Vaccinazioni anti-Covid19 in Italia: come sono organizzate le strutture?

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Parliamo spesso di vax e antivax, parliamo di green pass e no green pass, ma perché non parliamo del vero problema di molte parti dell’Italia, ovvero come le vaccinazioni sono state organizzate in modo squallido? Noi di Cup of Green Tea abbiamo raccolto alcune testimonianze, oltre a quelle vissute da noi stessi, e abbiamo deciso di raccoglierle in quest’articolo, per far comprendere che in Italia c’è un problema e quel problema sono proprio gli italiani. I furbi, e maleducati, italiani.

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Healthcare cure concept with a hand in blue medical gloves holding Coronavirus, Covid 19 virus, vaccine vial
Fonte: web

Tra medici che si presentano in ritardo, altri che fanno passare gli amici, altri che semplicemente non sapevano neanche di dover essere di turno, le storie sulle strutture per le vaccinazioni che abbiamo letto in queste ultime ore, in cui abbiamo chiesto a voi di raccontarci le vostre esperienze sulle strutture per vaccinazioni, ci hanno davvero lasciati di stucco. C’è comunque da dire che molte testimonianze sono state positive, con ospedali e strutture che sono state capaci di gestire le vaccinazioni e soprattutto la grande mola di gente, che con l’obbligo di green pass è solo aumentata.

Alcune segnalazioni che ci sono state mandate riguardano anche la prenotazione online, con persone anziane che ancora oggi stanno facendo la prima dose di vaccino sebbene la prenotazione fosse ormai di mesi prima. Altre ancora riguardano la scelta del vaccino. Una ragazza del nostro staff, infatti, ci ha segnalato che «nel mio paese hanno tenuto una sorta di open day per giovani… i miei amici hanno chiamato per sapere che vaccini sarebbero stati somministrati, “solo Pfizer” hanno detto, sia per maggiorenni che per minorenni, ma il giorno dell’open day hanno somministrato solo Moderna, tranne all’unica ragazza ancora minorenne».

I ragazzi hanno comunque scelto di vaccinarsi lo stesso in quanto il Moderna non è un vaccino cattivo, tuttavia se si dice che i ragazzi saranno sottoposti al Pfizer e poi mentre firmano i documenti gli viene detto che dovranno fare il Moderna e non il Pfizer, non è molto corretto da parte di nessuna struttura che si occupa di vaccinazioni.

Una testimonianza simile ci arriva da un ragazzo asmatico: «alla prima dose mi hanno mandato di fronte un ambulatorio, dopo 1 ore e 3 quarti di attesa arriva il mio turno e mi comunicano che in quell’ambulatorio si facevano le seconde dosi, mi sbattono in altri 2 ambulatori, al terzo entro, dico che sono asmatico, ovvero categoria a rischio e che dovevo fare Pfizer ma scelgono lì sul momento di farmi Moderna, ergo alla seconda dose ho rischiato di rimetterci le penne».

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Io subito fuori la struttura per le vaccinazioni

I sintomi che ha avuto alla seconda dose di Moderna sono durati «per 3 giorni» e ha avuto «39.8, male alle ossa e apnee respiratorie, a molti ha dato convulsioni». Ovviamente dipende anche da persona a persona. Io, ad esempio, ho fatto il Pfizer e alla seconda dose ho avuto febbre a 39 e debolezza e decimi per due giorni. A proposito di me, io ho fatto la prima dose in Croazia, in Erasmus, e ho visto un sistema organizzato alla perfezione. Vi incollo qui la mia testimonianza di quanto rimasi soddisfatta dalla loro organizzazione:

«Venerdì alle 18 ero al palazzetto di pallacanestro adibito ad hoc per le vaccinazioni. Alle 18.15 hanno fatto l’appello. Alle 18.20 eravamo dentro. Alle 18.23 ero fuori, vaccinata. È successo tutto così in fretta che non ho avuto neanche tempo di sentire l’ago che entrava. Il medico è stato bravissimo e non mi è uscito neanche sangue. Sono uscita ed avevo un sorriso sul volto, nascosto dalla mascherina, ma avevo un sorriso sul volto.»

