Viterbo, raveparty: Procura apre un fascicolo per la morte del 25enne

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Da ormai cinque giorni vicino Viterbo si sta tenendo un rave illegale che le autorità non sentono di dover fermare perché hanno paura di avere conseguenze più gravi (però durante le manifestazioni legali non si preoccupano di picchiare ragazzini). Tuttavia, il rave iniziato domenica 15 è già stato background di ragazzi finiti in ospedale per coma etilico di cui un positivo al Covid19, delle ragazze stuprate, un morto per cui si indaga per omicidio colposo e… un parto?

Ci arriva adesso la notizia che le forze dell’ordine si sono schierate davanti all’ingresso del lago di Mezzano, con la Questura ha esplicitante chiesto agli organizzatori di far terminare l’evento. Insieme alla polizia, cercando di mettere fine a quest’infinito e pericoloso rave, ci sono anche squadre di cinofili, guardia di finanza, carabiniere e ambulanze. I partecipanti, provenienti da tutta Europa e circa 10.000, dopo cinque giorni, cominciano ad abbandonare la zona con camper e automobili, ma non prima di essere identificati dalle forze dell’ordine ai posti di blocco.

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Fonte: Twitter

A nessuno importava del rave prima che un 25enne fosse trovato morto nel lago. Neanche noi ne avevamo letto la notizia. Tuttavia, la morte del ragazzo è solo la punta dell’iceberg, poiché oltre alle overdose e agli stupri che comunque non sono dei problemi da sottovalutare, non si tiene conto dei gravi problemi che si stanno recando all’ambiente: «Il rave party illegale in atto da giorni nella tuscia sta provocando gravissimi danni all’ambiente e all’agricoltura. Siamo preoccupati per la fauna della zona e il lago di Mezzano», ha detto il presidente regionale di Fare Verde, Silvano Olmi.

«Sono stati installati sei palchi, alcune cucine da campo e vi sostano un migliaio di camper e roulotte. Inoltre, la musica a tutto volume e la massiccia presenza di automezzi e persone, disturba la fauna e crea gravi problemi al vicino lago di Mezzano dove è annegato un ragazzo. Quando se ne andranno a noi non resterà altro da fare che contare i danni e spendere soldi pubblici per riparare lo sfregio fatto al territorio e all’ecosistema», conclude, rassegnato. Perché in un’Italia che sta bruciando, con evidenti problemi ambientali, questa è davvero l’ultima cosa che ci serviva.

Rave illegale: perché la polizia non interviene?

Sono in tanti a chiedersi: perché la polizia non interviene? Perché la polizia che per i manifestanti a proteste legali o per gli immigrati ha sempre il manganello in mano non interviene per un rave illegale? Ovviamente nessuno, spero, vuole che si intervenga con la forza. Ma dall’intervenire con la forza al non intervenire affatto c’è di mezzo la morte di un ragazzo, il coma etilico di quattro e due stupri.

Girolamo Lacquantini, portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionato di Polizia, ha comunque cercato di rispondere ai dubbi di molti: «L’idea di una resa dello Stato non ci sembra coerente con quella che è una scelta (secondo noi correttissima) di evitare scenari di straordinario rischio. Il terreno privato (non pubblico) oltre ad essere particolarmente vasto è stato occupato da decine di tir e vede la presenza di migliaia di persone, in più è presente vegetazione secca, facilmente infiammabile. In uno scenario di questo tipo l’intervento prevedrebbe un uso della forza che dovrebbe tenere conto dei rischi connessi al movimento di mezzi pesanti tra la folla. In più l’uso dei lacrimogeni rischia d’innescare incendi con esiti drammatici».

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Fonte: Twitter

La volontà della polizia di non intervenire è quella di evitare dei feriti gravi o letali che potrebbero scaturire da un loro intervento. Tuttavia sorge spontaneo chiedersi se l’unico intervento che la polizia conosce è quello fisico e violento stile G8 di Genova. Noi sappiamo che non è così e che non tutti i poliziotti sono degli assassini senza rispetto per la vita umana, per questo ci chiediamo perché non si siano vagliate altre opzioni su cosa fare già dal 15 agosto, poiché, ricordiamolo, siamo in piena pandemia, le discoteche sono chiuse, gli assembramenti vietati e il rave, già illegale di suo, viola tutte le nostre regole anti Covid-19.

