Ucraina, Mosca: Zelensky vuole parlare con Putin ma no a ultimatum

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato in un’intervista a Porta Porta di come si senta pronto per parlare con il leader russo Vladimir Putin, tuttavia senza alcun ultimatum e ribadendo di non dover cercare una via d’uscita per la Russia. Ha anche speso parole in favore del premier italiano Mario Draghi, per aver adottato le sanzioni europee contro i russi.

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La Russia, intanto, tramite il vice presidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev, ha detto che «riempire l’Ucraina di armi dei Paesi Nato, addestrare le sue truppe all’uso di equipaggiamenti occidentali, schierare mercenari e tenere esercitazioni ai confini aumenta la probabilità di un conflitto aperto e diretto tra Russia e Nato», aggiungendo che «un simile conflitto ha sempre il rischio di trasformarsi in una guerra nucleare totale. Sarebbe uno scenario disastroso per tutti».

Le parole di Zelensky a Porta a Porta

«Non credo che Putin riuscirà a salvare la faccia», ha detto Zelensky a Porta a Porta, aggiungendo che «per quel che riguarda le trattative con la Russia, la questione si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi, perché molte persone hanno lasciato le loro case, sono state uccise dai russi e vedo tracce di torture e uccisioni. Io sono pronto a parlare con Putin, ma senza ultimatum».

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«Noi non dobbiamo cercare una via d’uscita per la Russia. So che Putin voleva portare a casa qualche risultato ma non lo ha trovato. I russi se ne devono andare e devono rispondere di quello che hanno fatto. Non possiamo accettare compromessi per la nostra indipendenza. L’Ucraina vuole la pace, cose normalissime come il rispetto della sovranità, dell’integrità territoriale, delle tradizioni del popolo, della lingua. Possono essere cose banali ma sono tutte cose violate dalla Russia e che devono essere ripristinate», ha detto ancora il presidente ucraino.

Zelensky poi dice di non aver «mai parlato di riconoscere l’indipendenza della Crimea, non la riconosceremo mai come parte della Federazione russa. Anche prima della guerra la Crimea aveva autonomia, ma è sempre stato territorio ucraino. Noi abbiamo detto che siamo pronti a parlare con la Russia. Ora non possiamo deliberare una decisione sulla Crimea perché c’è la guerra, la lasciamo da parte se ostacola l’incontro e credo che questa proposta sia stata giusta».

Ha ancora detto che le forze russe «sono quattro volte più grandi, il loro Stato è otto volte più grande, ma noi siamo dieci volte più forti come persone perché siamo sulla nostra terra. Per noi la vittoria è solo restituire le cose nostre, per loro è rubare qualcosa degli altri. Non siamo in condizioni di parità, la Russia è più forte, ma il mondo è unito intorno a noi, e sentiamo che passo dopo passo stiamo riuscendo. Quindi Draghi ha ragione, noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non siamo da soli».

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