Il mio appuntamento alla struttura per le vaccinazioni era alle 18:20 e c’erano diverse persone insieme a me, tuttavia non ho aspettato minimamente e questo perché gli orari venivano rispettati. Possiamo dire lo stesso dell’Italia? Direi , perché mentre in alcune regioni o città prendano molto sul serio gli appuntamenti, in altre è più importante far passare prima gli amici. Per cui vediamo la mia seconda dose in Italia, a Brindisi, e le vostre, in diverse regioni d’Italia.

Vaccinazioni in Italia: le nostre esperienze

Iniziamo da me. Avevo la prenotazione alle 9.10, ma ovviamente arrivo in anticipo, verso le 8.45. Appena arrivata alla struttura per vaccinazioni c’era già diversa gente, nonostante comunque le vaccinazioni iniziassero alle 9. Beh, sarebbero dovute iniziare alle 9. La realtà è che alle 9 non c’era ancora neanche un medico. Tuttavia, sebbene in un primo momento io abbia dato la colpa ai medici, ho parlato con alcuni di loro e mi hanno riferito che erano stati avvisati proprio in quel momento dall’ASL di dover essere addetti alle vaccinazioni, per cui in questo caso la colpa non è stata dei medici, bensì dell’ASL. Anche perché, sinceramente, non appena sono arrivati gli addetti sono stati davvero bravi a gestire la situazione.

Che situazione? La situazione degli italiani. Degli italiani che, nonostante abbiano la prenotazione si presentano (di loro spontanea volontà) alle 7:30 e pretendono di entrare prima di chi ha la prenotazione precedente alla loro. In molti hanno tentato di convincere ad entrare prima, a sbrigarsi, hanno fatto degli assembramenti assurdi ma, fortunatamente, i medici e gli infermieri addetti e no alle vaccinazioni hanno tirato fuori la voce e si son fatti rispettare, facendo capire che uno di loro avrebbe potuto avere il Covid-19 e quindi infettare tutti gli altri. In più non hanno fatto passare nessuno davanti. Lo stesso non si può dire di Gioia Tauro.

A Gioia Tauro le vaccinazioni sono gestite in un modo osceno. Partiamo dal presupposto che le prenotazioni valgono praticamente solo per il giorno e che anche se non hai una prenotazione puoi presentarti e passare davanti a chi invece la ha. Il mio ragazzo si è presentato alle 8.05, proprio all’orario della sua vaccinazione e già c’erano persone ad aspettare. In questo piccolo paesino calabrese non funziona a prenotazione, funziona a chi si firma prima sul foglio, uno per la prima e uno per la seconda dose. Tuttavia, se sei amico delle persone giuste, puoi anche non firmare e saltare tutta la fila.

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Una mia storia di oggi durante l’attesa per la vaccinazione

Eh già, c’erano anziani che aspettavano da ore sotto al sole e al caldo e un addetto ha avuto il coraggio di dire a uno di loro, quando si è giustamente lamentato di come chiamassero sempre 10 persone alla prima dose e quattro della seconda (che erano molti di più) e soprattutto di come avesse fatto passare avanti altre persone, «abbia pazienza, io starò qui fino alle 20».

Beh, prima di tutto, perché una signora anziana che sta seduta da ore al caldo deve avere pazienza ma Giancarlo che vuole fare il vaccino con la figlia (non bambina, ovviamente, avrà avuto sui 17 anni) può saltare tutta la fila? E soprattutto: tu sei pagato per stare lì fino alle 20, la signora avrebbe dovuto finire in un quarto d’ora e andarsene. Ma non è comunque peggio della guarda medica che a una signora che si lamentava ha risposto con «se si sente male dopo il vaccino io non la soccorro». Incommentabile.

Non succede però solo a Gioia Tauro. Una ragazza ci ha raccontato un’esperienza molto simile: «fatta prima e seconda dose, alla prima ho fatto velocemente e alla seconda un’ora e passa di fila, stessa cosa per la mia famiglia con l’eccezione di mia madre, che anche alla prima si è beccata la fila da un’ora. La polemica è: bastava esser amici del medico per poter superare la fila con la scusa del cercare il bagno, scortati ovviamente dal medico. E non parlo di una singola persona, ma di intere coppie, nuclei di famiglia da quattro persone, che poi ovviamente dal bagno non sono più tornati».