«Chi grida allo scandalo sappia che sta insistendo su una soluzione dove il rischio di feriti gravi o eventi letali è una concreta probabilità. Siamo consapevoli che le immagini di Viterbo appaiono uno schiaffo alla situazione che viviamo tutti, ma sotto il profilo tecnico-operativo è giusto sottolineare che altre soluzioni contengono concreti rischi di danni molto peggiori. Inoltre, l’azione di persuasione dell’Autorità di pubblica sicurezza ha portato ad oggi ad allontanare dall’area circa 1.500 soggetti», conclude il portavoce.

La morte del ragazzo

In molti hanno deciso di alzare la voce quando un ragazzo di 25 anni è stato trovato morto nel lago del Mezzano. Lui era un londinese che viveva nel nord Italia e si era buttato nel lago per fare una nuotata, ma poi non è più riemerso. Sul suo corpo è stata richiesta l’autopsia e si indaga per omicidio colposo; nel fascicolo, coordinato dal procuratore Paolo Auriemma, leggiamo che l’ipotesi più plausibile è che il ragazzo sia morto come conseguenza di un altro reato. I magistrati comunque attendono i risultati dell’autopsia per accertare le cause del decesso.

Insieme al ragazzo si parla anche di un altro cadavere, ma la notizia non è stata subito smentita dalle autorità. Poi ci sono da considerare anche i cinque ragazzi al momento ricoverati al Pronto soccorso nella vicina Pitigliano (Grosseto) a causa dell’alcol, ma le vittime sono anche degli animali morti a causa del caldo e del sole. Questo rave sembra aver portato fin troppa sofferenza per far pensare a qualcuno che ne valesse la pena.

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Fonte: Twitter

Gli appelli di sindaci e associazioni

«Situazione fuori controllo, nessuna trattativa è possibile. Va ripristinato il corretto ordine pubblico, identificate le persone e individuate le responsabilità di un simile assembramento. I servizi della Asl segnalano una situazione grave», ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. «Capisco che i questori non amino le azioni di forza per timore di pagarne le conseguenze, ma lo scandalo del rave di Viterbo non potrebbe essere risolto inumidendo i partecipanti con una batteria di idranti?», scrive su Twitter Bruno Vespa.

Il ministro dell’interno Luciana Lamorgese fa sapere tramite fonti del Viminale che sta seguendo tutta la vicenda «nella consapevolezza anche delle gravi preoccupazioni delle comunità locali stanno lavorando con grande senso di responsabilità ed equilibrio per ripristinare la legalità nel più breve tempo possibile. E’ necessario lasciar operare  le autorità provinciali di pubblica sicurezza secondo la loro specifica competenza tecnica, professionalità ed esperienza».

I sindaci toscani di Manciano, Pitigliano e Sorano (Grosseto) hanno invece rilasciato un comunicato stampa unitario che denunciano la situazione tragica, ma soprattutto il non intervento dello Stato non solo davanti a un rave illegale, ma davanti a un rave illegale in piena pandemia. Infine chiedono che la Prefettura di Grosseto gestisca questa situazione in modo da mettere un punto di fine al più presto:

«L’illegale rave party che si sta consumando dal giorno di Ferragosto nel comune di Valentano è un attacco frontale ai territori e alla popolazione dei comuni limitrofi. Questo raduno illegale è una vera e propria incursione nei confronti dei nostri territori e in primis di quello del vicino comune di Valentano, da parte degli organizzatori e dei partecipanti di questo rave, che inevitabilmente stanno minando in queste ore le attività economiche, in piena stagione turistica, e la sicurezza e la tranquillità dei cittadini, anche dal punto di vista sanitario.

