #31# e diventavamo un’altra persona. La stessa cosa hanno fatto tre ragazzi nel 2020, non sapendo però che dall’altra parte del telefono c’era il leghista Zicchieri, che ha descritto la chiamata come una “minaccia di morte” e ha deciso di denunciare i tre ragazzi. Quando uno scherzo telefonico ti fa rischiare 7 anni di carcere.

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Ci fa un po’ ridere questa situazione. Ridere, per non piangere. Piangere perché pensiamo all’uomo che è stato ucciso dal senatore leghista che pensava di stare nel Far West e, senza alcun motivo, andava in giro con una pistola e ha poi sparato a un uomo (per saperne di più: Assessore leghista spara e uccide un uomo: Salvini fa l’ennesimo victim blaming). Cosa c’entra con lo scherzo telefonico a Zicchieri, vi chiederete. Il fatto è che uno scherzo telefonico viene trattato dalla Lega come se fosse più grave di un omicidio.

Il fatto è che ai leghisti piace essere delle vittime, e lo abbiamo visto in diverse occasioni. Qualsiasi evento possa fargli avere delle compassioni da parte degli elettori, può essere sfruttato. Anche se dall’altra parte del telefono ci sono dei ragazzini inconsapevoli che volevano solo diversi e che hanno persino chiesto scusa. Zicchieri, che in quel momento si trovava nel bel mezzo del ballottaggio a Terracina, in provincia di Latina, ha comunque denunciato una “telefonata minacciosa“.

Prima di raccontarvi l’evento, comunque, ci teniamo a dire che non abbiamo nulla contro l’onorevole Zicchieri. Ha tutto il diritto di essersi sentito in ansia e aver avuto paura per la telefonata ricevuta, in fin dei conti ognuno reagisce come si sente e, essendo un personaggio pubblico, probabilmente ha pensato che fosse qualcosa di davvero minaccioso. Tuttavia, una volta stabilito che è solo una ragazzata e che non era neanche indirizzata a lui ma a una persona a caso, perché continuare a rovinare la vita di questi ragazzi?

Zicchieri denuncia lo scherzo telefonico

«Ho sempre accettato il confronto politico e la critica costruttiva, ma non i gesti vili», affermò Zicchieri nel 2020, l’anno a cui risalgono questi fatti. «È il termine più elegante per definire le minacce che hanno toccato me e la mia famiglia. Ho avuto e ho paura, non lo nascondo, perché prima di tutto sono un uomo e un padre di due splendidi bimbi. Ma tutto questo non mi fermerà, ve lo assicuro. Il mio è un impegno d’onore. Anzi, mi convince ancora di più che stiamo procedendo nella direzione giusta». E, dopo ciò, ecco che parte la denuncia.

Il sostituto procuratore Simona Gentile chiese e ottenne dalla Camera l’autorizzazione ad acquisire i tabulati telefonici del leghista, riuscendo a risalire ai responsabili della telefonata: due ragazzi di Salerno e un loro amico di Cuneo che era in collegamento via Skype e che, all’epoca, era persino minorenne. I ragazzi hanno subito spiegato di aver trovato il numero su un sito internet per scherzi telefonici, inconsapevoli di chi fosse. Hanno anche consegnato la registrazione della chiamata.

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In effetti, sul web si trova proprio il copione dello scherzo che hanno fatto: «Salve! La sto chiamando per poter programmare la consegna. Sì, la consegna dell’ordine che ha effettuato. Il mio collega mi ha detto che stava aspettando la nostra telefonata. Si tratta di un ordine di due tacchini vivi. Sì, corretto. Due tacchini. Sì, vivi come da richiesta. Noi vendiamo solo la carne più fresca che mai. Cosa significa, che non li ha ordinati? Sono sicuro che questo sia il numero giusto. Sa quante persone ordinano tacchini vivi? Non molte. Beh, cosa dovrei farmene dei due tacchini? Figa, stanno diventando irrequieti. Ascolti, io devo consegnarli ora! Li scarico all’indirizzo riportato sulla sua carta di credito. Arrivederci!».

Cosa c’è di male in questa telefonata, quindi? Apparentemente nulla. Tuttavia il senatore Zicchieri ritiene di aver ricevuto due telefonate minacciose (cosa avrebbe di minaccioso quella dei ragazzi, evidentemente lo sa solo lui), e che alla prima avrebbero persino assistito dei testimoni poiché si trovava in un ristorante di Terracina mentre organizzava un incontro elettorale a cui avrebbe dovuto partecipare anche il leader della Lega. I ragazzi addirittura hanno detto che il senatore e i suoi amici avrebbero risposto alla chiamata bene, «con una grossa risata», ma un anno dopo si sono trovati una denuncia. A fine gennaio il ragazzo più giovane sarà interrogato, ma intanto su La Stampa il padre ha voluto lasciare una dichiarazione:

«Mi auguro che si archivi presto questa assurda vicenda. Mio figlio, che ha solo assistito alla telefonata via Skype, è accusato di complicità e rischia 7 anni. La Procura di Latina ha acquisito le registrazioni, ma vogliono andare avanti, credo su forti pressioni politiche. La campagna elettorale non si fa in questo modo, accanendosi con dei ragazzi per una “cazzata”, ma convincendo la gente che sei una persona onesta e corretta. Mio figlio e i suoi amici hanno sbagliato, hanno chiesto scusa. Nella telefonata si sentono chiaramente le risate alla fine. Possibile che la Procura non riesca a capire che stanno cercando di trasformare uno scherzo in un caso politico?».

Intanto Orlando Angelo Tripodi, capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Lazio, ha commentato la vicenda chiedendo che «si vada fino in fondo alle minacce ricevute telefonicamente sui “tacchini vivi o morti” dal deputato Francesco Zicchieri in occasione delle comunali di Terracina del 2020, che hanno provocato ansia e paura per i familiari, le persone care e la comunità della Lega. Non si comprende per quale motivo due ragazzi della provincia di Salerno avrebbero dovuto chiamare un Deputato della Repubblica italiana…». Semplicemente perché sono ragazzi, e i ragazzi fanno gli scherzi telefonici.

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