Una situazione davvero estrema sulle strutture per le vaccinazioni però avviene a Bari (da cui ci sono arrivate anche segnalazioni positive, quindi probabilmente dipende dal medico che ti trovi davanti): «ho fatto lì il vaccino il 28/07 e non andavano nemmeno i computer. HANNO FATTO TUTTO SUI FOGLI. Ovviamente poi non mi avevano registrato, ho fatto segnalazione e mi hanno registrato la seconda dose come la prima. Ulteriore segnalazione e dopo 300 parolacce e una ulcera sono riuscita a sistemare».

Un grande problema comune che abbiamo riscontrato nelle vostre testimonianze sulle vaccinazioni sono comunque i ritardi e le attese, dalla provincia di Roma in cui un medico, sebbene le vaccinazioni iniziassero ore prima, si è presentato alle 13 (questo succede a Capena) alla provincia di Bergamo, a Dalmine: «Al primo step dove aspetti il tuo turno prima di entrare dove fanno i vaccini devi stare in attesa con 40gradi sotto una struttura. Più o meno 1ora. Sta cosa è assurda», ci ha scritto uno di voi.

Un’altra testimonianza sulle strutture per le vaccinazioni simile è dal Molise: «Seconda dose (fatta in un luogo diverso rispetto alla prima perché uno dei centri vaccinali nel frattempo ha chiuso e quindi c’è stato rimescolamento): mia sorella, in fila dalle 11.30, aveva l’appuntamento alle 12. Circa 100 persone davanti a lei. Le è stato detto che stavano ancora iniettando le dosi delle 10. Sedie non sufficienti per gli anziani, in piedi tutti sotto il sole, la Protezione Civile invece di occuparsi di distribuire acqua almeno ai più anziani giocava al cellulare. Morale della favola: è riuscita a fare il vaccino solo alle 17». Infine, concludiamo con una testimonianza dalla Campania, da Cerreto Sannita:

«Mi prenoto per la vaccinazione registrandomi sul sito della Regione Campania il 6 Agosto, chiaramente non ricevo nulla se non l’email di conferma di presa in carico. Mi presento comunque il 10 Agosto alle 8 con tanta gente ammassata in fila, molti sono anziani (che dovrebbero essere stati vaccinati mesi fa), la macchinetta dei numeri si blocca, prendo il numero e sono 50esimo e allora capisco che tutta quella gente in attesa con la prenotazione in mano non aveva il numero. L’infermiera ci fa mettere in fila in code di 10 persone.

Al 50esimo (cioè me) se ne esce con “mo c fermamm, aspettat nu mument” con tutta la gente sotto al sole, cinque secondi prima di inviare un vocale ad un, evidentemente, conoscente dicendo “si vien mo t facc tras (entrare)”
Io entro, al tizio dell’accettazione do la tessera e lui mi da il modulo da compilare, così, senza aver prenotato.

Morale: io mi vaccino, la gente prenotata che era lì prima di me che non aveva preso il numero perché la macchinetta era bloccata, ha dovuto aspettare 2 ore per il cambio di turno. Purtroppo dalle mie esperienze l’Italia è anche questo (o solo il Sud, ma non ne sono sicuro). Se sei un pochetto stronzo ti va tutto bene, altrimenti addio.»

Insomma, sebbene in molte strutture per le vaccinazioni stiano davvero dando il massimo cercando di aiutare la gente, in altre se ne fregano completamente. Tuttavia, c’è da dire che non funziona male solo per le vaccinazioni. Sono gli italiani che sono furbi ed egoisti e cercano sempre di trovare la scappatoia per non aspettare, per non fare le file, per non pagare, perché la loro vita, il loro tempo e il loro portafoglio è più importante di quello degli altri.

Ho iniziato l’articolo dicendo che il problema dell’Italia sono gli italiani e alla fine dell’articolo lo confermo. In Italia manca il rispetto per gli altri (e sì, sto generalizzando, ma lo so che non siamo tutti così, non iniziate con i nOt aLl iTaLiAnS).

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