Ungheria: referendum sulla legge anti-LGBT

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Abbiamo parlato a lungo della legge ungherese contro la comunità LGBT, proprio quella legge che ha costretto l’Unione Europea a intervenire per cercare di ristabilire i diritti e l’uguaglianza fra tutti i cittadini a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Tuttavia, l’Ungheria governata da Orbán sembra non voler cedere e infatti ha deciso di creare un referendum per far decidere ai cittadini ungheresi cosa farne della legge anti-LGBT. Tuttavia, ha invitato il suo popolo a votare no.

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Fonte: Facebook

Dopo mesi di attesa, finalmente l’Unione Europea ha alzato la voce contro gli stati più omofobi del nostro territorio: l’Ungheria e la Polonia. 14 paesi dell’UE hanno firmato un documento di condanna verso i popoli, per cui non c’era altro da fare. L’avviso pubblicato sul sito ufficiale dell’Unione Europea inizia con una frase della presidente Ursula von der Leyen al Parlamento Europeo, il 7 luglio 2021: «L’Europa non permetterà mai che parti della nostra società siano stigmatizzate: sia per il motivo per cui amano, per la loro età, la loro etnia, le loro opinioni politiche o le loro convinzioni religiose».

Dopo questa citazione, inizia il vero e proprio annuncio indirizzato alla Polonia e all’Ungheria: «L’uguaglianza e il rispetto della dignità e dei diritti umani sono valori fondamentali dell’Ue, sanciti dall’articolo 2 del trattato dell’Unione europea. La Commissione utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per difendere questi valori», ha scritto l’esecutivo europeo annunciando l’avvio della procedura d’infrazione.

«La Commissione sta avviando procedure di infrazione contro l’Ungheria e la Polonia in relazione all’uguaglianza e alla tutela dei diritti fondamentali», scrivono, iniziando a presentare tutte le infrazioni che i due Stati europei hanno commesso, partendo dalla legge dell’Ungheria che vieta i contenuti LGBT giungendo a quella della Polonia che è accusata di non essere intervenuta a dovere contro le zone LGBT Free adottate da alcune regioni e comuni polacchi.

Per quanto riguarda l’Ungheria, tanto difesa dalla destra in Senato durante le discussioni sul DDL Zan, è colpevole di aver abolito qualsiasi film, serie tv o cartone in cui è presente un personaggio LGBT, come se eliminarli dai cartoni li elimini dall’esistenza. L’ultima legge presentata si dice che voglia tutelare i bambini dalla pedofilia, e vista così ci sembra anche una legge buona e giusta, peccato però che vieta alle associazioni della comunità LGBT di promuovere i programmi educativi e diffondere informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento per fare la transizione da uomo a donna o viceversa.

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Fonte: Facebook

Ergo: gli omosessuali sono visti come dei pedofili. Sono vietate le adozioni da parte di persone gay, single e non sposate. Stabilisce che il governo «protegge il diritto dei bambini all’identità di genere in cui sono nati». Per questo motivo è stato necessario l’intervento dell’Unione Europea, eppure sembra che l’Ungheria non voglia cambiare idea, d’altronde da Orbán non ci aspettavamo altrimenti.

L’Ungheria risponde all’Unione Europea

Orbán ha convocato un referendum proprio riguardante quella legge, replicando quindi alle critiche e alle accuse che sono state poste dalla Commissione dell’Unione Europea. «Ultimamente la Commissione ricatta l’Ungheria per il fatto che difende i minori», ha detto il ministro della Giustizia Judit Varga, mentre per il presidente «Bruxelles ha chiaramente attaccato l’Ungheria nelle ultime settimane per la legge sulla protezione dei bambini». Insomma, si insiste con la storia degli LGBT cattivi che vogliono plagiare i bambini.

Tuttavia, per l’Ungheria, «la decisione finale spetta a noi, non a loro», dice in un videomessaggio condiviso su Facebook il Presidente, affermando che «sulla difesa di bimbi e ragazzi ungheresi non scenderemo a nessun compromesso». Nello stesso video, poi, chiede agli ungheresi di rispondere no a tutte le domande del referendum, che ancora non ha una data, ma che sono tutte scritte in modo da facilitare la vittoria del no.

  • Accettate che la scuola fornisca ai minori informazioni sull’omosessualità?
  • Accettate che senza il consenso delle famiglie la scuola parli di sesso nelle lezioni
  • Accettate la promozione di discorsi ai minori sul cambiamento di sesso?
  • Accettate la presentazione senza limiti ai minori su qualsiasi messaggio mediatico di discorsi su temi sessuali che influenzino il loro comportamento?
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Fonte: Facebook

L’idea del referendum è venuta ad Orbán poiché una situazione simile era già avvenuta: «Ora Bruxelles chiede emendamenti alla legge sull’istruzione e alla legge sulla protezione dei minori. Cinque anni fa c’è stato un referendum. E c’è stata la volontà comune del popolo di impedire a Bruxelles di obbligarci ad accogliere i migranti. Li abbiamo fermati allora, possiamo fermarli ora».

La situazione in Ungheria quindi è più tragica del previsto e, tra l’altro, può anche permettersi di fare una cosa del genere poiché, lo sappiamo noi come lo sanno loro, per essere cacciato dall’Unione Europea serve un voto unanime e la Polonia, amica e alleata dell’Ungheria per ideologie omofobe, sosterrà e proteggerà sempre lo Stato. Tuttavia, esistono pur sempre le misure punitive, per cui l’Ungheria deve stare attenta.

Gyermekvédelmi népszavazást kezdeményez a kormány // The government is initiating a referendum on child protection

Gyermekvédelmi népszavazást kezdeményez a kormány // The government is initiating a referendum on child protection

Pubblicato da Orbán Viktor su Mercoledì 21 luglio 2021

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