Coronavirus e Orwell: il tweet che fa discutere

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Che i social siano sempre più il vero e proprio spazio del dibattito politico è ormai indubbio. Sono innumerevoli le volte in cui, tra una foto del nipotino che fa gli anni e il video con i cinque hacks che ti cambieranno la vita, ci si ritrova un post, un tweet, un selfie di personalità politiche tra le più disparate. Il protagonista della polemica di oggi è Davide Barillari, consigliere del Lazio.

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Fonte: Pixabay

La possibilità di commentare, inoltre, accende il dibattito in modi fino a 15 anni fa impensabile, quando la comunicazione one-to-many permetteva una limitatissima, anzi quasi inesistente, possibilità di feedback immediato.

Che ci si senta più vicini ai propri beniamini, o che non si perda occasione per criticare i propri avversari i social, dunque, accendono la discussione. E si sa, Twitter in questo batte tutti. Qualsiasi questione, infatti, anche esterna al social dell’uccellino, quasi immediatamente vi si riversa. E i microblogger dai toni ironici ma anche quelli dai toni più aspri dicono la loro.

Cosa è successo

E di discussione, se non proprio di polemica, si può parlare nel caso dell’ultimo tweet di Davide Barillari, consigliere regionale per il Lazio.

Il 6 ottobre Barillari infatti scrive un tweet, citando il capolavoro della letteratura inglese 1984 scritto da George Orwell.

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Fonte: Twitter

Fin qui potrebbe anche essere tutto regolare. Ma, ed è un grosso MA, l’importante è il contesto.
A scrollare l’intero profilo del Barillari l’interpretazione del tweet diventa più chiara. Non è più un semplice aforisma neutro: la citazione (che appare da sola, senza nessun commento da parte del politico) sembra strizzare l’occhio ai recenti provvedimenti in materia di sanità della Regione Lazio, con restrizioni per evitare la diffusione del virus CoViD-19. Sulla scia delle quali interverrà anche a breve un nuovo dpcm.

A sostegno di questa tesi vi è il recente passato del Consigliere che proprio nel periodo clou in termini di Coronavirus è stato espulso dal suo partito – Movimento 5 stelle – per aver proposto un sito di contro-informazione con news relative alla recente pandemia. Già all’epoca il consigliere aveva fatto parlare di sé, vista anche la sua nota vicinanza a movimenti no-vax. Poco dopo i vertici del suo stesso partito decidono di dissociarsi dalla sua azione, fino all’espulsione del Barillari.

La pioggia di commenti non esista a cadere inesorabile. C’è chi è sdegnato, chi concorda, chi si dissocia, chi riflette, chi critica.
Eppure la domanda sorge spontanea: si può calare l’opera di Orwell in un contesto come quello attuale, di pandemia da Coronavirus? E neanche l’intero romanzo, ma una frase?

Orwell e la politica di oggi

Analisi letteraria a parte (che persone più competenti del microblogger medio hanno portato a termine), non si può evitare di riflettere sulla questione.
1984 è un libro che ha rivoluzionato la letteratura del Novecento, diventato il romanzo distopico per eccellenza ed elevando Orwell a massimo esempio del genere. E’ un libro, appunto, distopico: un’utopia negativa, in cui si immagina il mondo, in un indeterminato futuro, con assetti politici, sociali, culturali e talvolta anche geografici diversi da quelli reali.

L’opera massima di Orwell, è forse anche di più: è una metafora enorme sul totalitarismo e sulle dittature.
Ecco perché, forse, a leggere Barillari, un po’ si storce il naso. Ha senso far parlare Orwell sul tema dell’obbligo di mascherina, facendo eco a tutti i leoni da tastiera che gridano alla dittatura sanitaria da marzo?

Si direbbe che Orwell è un autore per pochi. No, non è la classica spocchia dell’intellettuale. Si tratta di un autore che va letto, capito, interpretato. Si dice che è attuale perché ha un messaggio valido ancora oggi, non perché parli dell’oggi. 1984 è un romanzo distopico, non profetico. Orwell parla del suo presente, non del nostro.
Non è una caso infatti che per sostenere certi ideali complottistici ogni tanto ritorni sulle bacheche di Facebook una citazione di Orwell. Paradossalmente piegando una citazioni ad una visione del mondo personale e faziosa.

E’ vero, dopo tutto, che certi “mostri sacri” della letteratura non si toccano, almeno non per farci comunicazione politica, e una pseudo informazione mascherata da oracolo già svelato e riportato a galla da chi pretende di avere la verità in tasca.

Infine, in modo sagace e diretto, un utente risponde a Barillari ricambiandolo con la stessa moneta.

Stesso autore, stesso libro. Ma la frase, nel contesto, assume un altro significato ancora. Annullando l’effetto voluto dal primo tweet.

Ah, i miracoli della letteratura!

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