Il Vaticano stringe la mano a Salvini e Orbán

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Per ogni volta che Papa Francesco si dimostra diverso e soprattutto di amare tutte le persone a prescindere dal loro orientamento sessuale, il Vaticano decide di tagliargli le ali e fargli fare o dire qualcosa che va contro la comunità LGBT. Come quando ha detto di amare i figli omosessuali così come sono, e poi il Vaticano ha voluto far sapere di essere contrario al DDL Zan come se l’Italia non fosse uno stato laico in cui la Chiesa cattolica c’entra poco e niente. Questa volta gli hanno fatto stringere la mano al più omofobo ed estremista d’Europa, Viktor Orbán e al leghista Matteo Salvini, che va dove vola il vento.

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Fonte: Twitter

Se pensiamo al Vaticano e alla comunità LGBT ci viene subito da pensare alle orribili parole pronunciate da Papa Wojtyla che, nel 2000 in seguito a un Pride avvenuto a Roma: «Vorrei, a tale riguardo, limitarmi a leggere quanto dice il catechismo della Chiesa cattolica, il quale, dopo aver rilevato che gli atti di omosessualità sono contrari alla legge naturale, così si esprime: ‘un numero non trascurabile di uomini e donne presenta tendenze omosessuali, profondamente radicate. Questa inclinazione oggettivamente disordinata costituisce per la maggior parte di loro, una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza.

A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.» Tuttavia, eravamo negli anni 2000, 21 anni fa, la mentalità comune per fortuna si è molto evoluta (beh, non nella patria del Papa Wojtyla dove ancora essere omosessuali è visto come un’ideologia e non per tutti i partiti italiani). Oggi anche molti Preti sono dalla parte della comunità LGBT, e anche Papa Francesco sembra esserlo ogni tanto.

Il problema è probabilmente il Vaticano, che ama leggere alla lettera le parole scritte migliaia di anni fa, quando le donne erano ancora degli oggetti proprietà dell’uomo che non potevano lavorare o fare qualcosa che non fosse avere dei figli o pulire la casa e gli omosessuali erano visti come dei malati contro natura. In realtà quest’idea è venuta a galla con il cristianesimo, poiché gli antichi greci e romani ritenevano addirittura virile stuprare un uomo, per quanto questo fosse sbagliato (perché, non c’è bisogno di dirlo, lo stupro è sempre sbagliato).

Gli ultimi incontri di Papa Francesco

Venerdì scorso Papa Francesco ha avuto l’onore di incontrare uno dei più grandi fan della Chiesa, colui che in campagna elettorale ama stringere rosari e baciare la Bibbia sebbene poi non abbia problema a far morire degli immigrati (proprio come Gesù Cristo) in mare. Colui che si reputa cattolico ma che ha avuto persino dei dubbi sulle persone afghane da aiutare. Colui che ritiene che la famiglia venga prima di tutto ma solo se la famiglia è bianca e italiana, perché le famiglie afghane non ha problemi a separarle.

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Fonte: Twitter

Tramite AdnKronos, il Segreterio di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha affermato di aver parlato con il ministro degli Esteri vaticano, Paul Richard Gallagher riguardo l’incontro con Salvini, e che gli ha detto che «è stato contento anche lui di questo incontro e soprattutto che è stato possibile dialogare in maniera molto serena e anche di trovare qualche punto di intesa sulle tematiche più scottanti. Questo è quello che posso dire». Sì, sappiamo già quali sono le tematiche più scottanti. Forse il DDL Zan che Salvini vuole affossare tanto quanto il Vaticano che in Italia non c’entra niente?

Ovviamente arriva subito la risposta di Matteo Salvini, che esprime «grande soddisfazione e gratitudine» per le parole del Segretario di Stato. «Voglio ringraziare il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin per le parole benevole e incoraggianti che ha voluto esprimere nel commentare il mio incontro con Mons. Gallagher, persona eccezionale», ha aggiunto il leghista. Durante l’incontro sembra che abbiano parlato anche della crisi umanitaria in Afghanistan, delle prospettive per il futuro dell’Europa, degli interventi a favore della famiglia e della natalità e del sostegno ai più deboli.

Conclude poi Salvini: «Sono convinto che oggi sia possibile e doveroso un confronto con il mondo della Chiesa su molti argomenti di grande attualità come il valore della vita e della famiglia, il ruolo della comunità internazionale nella costruzione della pace e la ricerca di un più diffuso benessere sociale per le persone più fragili e svantaggiate». In realtà, no. Non è doveroso avere un confronto con il mondo della Chiesa visto che siamo uno Stato laico. Non ci sembra che il Vaticano intervenga sulle scelte del Messico, perché intervenire in quelle dell’Italia?

Dopo l’incontro fra il Vaticano e Salvini, comunque, non ci saremmo immaginati che sarebbe potuta persino andare peggio. E invece il Papa ha deciso di atterrare a Budapest, nell’omotransfobica e xenofoba Ungheria, per incontrare come prima tappa del suo viaggio apostolico niente di meno che Viktor Orbán e il presidente della Repubblica ungherese János Áder. Insomma, perché non incontrare una nazione che in questo momento è stata persino ripresa dall’Unione Europea?

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Fonte: Twitter

A questo punto possiamo sperare che il Papa abbia seguito il consiglio di Matteo Salvini e si sia introdotto nella politica ungherese per poter convincere il primo ministro Orbán a smettere di discriminare le persone LGBT. Anche se, noi ora parliamo di questo, ma tramite la Repubblica il Vaticano ha fatto sapere che la visita del Papa non deve essere strumentalizzata politicamente, come se questo fosse possibile. Ma a quanto pare ai rappresentanti del Papa piace intromettersi in Politica solo se questa riguarda l’Italia e la comunità LGBT.

Il Papa si è rivolto comunque ai vescovi e ai Rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e di alcune Comunità ebraiche dell’Ungheria, lanciando un appello: «Dobbiamo vigilare, dobbiamo pregare e impegnarci a promuovere insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano. Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. È una miccia che va spenta».

Orbán, dal canto suo, ha invece fatto una richiesta a Papa Francesco. Gli ha chiesto «di non far perire il cristianesimo in Ungheria», e al che il Pontefice ha risposto dicendogli che «è difficile esigere un’Europa più fecondata dal Vangelo senza preoccuparsi che non siamo ancora pienamente uniti tra noi nel continente e senza avere cura gli uni degli altri». Insomma, lo xenofobo primo ministro ungherese ha tentato di portare il Papa dalla sua parte, ovvero dalla parte di chi non vuole accogliere le persone afghane, fallendo però miseramente.

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