Ursula von der Leyen: «l’Europa è una zona di libertà LGBT», eppure…

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Dopo uno spiacevole inconveniente omofobo avvenuto in Polonia (sarebbe potuto succedere ovunque, e invece…), Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha scritto un tweet a favore della comunità LGBT. Tuttavia, scrivere tweet non è utile. Bisogna agire, far qualcosa. Se l’Europa è una zona di libertà LGBT come scrive la Presidente, allora che si faccia qualcosa per fermare la Polonia e l’Ungheria.

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French minister for European Affairs Clement Beaune speaks during a joint press statement with Austrian European affairs and Constitution Minister Karoline Edtstadler (unseen) at the Austrian Chancellery in Vienna, Austria, 09 November 2020. Fonte: politico.eu

Partiamo dall’inconveniente omofobo avvenuto nei confronti del 39enne Clément Beaune, Segretario di Stato incaricato degli Affari europei presso il Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri della Repubblica francese. L’uomo ha fatto coming out lo scorso dicembre, non mancando anche di denunciare le “free LGBT zone” polacche (noi ve ne abbiamo parlato qui).

Tuttavia, proprio qualche giorno fa, al Segretario francese è stato vietato di entrare in Polonia, proprio in quelle free LGBT zone che lui stesso ha denunciato e di cui il Presidente Duda nega l’esistenza. Quello che ha affermato a Obs è stato che «le autorità polacche mi hanno specificato che non erano in grado di pianificare questa visita, e me ne rammarico profondamente. È una decisione che deploro».

«Ai miei occhi, non è così che si dovrebbe comportare uno Stato membro dell’UE», ha detto poi. E come dargli torto? «Se ho deciso di visitare comunque la Polonia è perché un altro tema, altrettanto importante ai miei occhi, è emerso: quello dei diritti delle donne ad abortire». La Polonia è quindi lo stato europeo più omofobo, ma anche quello che ha davvero tanti problemi con i diritti umani delle donne che devono sottomettersi a uno stato troppo cattolico.

Le parole della Presidente Ursula von der Leyen

Dopo questo spiacevole evento (come se nessuno sapesse quello che la Polonia sta vivendo, a denunciare l’omofobia è stata Polka Dot come Joe Biden). Il tweet che la Presidente Ursula von der Leyen ha scritto è questo:

I commenti al post sono tanti: «fate qualcosa per la Polonia» o ancora «è vero, quindi avete intenzione di fare qualcosa contro la Polonia, l’Ungheria, ecc, o sono solo belle parole?». Ma ad essere sotto i riflettori è anche la Spagna, un utente infatti scrive: «In Spagna non puoi essere te stesso. Abbiamo troppi politici corrotti che stanno cercando di indottrinare le persone e allo stesso tempo rubano i loro soldi. Abbiamo bisogno d’aiuto».

Nessuno menziona l’Italia, perché, in fin dei conti, il nostro è un problema di omofobia che si trova fra i cittadini. Che un Simone Pillon qualsiasi si lamenti di Sanremo e, insieme a Giorgia Meloni, sia convinto che non ci sia un problema di omofobia in Italia (tranne quando devono scrivere parole carine per delle persone che vengono uccise o picchiate per omofobia e quindi hanno bisogno di consensi), non importa a nessuno. Importa un po’ di più quando non fanno approvare il DDL Zan perché ritengono che andrebbe contro la libertà d’opinione come se l’omofobia fosse un’opinione.

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Fonte: twitter

A esprimersi a riguardo, comunque, sono state anche diverse associazioni. Tra queste, l’ILGA-Europa, risponde a Ursula von der Leyen: «Abbiamo bisogno di un’azione più concreta, da parte della Commissione europea, del Parlamento europeo, del Consiglio europeo, nonché dei governi nazionali e dei responsabili politici, e delle autorità regionali e locali». Esattamente quello che tutti i cittadini chiedono: delle azioni concrete, perché a scrivere un tweet sono bravi tutti, anche se quelle parole scritte da Ursula von der Leyen erano esplicitamente indirizzate a Andrzej Duda che ritiene che l’omosessualità sia solo un’ideologia.

La direttrice di ILGA-Europe, Katrin Hugendubel, ha aggiunto: «Per garantire che l’UE diventi una vera zona di libertà LGBTIQ, la Commissione deve fare pieno uso di tutti gli strumenti che ha a disposizione. Dovrebbe garantire la piena attuazione di tutte le direttive UE pertinenti e le sentenze della CGUE in ogni Stato membro. Dovrebbe garantire che tutti gli Stati membri spendano i finanziamenti dell’UE nel pieno rispetto del principio di non discriminazione e del rispetto dei diritti fondamentali. Deve ritenere i governi dell’UE responsabili dei principi stabiliti nei trattati dell’UE e nella Carta dei diritti fondamentali».

Evelyne Paradis, Direttore Esecutivo della stessa associazione, risponde così a Ursula von der Leyen: «È fantastico vedere impegni chiari per l’uguaglianza LGBTIQ da parte del Parlamento Europeo attraverso questa risoluzione, così come della Commissione Europea attraverso la ‘Strategia Uguaglianza LGBTIQ dell’UE’. Ora che l’UE è una Zona di libertà LGBTIQ, dobbiamo vedere tutti gli attori utilizzare l’intera gamma di strumenti a loro disposizione per garantire che il rispetto dei diritti LGBTIQ sia garantito. Altrimenti c’è un grosso rischio di perdere credibilità».

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Fonte: twitter

E voi, siete d’accordo? Il tweet della Presidente Ursula von der Leyen era necessario, ma sicuramente sarebbe meglio fare qualcosa di concreto per aiutare le persone che in Polonia vengono, piano piano, private dei propri diritti.

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