Nel prendere atto con profonda amarezza che lo Stato non si sia dimostrato capace di prevenire, per di più durante una pandemia da Covid-19 in corso dal 2020, tale clamorosa manifestazione di illegalità da ogni punto di vista, noi sindaci riteniamo che a oggi non sia stato assicurato un adeguato e continuo controllo dei territori di questi tre comuni, con un impiego straordinario di forze dell’ordine nonostante la massiccia presenza fissa o mobile di migliaia di persone arrivate per partecipare al rave e che stanno iniziando a gravitare anche nelle nostre zone.

Chiediamo una maggiore attenzione e un profondo impegno anche da parte della Prefettura di Grosseto per gestire questa situazione che non sappiamo ancora a cosa porterà e né quando finirà».

Il sindaco di Valentano, Bigiotti, ha invece affermato: «Siamo ostaggi di una fiera dell’illegalità. Innanzitutto il raduno si tiene su un terreno privato, agricolo: il proprietario si è trovato invaso da 10-15.000 persone. L’agriturismo prospicente all’area dove si svolge il raduno ha chiuso perché gli ospiti sono scappati. Due pecore sono state letteralmente sbranate dai cani di alcuni partecipanti alla festa. E poi, sembrerà forse un problema secondario, ma oltre agli esseri umani ci sono gli animali presenti nel terreno agricolo, essenzialmente mucche, martoriate da musica techno sparata ad altissimo volume 24 ore su 24 ininterrottamente dal 13 agosto».

In più chiede che la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese intervenga al più presto: «Ora è stato instaurato un dialogo con i partecipanti al rave. Lo trovo assurdo, qui si stanno compiendo illegalità continue. Quale dialogo si può avere? Siamo ancora in piena pandemia e 10-15.000 persone si sono ritrovate senza nessuna precauzione e senza il minimo rispetto delle norme anti Covid». Riccardo Gatti, esperto in Italia di droghe e dipendenze e direttore del Dipartimento interaziendale prestazioni erogate nell’ambito dipendenze di Milano, ha detto:

«Ci concentriamo molto sulle sostanze illegali ma in questo genere di eventi i danni maggiori vengono causati dall’alcol. Quanto agli stupefacenti, si tratta di sostanze chimiche, eccitanti o al limite allucinogeni. Improbabile che una persona partecipi a una raduno di questo genere con musica techno sparata a ritmo ossessivo e poi assuma sostanze “calmanti” come l’eroina. Il problema però è soprattutto: chi compra sa davvero che cosa sta per assumere? In altri paesi avvengono sempre test, sul luogo, per analizzare la composizione delle sostanze. Si agisce se non sulla quantità almeno sulla qualità. Questo in Italia avviene poco».

Giuseppe Di Pino, membro del Network italiano Riduzione del danno (ItaRDD) che, con il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (CNCA), è presente nei luoghi dove si tengono feste, ritiene che questo rave sia stato «il più grande free party in Italia degli ultimi 10-15 anni, il maggiore probabilmente in Europa di questa estate. Un teknival, e cioè un free party di grandi dimensioni». Ma non solo.

«Quello che si è svolto e si sta svolgendo non è un evento che può essere gestito solo “localmente”. È un grande raduno, ho contato venti sound e cioè venti muri di casse. A free party come questi noi arriviamo e troviamo un’area dove posizionarci. Siamo inseriti nei gruppi Telegram, non c’è invito ma non c’è neppure ostilità, tutt’altro. Sono eventi free, non c’è servizio d’ordine, c’è un decalogo che tutti devono impegnarsi a rispettare. Collaboriamo con gli organizzatori, la nostra presenza è ritenuta utile, necessaria. Per esempio ieri è arrivato un nostro camper con centinaia di bottiglie d’acqua», ha concluso.

Riccardo De Facci, presidente del CNCA ha invece affermato di aver lanciato all’inizio dell’estate l’iniziativa “Estate Sicura“: «All’inizio dell’estate con un comunicato avevamo detto che saremmo stati presenti nei luoghi di aggregazione giovanile, sapevamo che dopo mesi di chiusure e lockdown sarebbe emesso il desiderio di ritrovarsi, di divertirsi. Così è stato anche per il free party del lago di Mezzano dove sapevamo che la partecipazione sarebbe stata notevole. Noi ci siamo con 80 operatori, volontari ma professionisti» (Fonte: il Post).

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